Il Viaggio: la recensione, 84 km per arrivare alla pace nell’Irlanda del Nord
31/03/2017 di Redazione
Il viaggio diretto da Nick Hamm, la fine di un conflitto in 84 km percorsi in auto, la storia “vera” della fine della guerra civile nell’Irlanda del Nord.
Probabilmente fra una decina di anni arriveremo a considerare persino veritiera la storia raccontata da Nick Hamm nel Il viaggio, il quale romanzando gli storici accordi di pace del venerdi santo del 1998 ci porta dentro la storia del conflitto nord irlandese, che tanti film ha prodotto sull’argomento, raccontando la tragica storia di questa terribile guerra civile, immortalata dalla canzone degli U2 Sunday Bloody Sunday.
Ma il grandissimo merito di questa pellicola presentata a Venezia 73 (http://talkymovie.it/post/2453/venezia-73-the-journey-nick-hamm-abbiamo-fatto-un-lawrence-darabia-in-taxi/) con successo, è quella di portare l’ultimo sguardo sulla storia di un conflitto ora terminato che rischia a causa di Brexit di accelerare il sogno di riunificare il nord del paese con l’Irlanda stessa, un obiettivo mai nascosto
Nick Hamm dirige con mano ferma il più classico dei road movie grazie ad una sceneggiatura perfetta alle performance di grandissimi attori. La storia vede un giovanissimo autista (Freddie Highmore, volto noto in tv per la serie Bates Motel) che deve portare con una certa urgenza Ian Paisley (uno straordinario Timothy Spall) anziano e burbero leader conservatore ed anticattolico del Partito Unionista Democratico a cui si concede una pausa nei colloqui di pace per festeggiare il cinquantesimo anniversario del suo matrimonio. La controparte diretta da Martin Mcguinnes (Colm Meaney) leader repubblicano ed indipendentista, che in passato ha diretto armi in pugno la rivolta con l’IRA (Irish Republican Army) che ha insanguinato il paese per 40 anni, vuole accompagnare l’anziano leader nella speranza finalmente di parlare direttamente per cercare di arrivare ad un accordo.
A questi si aggiungono in una delle sue ultime interpretazioni John Hurt nei panni di Harry Patterson anziano dirigente del servizio segreto britannico e maggior esperto del conflitto, assieme al primo ministro Tony Blair (Toby Stephens). In realtà lo scopo del primo ministro inglese e dell’entourage di entrambi leader è proprio quello di far viaggiare assieme i capi per cercare di fargli un punto di contatto, visto che i colloqui di pace non sembrano funzionare, usando alcuni stratagemmi.
Da qui parte l’intensa storia affidata ai due protagonisti e al giovane autista che riescono con lunghi dialoghi, a volte divertenti, a volte tragici inframezzati da vere immagini della guerra civile che sconvolse il paese, nel cercare di raggiungere quello che nessuno delle due parti vuole: cedere e fare finalmente la pace.
La trovata geniale di condensare in poco tempo quello che è stato frutto di lunghi colloqui dopo una guerra civile, permette a tutti di conoscere la triste storia di un paese creato nel 1921, che sogna almeno nella sua parte cattolica di riunificarsi al resto dell’Irlanda.
Le eccellenti performance di Meaney e Spall sono davvero una gioia per le orecchie e gli occhi dello spettatore, riuscire a coinvolgere per oltre una ora mezza attraverso le parole e i gesti e riassumere al tempo stesso l’inutilità di un conflitto, a cui si contrappone la sete di potere. Entrambi i leader a modo loro vogliono vincere, ma entrambi sanno che non ci sarà mai un vincitore, e che tutte le persone che sono morte forse si potevano evitare. Una piccola lezione di storia grazie ad un escamotage cinematografico, che rischia davvero per le future generazioni di giovani irlandesi di diventare più reale e tangibile di quello che riportano i libri di storia.
Ora nel momento della Brexit dove la Scozia vuole tornare indipendente , la stessa Irlanda del Nord, che ha votato per restare nell’Unione Europea sta valutando realmente se non conviene unirsi o meglio riunirsi al resto dell’Irlanda, la storia ai posteri. Anche se con una inquietante profezia nella serie tv Star Trek: The Next Generation dove Colm Meaney era un ufficiale a bordo dell’astronave Enterprise nel 24esimo secolo, il capitano Picard in un episodio citava la riunificazione dell’Irlanda avvenuta nel 2024. Rischiamo ancora una volta che la finzione diventi realtà, nel nostro caso positiva, perché forse le inutili innocenti vittime che il film ci ricorda, possano davvero dare aver avuto un senso al fine di trovare una giusta pace.
“Credo che una Irlanda unita sia inevitabile. Ma potrà accadere solo democraticamente. Nessun conflitto nel mondo può essere risolto senza una leadership coraggiosa […]. Non è stato facile per me e per Paisley fare quello che abbiamo fatto. Questa è stata leadership.” (Martin McGuiness.)
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