I Medici: Frank Spotniz e Sergio Mimica-Gezzan raccontano la nuova serie (Esclusiva)
12/06/2017 di Thomas Cardinali
Lo showrunner Frank Spotniz e il regista Sergio Mimica-Gezzan ci hanno rilasciato un’intervista esclusiva sulla nuova serie “I Medici – Masters of Florence” che ha già conquistato il pubblico su Rai 1.
Prende la parola il regista Sergio Mimica-Gezzan:
“Lavorare alcuni anni fa a “I Pilastri della Terra” mi ha aiutato molto a capire il quindicesimo secolo italiano, quindi potrei dire che è stata una sorta di preparazione storica a questo lavoro. Mi piace molto di più questo lavoro perché i Pilastri nacque più per compiacere i fan, il lavoro era un ricreare il romanzo sullo schermo per il pubblico in modo che potesse rivedere i personaggi conosciuti nel libro. Questa invece è una situazione del tutto differente perché parliamo di una sceneggiatura originale in cui vengono rappresentati personaggi ed un periodo storico molto conosciuti in Italia”.
“Probabilmente – ha continuato il regista – non altrettanto conosciuti nel resto del mondo, quindi per il pubblico italiano si è trattato di ricreare personaggi molto conosciuti. Per il resto del mondo non era così, si è rappresentato un periodo storico di grande interesse mostrando la storia non soltanto attraverso l’architettura, i dipinti e l’arte in generale, ma dando maggiore importanza alle relazioni ed ai conflitti umani che ci sono stati dietro le opere d’arte viste da tutti e questo secondo me è l’aspetto più interessante”
Perché si è deciso di rappresentare Cosimo e non Lorenzo il Magnifico?
Frank Spotniz: “Ci abbiamo pensato molto, ma noi volevamo parlare della famiglia Medici, non volevamo parlare di Lorenzo saltando tutto il passato della famiglia. Abbiamo iniziato uno studio della famiglia abbiamo deciso di partire dal momento in cui Cosimo succede a suo padre, perché ci ha permesso di parlare non solo dell’inizio della banca, soprattutto attraverso una serie di flashback nei vari episodi, ma anche di come la famiglia Medici ha cambiato Firenze. Con Lorenzo il Magnifico eravamo già in pieno Rinascimento e molti dei cambiamenti storici erano già avvenuti. La seconda stagione sarà incentrata su Lorenzo il Magnifico e potrebbe non bastare solo una stagione per raccontarlo”.
Interviene il regista Sergio Mimica-Gezzan: “È interessante perché la gente vede il Rinascimento come un prodotto finito, noi abbiamo mostrato come quei cambiamenti sono avvenuti”.
Frank Spotniz inizia poi un lungo discorso sul Cosimo De Medici giovane ed intimo che abbiamo potuto apprezzare proprio attraverso i flashback:
“Nel primo episodio Cosimo va a Roma e riscopre la saggezza sepolta dell’Antica Roma ed attraverso il personaggio di Donatello si riscopre l’essenza di un popolo dimenticato per mille anni, ed a questo abbiamo legato la storia d’amore del personaggio di Bianca in opposizione al commercio ed alla banca”.
“Negli altri episodi – ha continuato lo showrunner – vedrete come il desiderio di Cosimo di costruire la propria vita è schiacciato dalla visione del padre. Il desiderio di Giovanni, la sua visione era troppo grande per essere realizzata da un’unica generazione e lui aveva bisogno che Cosimo si sacrificasse per realizzare il suo desiderio e Cosimo lo fa. E questo segna la storia dell’inizio del Rinascimento”.
Frank Spotniz continua parlando dell’arte:
“Nel primo episodio emerge l’immagine che l’arte era considerata volgare, blasfema. Donatello celebra non più Dio nell’arte ma la bellezza della figura umana ed attraverso questa bellezza lui rappresenta e celebra Dio. Questi per noi sono concetti assodati, ma allora erano idee nuove e rivoluzionarie. Quando è subentrato Lorenzo c’erano già molte persone che acquistavano opere d’arte ed erano interessate all’arte che Cosimo aveva contribuito a definire nel corso della sua generazione. Avremmo perso tutto questo se avessimo iniziato più tardi.
Lo sceneggiatore e creatore della serie ha poi continuato spiegando come il problema maggiore sia stato spaziare in un ampio ventaglio di tempo con gli stessi attori, specie il protagonista Richard Madden:
“È stata una bella sfida perché gli attori hanno dovuto interpretare i personaggi lungo un periodo di 20 anni. Dovevamo portare la storia avanti per catturare l’audience, ma per capire il percorso di Cosimo erano necessari i flashback sul suo passato. Sergio ha lavorato molto duramente. La sfida era fare in modo che i flashback diventassero un’esigenza urgente per la narrazione. In questo modo il pubblico può riconoscere i personaggi e la loro psicologia relazionandosi e connettendosi a loro”.
Il regista ha poi preso la parola spiegando sullo stesso argomento: “L’uso dei flashback pone il pubblico in una posizione attiva per comprendere le relazioni nel passato tra i personaggi e poi 20 anni dopo“.
Frank Spotniz ha poi svelato cosa lo ha colpito più di tutto nella storia:
“È il sacrificio. Il sacrificare la propria vita per qualcosa e Cosimo rappresenta perfettamente questo, lui ha fatto tanto per costruire il mondo in cui noi oggi viviamo. È questa la storia che volevamo raccontare”.
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