I Medici: Guido Caprino ci racconta il suo Marco Bello (esclusiva video)

(A cura di Thomas Cardinali e Maira Vista) – Durante la Conferenza Stampa per l’anteprima mondiale di “I Medici – Masters of Florence ” i nostri  inviati hanno intervistato Guido Caprino che ci ha parlato del suo Marco Bello.

Che tipo di personaggio è Marco Bello?

E’ un personaggio che sta nell’ombra e ha un grande potere decisionale sulle cose che capitano all’interno della famiglia Medici. E’ come se il suo bisogno fosse lo stesso di Cosimo, come se lui non avesse un bisogno proprio. Ha una sorta di devozione totale per la causa che è il raggiungimento degli obbiettivi di Cosimo.

Com’è stato lavorare con Dustin Hoffman? Avete girato qualche scena insieme?

Purtroppo non abbiamo girato scene assieme; però l’ho conosciuto durante la prima lettura dei copioni tutti assieme, una cosa che si fa abitualmente, ed è stato davvero un momento magico. Il raggiungimento di un sogno .

Cosa ti ha affascinato di più di questa serie? Nello scoprire magari qualcosa in più sul tuo personaggio o sulla famiglia dei Medici.

Mettersi il costume ed entrare in questi ambienti è come entrare davvero in un’altra vita senza quasi sforzo. E’ stato un volo spazio-temporale in un’epoca che non ci appartiene, è stato un modo per comprenderla dal dentro.

Come ti sei preparato al tuo personaggio?

Ho studiato e letto libri relativi al periodo, anche se c’è da dire che mi è bastato anche guardare le location in cui abbiamo girato per trarre spunti utili per l’interpretazione che dovevo fare.

Hai detto che questo personaggio era nascosto nell’ombra tra la gente a spiare; è stato affascinante avere il potere dietro le quinte, quello più nascosto e meno evidente?

Si assolutamente. Ci sono uomini di parola e altri di fede e d’ascolto che hanno il polso fermo; in questo Cosimo e Marco Bello si completano perché lui gli da man forte quando lo vede un po’ tentennare, anche se non sempre i suoi consigli sono giusti.

Su Marco Bello si conosce poco, questo è stato di ostacolo per interpretare il personaggio?

No in realtà no perché c’è una battuta che dico ad un certo punto “Mi hai trovato anni fa ferito e mi hai curato e da allora ti sono sempre stato fedele, fidati di me..” che mi fa pensare ad una loro adolescenza vissuta insieme, mi fa pensare ad una persona che ha scelto volontariamente di stare vicino a Cosimo fino a venire accolto totalmente in questa famiglia. Marco Bello è uno che sceglie volontariamente di fare quello che fa e così io l’ho interpretato.

Com’è stato il tuo rapporto con Richard Madden sul set?

E’ stato eccezionale, siamo diventati amici e spero che rimarremo tali. Ma non solo con lui anch con Annabelle Scholey che è forse il personaggio più sorprendente della serie, anche con lei è nato questo rapporto e con tanti altri attori della serie. E’ quasi commuovente parlarne, non so come spiegarlo perché l’amicizia vera mi commuove e in questo caso è una cosa forte.

Abbiamo visto nella serie che ti esprimi molto con lo sguardo; Marco è uno di poche parole ma di sguardi eloquenti è stata una scelta tua o della regia?

Sergio Mimica-Gezzan, è un regista eccezionale è stato un onore lavorare con lui, è uno che non impone nulla ma ascolta molto. Ha creato un set dove tutti portavano idee e con nessun timore reverenziale è stato bello; non c’era nessuna scelta alla base dell’interpretazione di Marco, ma ci sono stati atteggiamenti fisici che poi inevitabilmente condizionano lo sguardo. E’ comunque molto legato all’ascolto lo sguardo di Marco; è come se ascoltasse con gli occhi più che con le orecchie.

Cosa ti aspetti da questa fiction? Altri ruoli internazionali?

A dire il vero sono molto contento di come vanno ora le cose; se arrivassero altri ruoli internazionali ben vengano altrimenti anche fare solo questo è stato davvero bello un traguardo che spesso si sogna solo di poter raggiungere in questo lavoro.

Che cose in comune ci sono tra te e il tuo personaggio?

Ci piacciono ad entrambi i cavalli e anche io amo molto osservare più che mettermi, come in questo caso, a raccontarmi.

Quindi non sei un calcolatore come lui, uno stratega?

MA più che essere un calcolatore è un istintivo; quasi un animale con una sensibilità tutta tua che viene dalla strada.

Riallacciandomi alla domanda sul ruolo molto importante, tu sei anche in “1992” un’altra miniserie che sta segnando la rinascita della serialità in Italia. Com’è? E’ una responsabilità? Solo questione di fortuna o dietro c’è tanto lavoro?

C’è sicuramente una componente di fortuna; ma bisogna aver fatto anche tanto lavoor ed essere pronti nel momento giusto in cui qualcuno se ne accorge. Si insomma mi ritengo una persona fortunata.

Parlando di 1993 ci puoi dare qualche anticipazione?

No perchè ancora non ho letto i nuovi copioni e comunque non ve lo direi. Loro hanno già iniziato a girare, io mi unirò presto al resto del cast.

Che altro hai in cantiere?

Dopo 1993? Credo una bella vacanza perchè dopo questo anno che è stato, fortunatamente, molto intenso ho bisogno di rigenerarmi e dar vita a nuovi personaggi.


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