Loving: la recensione, l’Amore vince su tutto
14/03/2017 di Redazione
I coniugi Loving furono arrestati e condannati perché ha avevano violato le leggi della Virginia contro il matrimonio interazziale, da una storia vera Loving diretto da Jeff Nichols.
Loving, come il cognome della coppia, è la vera storia di Richard e Mildred Loving, interpretati da Joel Edgerton e Ruth Negga, una coppia interrazziale che si innamora e si sposa nel 1958.
I due crescono a Central Point, piccolo centro della Virginia caratterizzato da un maggiore livello di integrazione razziale rispetto alle zone circostanti degli Stati Uniti meridionali. Ma è proprio dallo Stato della Virginia, che i due hanno scelto per mettere su casa e famiglia, che vengono incarcerati e poi esiliati. Richard, Mildred e i figli si trasferiscono nella città di Washington, D.C. Ma non si arrendono e Mildred decide di trovare una soluzione per fare ritorno in Virginia. La sentenza “Loving contro Virginia” arriva fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, nel 1967, riafferma il diritto fondamentale al matrimonio. Richard e Mildred fanno ritorno a casa. A partire da allora, la loro storia d’amore diventa una fonte d’ispirazione per tutte le coppie del mondo.
Dopo Cannes 2016 e la candidatura per una dei protagonisti, Ruth Negga agli Oscar come migliore attrice, viene distribuito per Cinema di Valerio DePaolis Loving, diretto dal regista e sceneggiatore Jeff Nichols (Take Shelter, Mud), una storia d’amore che potremmo definire un legal-love-drama, visti i numerosi risvolti legali, ma che forse era il film più adatto per la festa degli innamorati di San Valentino, perché al di là di tutta la storia della battaglia legale per i diritti e contro il razzismo, in realtà è una semplice e bellissima storia d’amore.
Il regista ha cercato di superare a modo suo una di quelle storie perfette, che ti fanno dire:” perchè non ne fanno un film !”. La scelta di Nichols , grazie anche la performance dei due attori, permette di raccontare la vicenda storica con un certo distacco, senza accentuare il ruolo di chi avversò la coppia, poliziotti, giudici etc. ma ci porta dentro la vita della coppia con i loro problemi, ansie, evitando una inutile retorica e sintetizzando una battaglia civile durata quasi 10 anni. Forse l’elemento che ci fa riflettere ancora oggi, riguardo al nostro paese, che si professa non razzista, ma che poi guarda con sorrisetto compiaciuto di sbeffeggio la coppia dove lui o lei sono di colore, e che se in America in realtà almeno a livello legale il problema non esiste, come non esiste anche da noi, resta in realtà resta insito un pregiudizio, che la pellicola riesce solo a scalfire, l’amore trionfa su tutto, ma il pregiudizio resta.
Il 12 giugno 1967 la Corte Suprema emette la sentenza unanime che annulla tutte le leggi contro le unioni interrazziali poiché incostituzionali e non ottemperanti alle garanzie di uguaglianza sancite dal quattordicesimo emendamento, e Chief Justice Earl Warren redige la sentenza per conto della Corte Suprema: “Secondo quanto sancito dalla nostra costituzione, ciascun individuo gode della libertà di sposare o non sposare una persona di una razza diversa. Tale libertà non può essere violata dallo stato” e questa data resta come il Loving Day negli Stati Uniti, un giorno per gli innamorati di tutto il mondo qualunque sia il colore della loro pelle.
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