La Tartaruga rossa: 10 buoni motivi per andare a vedere il nuovo film dello Studio Ghibli

La tartaruga rossa, il nuovo film del premio oscar Michael Dudok De Wit, supervisionato dalla leggenda dell’animazione Hayao Miyazaki , prodotto e realizzato dallo Studio Ghibli, è stato presentato oggi in anteprima italiana alla Festa del cinema di Roma.

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Nell’attesa che esca nelle sale italiane grazie alla Bim distribuzione, l’uscita è prevista per la prima metà del 2017, eccovi 10 buoni motivi che vi convinceranno ad andare a vedere l’ultimo capolavoro dello Studio Ghibli.

  1. Dopo Si Alza il Vento questo è il primo lungometraggio animato targato Studio Ghibli da quando il Maestro ha ufficializzato il suo ritiro.
  2. E il primo film dello Studio realizzato con un regista non giapponese. Michael Dudok De Wit, olandese, lavora e produce i suoi corti in Francia con il suo studio d’animazione. Ora anche questo lungometraggio, sotto l’attenta supervisione del maestro, è stato realizzato con il suo studio e con maestranze locali.
  3. Hayao Miyazaki ci ha messo la faccia volendo assolutamente Michael alla regia dopo aver visto i suoi corti (tra cui il premio oscar Father and daughter) riuscendo a convincere tutto lo studio sull’ operazione e affidando a Isao Takahata il compito di supervisionare la sceneggiatura e fornire tutte le consulenze tecniche al regista .
  4. E’ il primo film Ghibli ambientato su un’isola deserta , il mondo è verosimile e naturale; anche se non siamo di fronte ad un mondo fantastico e favolistico come nella maggior parte dei film dello studio, le tematiche e l’universo ghibliano non sono state assolutamente state stravolte. A tutti gli effetti questo è un film Ghibli, troviamo l’uomo e il rapporto con il mondo animale, il fantastico e la natura sconfinata, il misticismo e il sporannaturale, niente è stato stravolto, nulla è stato lasciato al caso.
  5. Per la realizzazione dello storyboard Michael Dudok de Wit ha affittato per sei mesi un apaprtamento a Tokyo , vicino allo Studio Ghibli e ha lavorato incessantemente per sei mesi con Isao Takahata che ha supervisionato ogni singola scena e il risultato finale. Dudok de Wit, finito il lavoro, rientra in Francia e, solo da allora, ha inizio la produzione del film.
  6. Le animazioni sono bellissime, realizzate prima a mano e poi digitalizzate, i personaggi sono naturali, ricchi di dettagli e il paesaggio tropicale è qualcosa di davvero avvolgente, ti fa venire voglia di fare un bel viaggetto ai caraibi. L’animazione è guidata da Jean-Christophe Lie, (L’uomo sulla Gordini blu, Zarafa) .I disegni del film sono disegnati digitalmente a carboncino e matita, mentre l’animazione a volte usa immagini bidimensionali digitali. Le decorazioni sono disegnata su una carta trasparente che permette di vederne i dettagli. I disegni dei set sono stati progettati a mano utilizzando programmi di disegno computerizzato che offrono opportunità di aumentare il controllo dei cambiamenti (si evita di dover cancellare) e facilitare gli scambi tra i progettisti del film distribuito in diversi paesi.
  7. Solo pochi elementi sono stati animati in computer grafica, in primo luogo la tartaruga e la zattera, in quanto questo facilitata enormemente la resa delle animazioni dalle varie prospettive.
  8. Il film è privo di dialoghi, presente solamente la colonna sonora, eppure, nei suoi 80 minuti, appassiona e commuove; il film è profondo e scalda gli animi, con la storia del naufrago, un “cast away” animato che alla fine trova il suo Wilson.
  9. Il finale è davvero commovente, le lacrime scavano gli occhi, come forse solamente Ponyo era riuscito a fare.
  10. Il film ha vinto il premio speciale Un certain regard allo scorso festival di Cannes 2016

Allora, vi abbiamo convinti? Nell’ attesa del trailer italiano, vi lasciamo con quello ufficiale giapponese.

Per quelli che non lo potranno vedere oggi o domani alla festa del cinema di Roma, non resta che aspettare… il 2017!

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