Paolo Sorrentino, compleanno: da “La Grande Bellezza” a “Il divo”, 47 anni da Oscar per il regista napoletano

Paolo Sorrentino compie oggi 47 anni. Per celebrare nel migliore dei modi il suo compleanno, eccovi una top 5 dei migliori film del regista premio oscar con La grande bellezza.

Paolo Sorrentino o si ama o si odia, fiumi di inchiostro e centinaia di tastiere sono state letteralmente distrutte in conversazioni e post inerenti i suoi film; il suo film premiato con l’oscar La grande bellezza, assieme ad Interstellar, uno dei film più “paparazzati” sulla rete. Un regista poliedrico, visionario ed onirico che fa del cinema arte e dell’arte cinema. Per queste sue peculiarità, a volte estranianti il regista è stato spesso incompreso e le masse non sempre hanno apprezzato i suoi film. Odiato e criticato per le sue passioni: la politica, il Napoli e Maradona, il regista si è “estraniato” dalle logiche del cinema italiano diventando vera e propria icona internazionale.
paolo sorrentino
C’è chi lo ama e chi lo odia, non spetta a noi giudicarlo, ma augurargli buon compleanno con la top 5 dei suoi migliori film, rigorosamente in ordine cronologico onde evitare confusione:

L’uomo in più

l_uomo_in_piu-post-evidenza
Presentato al Festival di Venezia del 2001, il film è l’esordio alla regia del regista napoletano e vede anche l’affacciarsi al cinema di Toni Servillo suo attore feticcio e protagonista di quattro dei suoi sei lungometraggi. Il film porta alla ribalta nazionale Sorrentino che verrà nominato a tre David di Donatello. e a quattro nastri d’argento vincendo quello come miglior regista esordiente.
1980: Antonio Pisapia è un calciatore all’apice della propria carriera mentre Antonio “Tony” Pisapia è un cantante di musica leggera; entrambi sembrano avere il mondo ai loro piedi. Tony cantante è cinico, spavaldo, egocentrico; Antonio calciatore è timido, chiuso, fondamentalmente ingenuo e triste. Il senso di inadeguatezza nell’affrontare la scomparsa del sogno accompagna i due protagonisti, e il fallimento incide la volontà e l’orgoglio. “Mi sono svegliato tardi”, dice Tony Pisapia per giustificare alla figlia la sua assenza dal funerale del padre. Il cantante, che solo pochi anni prima riempiva i teatri, incorso in una brutta vicenda giudiziaria canta ora in una delle scene più cupe, in una piazza gelida e semi vuota. Il calciatore perde l’uso del ginocchio, la squadra, la donna, rimanendo solo con le proprie ossessioni. Quando ha la possibilità di provare a vivere ancora innamorandosi di un’altra donna, rinuncia, decidendo invece di segnare il suo più bell’autogol. Il destino dei due protagonisti si sfiora fino ad incrociarsi, per un attimo, riportando alla memoria un terribile passato. Antonio soccomberà mentre Tony sopravviverà per l’altro. L’unico barlume di speranza risiede nell’ironica scena finale che appare come un riscatto per Tony ma nell’aria, come un monito, aleggia sempre una delle sue ultime battute: che la vita, in fondo, è “‘na strunzata”.

Share this article