Mister Universo: Tizza Covi e Wendy Weber presentano il film “vi raccontiamo il circo come non lo avete mai visto”

Mister Universo, primo titolo della neonata Tycoon Distribution, è stato presentato mercoledì a Roma nella cornice del Cinema Dei piccoli, il cinema più piccolo del mondo. La regista Tizza Covi e la protagonsita del docufilm Wendy Weber hanno risposto alle domanda della stampa, ecco cosa ci hanno raccontato:

Tizza (Covi) cosa ha questo film in comune con il suo precedente lavoro,  Non è ancora domani – La pivellina?
Tizza Covi: Nel mio precedente film Non è ancora domani – La pivellina (vincitore del Pesaro Film Festival), raccontavo sempre di artisti circensi che vivevano a Roma, in una borgata e facevano spettacoli per la strada. trovando una bambina di due anni abbandonata per strada essi la accudiscono e la accolgono in casa, con tutti i problemi del caso. Attraverso quel film volevo raccontare una realtà e sfatare molti pregiudizi che la circondano. Questa volta ho deciso di raccontare direttamente e più da vicino il circo, il suo mondo, le persone che lo compongono, e di tutti quei ragazzi giovani che, nonostante le molte difficoltà che il circo sta attraversando, decidono di continuare o intraprendere questo mestiere.

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Il film è al limite tra fiction e documentario, non crede?
Tizza Covi: Si, è vero, in ogni caso noi però facciamo un casting, poi una volta scelti i personaggi che dovranno interpretare il nostro raconto stendiamo una sceneggiatura basandoci sulle loro caratteristiche. In scena poi la situazione è molto semplice, per evitare che questi perosnaggi perdessero la loro naturalezza, poco prima di andare in scena annunciavamo loro cosa avrebbero dovuto dire e di cosa trattava la scena. Con attori professionisti questo sarebbe impossibile da realizzare.
Abbbiamo girato il film in pellicola, con una ATON 16 mm, e per farlo in economia le scene vanno preparate bene dimodo da non ripetere i ciak. Un modo di girare leggero, per il nostro documentario abbiamo realizzato tra le 20 e le 25 ore di girato totale. Utilizzizo ancora la pellicola perchè essa non ti permette di esagerare, ogni volta che esegui o ripeti una scena devi essere sicuro di quello che stai facendo, altrimenti va tutto sprecato, È con il digitale che uno si fa prendere la mano.Con la ATON a 16 mm poi c’è un rapposrto speciale, io e Rainer la abbiamo usata per tutti i nostri film; è talmente bella da usare che non c’è nemmeno bisogno di metttere le luci sul set, ci prepariamo e via, iniziamo a girare, io curo la regia e rainer fa il resto.
Il mondo circense presenta delle caratteristiche antropologiche molto interessanti. È un universo che si distacca totalmente dal mondo civile?
Wendy Weber: “Non è in realtà proprio così, c’è molto pregiudizio da parte della gente comune che ci addita come isolati, lontani dal mondo e dalla società civile. Ma, se avete visto il documentario, vi sarete potuti rendere conto che non è così. Ci sono è vero dei legami familiari molto forti ma alla fine siamo come gli altri, facciamo le cose comuni come tutti.”

Il tema del film è la magia, il magico, il surreale, cosa ci può dire a riguardo?
Tizza Covi: Il film offre tre spunti interessanti: il fenomeno della salita-discesa, dove la bottiglia va controcorrente, la scena in cui, a seguito dei tarocchi si getta la candela torna indietro nel fiume e infine la scena della processione verso il divino amore dove il protagonista Tairo va anche là controcorrente trovandosi bloccato con l’auto. Tutti e tre vanno controcorrente proprio come il mondo circense che, nonostante le molte difficoltà, continua ad andare avanti. In particolare la scena della candela squagliata che torna indietro non è stata inventata, la abbiamo provata più volte e proprio quella volta, invece di scorrere lungo il fiume essa tornava indietro; ho decisa di tenere quella perchè mi sono ricordata di un proverbio che diceva “solo i pesci morti vanno con la corrente”.”

Prendendo ad esempio a lite iniziale del film, ci sono temi o elementi del film approfonditi in fase di ripresa ma che poi non vengono inseriti nel montaggio finale?
Tizza Covi: Naturalmente ci sono scene che giriamo e poi non vengono inserite, ma generalmente a me non piace molto la dramamturgia, la frammentarietà delle sccene. A me e Rainer come spettatori ci piace vedere un film che ci lasci liberi di perdere la direzione che abbiamo nella nostra mente.”
Cosa ci può dire del protagonista Tairo Caroli?
Tizza Covi: “Tairo lo avevamo già voluto e fatto recitare ne La pivellina. Una volta finito il film ci eravamo ripromessi di lavorare nuovamente assieme quando sarebbe diventato più grande. A me piace come persona e attore, è così come lo vedete su schermo e poi, dice le cose sbagliate al momento giusto ed è molto bravo ad improvvisare i dialoghi.”

Come è nata questa nuova distribuzione, la Tycoon Distriution?

Ezio Leoni: “Nasciamo nell’illusione, ma speriamo di no, speriamo di riuscire a portare in sala, nel circuito d’essai alcuni film che noi riteniamo interessanti e meritevoli. La Tycoon Distribution è una distribuzione indipendente, spin-off del circolo The Last Tycoon, la mia associazione di cultura cinematografica che opera a Padova da quasi vent’anni curando la programmazione d’essai del cinema Lux e pubblicando la rivista web MCmagazine. In tale ambito, frequentando festival e rassegne internazionali, mi trovavo film di cui avevo sentito parlarne bene, che però non vedevano la luce in sala. Tannah, che uscirà ad Aprile nelle sale, lo avevamo acquistato due anni fa al Festival di Cannes, ma nessun circuito sale italiano era interessato a proiettarlo, fin quando non è stato candidato agli scorsi oscar 2017 entrando nella cinquina finale. Questo è il nostro prossimo progetto, dopo Mister Universo. Ritornando al film, Giovanni lo aveva visto allo scorso festival di locarno e mi aveva detto che era ancora più belo de La Pivellina, e io mi sono fidato di lui. Il film a Roma verrà proiettato sicuramente al cinema Apollo 11 e poi anche al Cinema dei piccoli“.

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Cosa ne pensa del fatto che il circo con gli animali viene bandito dai paesi e dalle città?

Wendy Weber: “Io penso che nei circhi buoni, gli animali vengono trattati bene; i circensi sanno fare il proprio mestiere e non avrebbero alcun problema a stare nelle città, in zone abitate. Alla gente piace andare al circo per vedere gli animali dal vivo e ai circensi piace lavorare con gli animali selvaggi, addomesticarli e trattarli bene. Il circo non è un mondo che sta svanendo, destinato all’estinzione; è vero, ci sono alti e bassi, ma una cosa è certa, che ci siano animali o no, lo spettacolo circense dal vivo è qualcosa di unico.”

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