“Tanto vi lasciate”: intervista esclusiva all’autrice “L’Amica Cessa”
19/01/2017 di Redazione
“Tanto vi lasciate” è l’opera prima de “L’amica Cessa”, pseudonimo scelto dalla web writer e blogger Lucia Testa.
A prima vista, il libro scritto dalla 26enne napoletana Lucia Testa in arte “L’Amica Cessa“, potrebbe sembrarvi un banale diario su altrettanti banali stati Facebook scritti da chiunque in un banale anno post 2008. Invece le sue parole vi stupiranno perché saranno dirette come un treno ad alta velocità, pesanti come uno schiaffo preso in piena faccia, diverse come spesso ci sentiamo quando il nostro modo di essere non si adegua agli standard della società. Leggere “Tanto vi lasciate” è un piacere per la mente, vi farà ridere perché l’intento è anche quello. Il libro è disponibile sia in ebook che cartaceo su Amazon.it
Ho avuto il piacere di intervistare l’autrice del libro, ossia L’Amica Cessa, in cui racconta del suo lavoro ma soprattutto di se stessa perché non tutto sembra rose e fiori e emoji sorridenti. Spesso l’audacia e il coraggio di esprimersi si paga. Quindi preparatevi uno spritz e buona lettura!
Partiamo subito dal principio, chi è l’Amica Cessa e com’è nata?
Di solito definisco l’Amica Cessa come “il mio alter-ego pessimo”, una parte di me verace e genuina che non volevo reprimere, nonostante non sia adatta al mio ambiente lavorativo o al contesto borghese dove sono cresciuta. Volevo crearle un suo spazio, darle una voce. Come molte cose comiche, l’Amica Cessa ha dietro una storia di profonda tristezza. Crescendo, mi hanno spesso e volentieri fatto notare che non ero bella: dai parenti che continuavano a paragonarmi alle mie cugine dicendo che almeno ero quella intelligente (true story), agli ex che, una volta lasciati scrivevano su Facebook “Adesso basta femmine brutte” (true story), al semplice bullo che mi ha detto che la mia faccia era troppo brutta per girare senza occhiali e che avrei dovuto coprirmi (true story). Devo essere cessa? Sono una cessa? Ok, sono una cessa. Anzi, sono LA CESSA. Ti faccio vedere quanto sono brava ad esserlo. Immagina di crescere e sentirti dire costantemente per circa vent’anni, dalle persone che dovrebbero volerti bene per come sei, che invece sei sbagliata, che non vai bene, che dovresti essere diversa perché non sei come loro avrebbero voluto. Sono stati anni tristi. E’ proprio la celebrazione del mio percorso di accettazione. Qualcuno lo definirebbe anche un processo di riappropriazione culturale del termine, ma lascio questa definizione a tematiche più importanti.
Possiamo definirla come il Grillo Parlante che ogni donna dovrebbe avere nella vita?
No, per niente, proprio al contrario: l’Amica Cessa è – se vogliamo dirla alla Disney – il mio Bimbo Sperduto interiore che urla ancora Bangherang! quando ne sente il bisogno. Il grillo parlante poi mi è sempre stato antipatico: è un’allegoria della coscienza che cerca di dirti cosa fare, in realtà patteggiavo per Lucignolo…Io non voglio dire alle donne cosa fare, ma voglio dire alle donne che sono libere di fare ed essere ciò che vogliono.
“Tanto vi lasciate” è scritto come un diario o meglio, come una raccolta di Stati di Facebook giornalieri. Tutti reali o frutto della tua fantasia?
Vorrei poter dire che è frutto di fantasia, che sono cose successe ma romanzate, invece è quasi tutto vero, tipo il 95% è vero.
Ci sono tantissimi stati in cui racconti di avventure esilaranti con l’altro sesso. In una società che vuole la donna emancipata ma muta sulle sue esperienze sessuali e vivendo in piccoli contesti, ti hanno mai dato contro per averli raccontati o comunque scritti pubblicamente?
Diciamo che la mia famiglia in primis mi ha spesso invitato alla censura. A casa non hanno idea di chi o cosa sia l’Amica Cessa, tanto meno sanno che ho scritto un libro e non voglio che lo sappiano. Le persone mi hanno dato contro più e meno apertamente. La mia famiglia stessa, tra l’altro, è anche stata vittima di detrazioni e ritorsioni. Io ho avuto “stalker virtuali” e persone ossessionate letteralmente dalla mia vita privata. Ci sono stati momenti strani e poco piacevoli, non lo nascondo. In “Tanto vi lasciate” racconto anche di quando hanno riferito alla mia famiglia che avevo un profilo su Tinder… Ma è stato lì che ho cominciato io stessa a mettere in giro voci assurde su di me, contribuendo a creare questo personaggio quasi mistico e sfruttandone l’ascendente per vendere.
e continua…
I piccoli quartieri sono una realtà tossica e pericolosa per chi non accetta il sistema omertoso e borghese che li regola. Ho addirittura rifiutato di presentare il libro nelle zone vicino casa di mia madre, la mia comicità non sarebbe capita e mia madre ha comunque diritto alla sua privacy e a vivere la sua vita come vuole. Questo è ciò che intendevo rispondendo alla prima domanda: la Cessa è un mio piccolo atto di ribellione. Tra l’altro, non credo neanche che la società voglia la donna emancipata, il maschilismo è ancora molto, troppo forte. Soprattutto al Sud Italia: è presuntuoso da parte mia, ma credo che ogni tanto si debba ricordare alle ragazze che va bene dire parolacce, va bene provare piacere nel fare e ricevere sesso orale, va bene avere i capelli rosa, va bene voler fare l’ingegnere o il benzinaio, non c’è bisogno di nascondersi, né avere paura di essere giudicate, i quartierani prima o poi moriranno e le loro opinioni con loro.
Quando hai avuto l’idea di creare un libro?
In realtà a fine anno stavo raccogliendo in un file tutti i miei status preferiti (tra cui quelli che posto con privacy segreta, in modo che solo io possa vederli) per rileggerli ogni tanto e quando ho finito mi sono accorta che era un libro, quindi l’idea mi è venuta a libro praticamente finito. Ed è così nato “Tanto vi lasciate”.
Ma veniamo un po’ a te, hai già ricevuto qualche messaggio o telefonata da un’ex che non l’ha presa bene?
No e sono molto triste per questo. Pensavo formassero una specie di “Lega dei malvagi ex” come in Scott Pilgrimm e facessero fronte unito per demolirmi, invece nope! Li ho sopravvalutati di nuovo.
Il peggior appuntamento della tua vita?
Ne ho ben due. Un mio ex, come primo appuntamento, mi portò dal tabacchi a comprare le sigarette. E quest’estate, con un ragazzo conosciuto su Tinder. Semplicemente non è scattato nulla, non ci siamo piaciuti e quindi birra al volo e mezz’ora dopo ero a casa. Ci ho messo più tempo a prepararmi, praticamente…
Il peggior consiglio ricevuto da un’amica?
Tutte le volte che mi hanno consigliato di essere femminile, carina e dimessa, in sostanza, una brava casalinga degli anni ’50 che fa da mamma ai propri partner.
Ma soprattutto le amiche chiedono consigli all’Amica Cessa?
Sì, povere loro. Chi può, fa; chi non può, insegna.
Credi ancora nell’amore? o credi che la vita sia tutto un Tinder?
Non le vedo così scollegate le cose. Con un ragazzo conosciuto su Tinder (nel libro racconto di quando ci siamo lasciati, me lo sono trovato fuori casa e per ripicca volevo spoilerargli Game of Thrones) mi ci sono frequentata per qualche mese e anche se ho voluto chiudere da parte mia c’erano dei sentimenti di fondo. Credo nella fluidità, sia nell’amore che su Tinder.
Progetti futuri?
Purtroppo non ne ho. Ma tipo essere la nuova Tina Cipollari, quello sarebbe un sogno.