Frozen: ecco come sarebbe dovuto finire il 53° Classico Disney
30/03/2017 di Redazione

Ecco come avrebbe dovuto essere il finale originale del 53º Classico Disney, Frozen: decisamente diverso da quello che abbiamo visto noi in sala!
Entertainment Weekly riporta quello che sarebbe dovuto essere il finale originale del film d’animazione.

Il finale del film d’animazione del 2014, Frozen, avrebbe dovuto comprendere una valanga e un esercito di mostri di neve, condito con una profezia fatale. Già Kristen Bell (la doppiatrice in lingua originale di Anna) aveva rivelato che inizialmente Elsa avrebbe dovuto essere cattiva, ma il produttore Peter Del Vecho ha recentemente svelato di più su come la caratterizzazione del personaggio abbia poi cambiato la fine del film.
“Con tutti i film a cui stavamo lavorando, eventualmente il film ci dice di cosa ha bisogno di essere e se sei abbastanza sveglio da saper ascoltare, ti porta in una direzione diversa da quella che pensavi all’inizio. Quando abbiamo cominciato Anna e Elsa non erano sorelle, non erano neanche reali, quindi Anna non era una principessa, Elsa si era autoproclamata la Regina delle Nevi, ma era una villain e pura malvagità – un po’ come nella fiaba di Christian Andersen. Abbiamo iniziato con un personaggio cattivo femminile e un’eroina innocente, nel finale ci sarebbe stata un’epica battaglia con dei mostri di Neve che Elsa aveva creato come proprio esercito.”
Ci sono però degli elementi comuni con alcuni dei concept originali. Frozen avrebbe dovuto aprirsi con una profezia secondo cui un regnante con il cuore di ghiaccio avrebbe portato distruzione sul regno di Arendelle. Poi avremmo trovato Anna, la nostra eroina pura di cuore, e Elsa, la malvagia Regina delle Nevi. Avremmo imparato presto che Elsa sarebbe rimasta sull’altare il giorno del proprio matrimonio e avrebbe congelato il suo cuore affinché non avrebbe più amato di nuovo. Si assume quindi che le sia il villain di cui parla la profezia. Nell’atto finale avrebbe creato un esercito di mostri di neve per attaccare i nostri eroi mentre Kristoff ha un momento “alla Han Solo” e poi decide di aiutare Anna. Per fermare l’attacco, il Principe Hans provoca un’enorme valanga, senza preoccuparsi del fatto che questa metta in pericolo anche Anna e Arendelle. Anna quindi capisce che Elsa è la sua unica speranza, quindi la convince ad usare i propri poteri per salvare il regno. Il colpo di scena con il Principe Hans c’è: si scopre quindi che la persona malvagia di cui parla la profezia non è Elsa, ma lui. A questo punto il cuore di Elsa si scioglie permettendole di amare di nuovo.
“Il problema era che sentivamo che questa storia sapesse di già visto. Non era soddisfacente. Non ci si immedesimava emotivamente ad Elsa – non ci importava nulla di lei perché comunque ha passato gran parte del film a fare la villain. Non ci trascinava, i personaggi non erano verosimili.”
A questo punto la fatidica domanda del regista di Frozen Chris Buck e la scrittrice Jennifer Lee: ma Elsa deve essere per forza una villain? E se lei e Anna fossero sorelle?
“Farle imparentare ci ha portato all’idea di farla vivere con il timore per i propri poteri. E se fosse spaventata di ciò che è? E avesse paura di fare del male alle persone che ama? Adesso avevamo un personaggio in Anna che era tutto fissato sull’amore e Elsa tutta incentrata sulla paura. Questo ci ha portato a rendere Elsa molto più umana, e invece della tradizionale battaglia del Bene contro il Male avevamo una tematica che sentivamo più efficace: l’Amore contro la Paura, e la premessa del film è diventata il fatto che l’amore sia più forte della paura.”
Fu organizzato un incontro alla Disney in cui a diverse impiegate è stata chiesta la propria esperienza familiare, per rendere il rapporto tra Anna e Elsa il più verosimile possibile.
“Una delle cose che Chris Buck aveva in più versioni del film era un momento in cui il cuore di Anna era congelato e aveva bisogno di essere curato. Chris diceva ‘Dev’essere per forza il bacio del vero amore a risolvere il problema? Dev’essere sempre un uomo a salvare una donna? Non potremmo fare qualcosa di diverso?’ di qui il finale diverso. Adesso che sono imparentate, Elsa ga le propri paure ed è Anna che che darebbe tutto pur di salvare la sorella – e sarebbe un atto meno egoista rispetto alla versione del cuore congelato di Elsa. A questo punto in cui abbiamo abbracciato l’idea di questo nuovo finale Ed Catmull ha chiamato Jen Lee e le ha detto, ‘ Se puoi fare in modo che quel finale sia soddisfacente e che possiamo veramente sentirlo, penso che avremo un film di successo. Altrimenti… Non avremo niente.’ Questo le mise davvero tanta pressione nel fare quel lavoro.”
C’era però un ultimo problema: durante l’azione finale, il pubblico avrebbe dovuto lasciar correre una serie di aspettative e colpi di scena che portano a un finale non convenzionale. Prima lo spettatore deve credere che Hans possa essere l’eroe, poi che in realtà la risposta vera era Kristoff. Poi alla fine ci si rende conto che è Anna a salvare Elsa. Come rendere tutto ciò in modo tale che avesse senso?
“Jennifer ha scritto un bel finale, ma il problema era difficile da sistemare. Non riuscivamo a trovare una maniera logistica per metterlo in pratica. Poi John Ripa, un’artista di storyboard, ha avuto un’idea. Non poteva articolarla in modo sensato per cui ha detto ‘Lasciatemi disegnare questo finale.’ Ciò che ha mostrato erano le emozioni di Elsa che creavano della nebbia bianca. Ciò ci ha permesso di isolare Hans e Elsa da Anna in cerca di Kristoff nella foschia. In quel modo possiamo rivelare Kristoff pochi momenti prima di Elsa a Anna, e ci ha permesso di ottenere il tempo che ci serviva. Quando abbiamo scelto questo finale John Lasseter, i registi e il team di sono alzati in piedi e gli hanno fatto un applauso. Ha aiutato a rendere visivamente il finale.”