Inferno: Recensione in anteprima mondiale del nuovo film con Tom Hanks
09/10/2016 di Thomas Cardinali
Tom Hanks torna a vestire i panni del professor Robert Langdon in “Inferno” diretto da Ron Howard e tratto dal bestseller di Dan Brown. Nel cast anche Felicity Jones, Omar Sy, Ben Foster e Irrfan Khan. Leggi la recensione in anteprima.
La saga letteraria di Dan Brown inziata con “Angeli e Demoni” e proseguita con “Il Codice Da Vinci” e “Il Simbolo Perduto” tocca un nuovo capitolo, il terzo cinematografico, con “Inferno” (leggi il reportage della conferenza stampa) diretto in modo ottimale da Ron Howard. Il regista ha avuto la grande opportunità di girare in un museo a cielo aperto come Firenze, esaltata dalla splendida scrittura di Dan Brown e dalla sempre trascinante recitazione di Tom Hanks (guardalo con il resto del cast a Forte Belvedere per il photocall). Questo nuovo capitolo della saga legata al professore di simbologia Robert Langdon è forse quello reso meglio a livello cinematografico. I due capitoli legati al mistero del Sacro Graal e agli Illuminati erano troppo ambiziosi, con la presunzione di voler spiegare in due ore argomenti molto delicati che lo stesso autore della saga non era riuscito pienamente ad esplicare in molte pagine. In “Inferno” invece la storia e l’indagine sul mistero lasciano lo spazio ad un argomento di grande attualità come la sovrappopolazione, che utilizza l’ade dantesco solo come mezzo per raccontare le vicende.
Il regista premio Oscar per “A Beautiful Mind” sembra trovarsi a proprio agio a Firenze (guarda il reportage del red carpet con le star) regalando degli scrosci magnifici e mai più azzeccato è stato l’invito di Dante a “lasciare ogni speranza o voi che entrate”, perché il lungometraggio pullula di luoghi incantati come il Giardino di Boboli, il corridoio Vasariano e Palazzo Vecchio. Una Firenze che è diventata musa ispiratrice prima per Dan Brown e poi per Ron Howard, anche se oggettivamente le sequenze di fuga risultano meno credibili rispetto ai primi due capitoli ma la storia molto più contenuta geologicamente ha portato ad un ritmo mai blando e che rapisce dall’inizio alla fine. La follia di un uomo e la sua ignoranza sono il vero inferno della società moderna, come ha ricordato Tom Hanks in conferenza stampa, e il personaggio di Bertrand Zobrist interpretato da Ben Foster incarna alla perfezione gli estremismi di chi crede che la sovrappopolazione sia il vero problema del mondo. Tom Hanks è anche qui affiancato da una donna più giovane, l’affascinante Felicity Jones che si mostra sin da subito molto perspicace e cardine fondamentale delle vicende. Un plauso anche ad Omar Sy, che siamo sempre stati abituati a notare in ruolo comedy e che qui mostra le qualità anche in un’interpretazione decisamente più seriosa e drammatica. Non mancheranno nel corso del film i tanti enigmi lasciati dal magnate che porteranno il professor Langdon a riscoprire il mito di Dante e a mostrarci degli enigmi nascosti di cui in tanti non sarebbero mai venuti a conoscenza.
Il fascino di Dan Brown è proprio quello di romanzare la storia, inserendola in dei contesti moderni e accattivanti, mentre la sua più grande fortuna è stata trovare un regista incredibile come Ron Howard. Le musiche di Hans Zimmer riescono a creare un’empatia con la storia tipica delle opere a cui collabora il geniale compositore ed oltre a Firenze anche Venezia riesce a regalare emozioni con il suo eterno fascino. Emblematica la corsa contro il tempo del professor Robert Langdon, con le allucinazioni dell’Inferno di Dante che inquieteranno il pubblico e lo stesso protagonista che ha poche ore per trovare la soluzione e salvare il mondo. Il film regala anche alcune battute molto divertenti che risulteranno particolarmente taglienti ad una fetta di pubblico italiano, con riferimenti più o meno velati a Berlusconi e all’inefficienza in alcune situazioni della polizia italiana. Nel gioco di potere tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e una potente organizzazione privata Robert Langdon sarà una variabile fondamentale, una sorta di James Bond senza Aston Martin che viaggerà in treno e in aereo con dei jet privati per risolvere l’enigma del sommo poeta e salvare 4 miliardi di persone.
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