Gotham: la città che ha creato il mito di Batman

Gotham porta sullo schermo televisivo le dinamiche della città di Batman prendendosi diverse licenze rispetto al fumetto.

È possibile creare attrattiva per una serie che si svolge nell’universo del più amato personaggio della DC senza vedere quell’eroe? La sfida che Bruno Heller (The Mentalist) creatore dello show trasmesso negli Usa da Fox si è posto non è da poco ma senz’altro affascinante così come affascinante e misteriosa è la città dell’iconico vigilante celato dietro Bruce Wayne.

Bisogna pertanto avvicinarsi a questa serie senza trovare eccessive interconnessioni con i fumetti e con ciò che abbiamo visto al cinema. L’inizio del viaggio però non cambia: la morte dei coniugi Wayne è l’evento che sconvolge Gotham City.

Gotham
Affiancato dal partner, il burbero e concreto Harvey Bullock, il neo detective James Gordon (Benjamin McKenzie) dovrà indagare sullo scottante caso dei miliardari in un percorso che lo condurrà nelle incertezze di una città dalla quale è assente da molti anni. Sul luogo del delitto avverrà l’incontro che farà dell’ex soldato Gordon una sorta di protettore del giovane Bruce Wayne (David Mazouz), al quale promette fin da subito la cattura dei responsabili della morte dei propri genitori.
Proprio dalla relazione tra questi due personaggi la serie sviluppa le sue trame: un elemento nuovo con l’eccezione del breve momento visto al cinema in Batman Begins.

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Ma Gotham City è soprattutto criminalità e follia: anche su questo versante occorre adattarsi al fatto che incontreremo,  fin da quando Bruce Wayne è un ragazzino, diversi celebri villain del futuro crociato mascherato  come i vari Pinguino, Enigmista, Mr. Freeze. La questione certamente non si esaurisce solamente ai cattivi: sono diversi i personaggi dello show che sia Bruce che Gordon conosceranno diversi anni dopo: Selina Kyle, Lucius Fox, Harvey Dent.
Da questo punto di vista la serie stravolge la cronologia delle storie a fumetti ed è anche uno degli aspetti più interessanti di Gotham, la temporalità poi si fonde con un’estetica che attraverso i suoi inconfondibili vicoli, le dimore barocche e la marginalità delle sue periferie restituisce con efficacia l’anima di una città dove il sole non è contemplato, mentre il grigiore, il fumo e l’inconsueto sono la costante di un location unica, quasi fuori dal tempo: sebbene esistano i cellulari, dai costumi allo stile degli interni, ai mezzi di trasporto tutto rimanda agli anni ’70 conferendo a Gotham una sua marcata identità.

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Più che sulle storie la prima stagione di Gotham si concentra sulla presentazione dei vari personaggi.
Fish Mooney, ruolo creato appositamente per la serie, è senz’altro quello più accattivante e affascinante per merito di Jada Pinkett Smith.
Altro carattere estremamente interessante per concezione e trasposizione è Alfred Pennyworth (Sean Pertwee), il maggiordomo del giovane Bruce è tutt’altro che un mite domestico, in Gotham il tutore non disdegna metodi bruschi ai fini dell’educazione del rampollo Wayne, gettandosi nella lotta quando serve; un uomo, dal passato burrascoso, abile non solo nel preparare un buon tè ma anche nel combattimento e nelle situazioni più critiche.
L’arco narrativo della prima stagione ha degli episodi quasi autoconclusivi e la sensazione di una costante premessa è lampante lasciando lo spettatore in attesa di una svolta e di un ritmo più incisivo.

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Un cambio di passo che arriva con “l’ascesa dei cattivi”.

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