Parigi può attendere: la recensione, il debutto di Eleanor Coppola

Parigi può attendere, una splendida Diane Lane assieme ad Arnaud Viard in viaggio da Cannes a Parigi,  tra le bellezze artistiche ed enogastronomiche del sud della Francia, l’amore fisico non verrà consumato ma….

Parigi può attendere diretto da Eleanor Coppola, semmai ce ne fosse bisogno, dimostra che buon sangue non mente, non fosse altro perché molti non sanno che stiamo parlando del primo film narrativo della moglie di Francis.  Una nonna dietro la macchina da presa come lei ha definito la sua esperienza anche se viene da un consolidata esperienza di documentarista. Il film è frutto di una sua esperienza personale dalla quale ha poi tratto la sceneggiatura, rimasta a lungo in un cassetto e infine finalmente portata sullo schermo.

 Un film molto semplice giocato sul classico on the road di una coppia  particolare. Anne  interpretata da Diane Lane ha un marito molto impegnato nel cinema (Alec Baldwin), sono in procinto, dopo il festival di Cannes, per partire verso Budapest per affari  e poi tornare a Parigi. Ma Anne ha un fastidioso mal d’orecchi e non può volare e il loro amico francese Jacques (Arnaud Viard) partner del marito  nelle produzioni di cinema,  si offre di accompagnarla in auto a Parigi, il marito poi la raggiungerà dopo il suo viaggio di affari.

Jaques  è uno chaperon charmant, tombeur de femmes, che a bordo di una vecchia Peugeot, curando al massimo la sua ospite  si imbarca in un viaggio che dovrebbe essere di una sola giornata, ma che in breve diventa una lunga avventura fatta di soste, picnic , attraverso il sud della Francia, con fermate in  alberghi deliziosi con camere rigorosamente separate e cene da gourmet. Probabilmente semmai un giorno scopriremo che l’intero film è stato totalmente finanziato dal ministero del turismo francese non potremmo stupirci.

Eleanor Coppola ci porta attraverso  l’occhio del personaggio di Anne,  la quale fotografa con la sua macchina digitale solo particolari e tanti piatti, come è di moda ormai su tutti i social come su Instagram, creando una lunga sequenza di immagini e dettagli che accentuano la vena di documentarista della Coppola che fonde alla perfezione entrambi i linguaggi. Mentre il personaggio  di Jaques, permette ad  Arnaud Viard di mostrare quanto di buono può fare un francese per una donna,  prodigandosi in ogni modo per far sentire a suo agio la sua ospite portandola nei luoghi pieni di storia del sud francia e sopratutto in tanti ristoranti stellati.

Presenti tantissime  citazioni di  film del passato con  i clichè della cultura francese e quella americana, che richiama ai classici hollywoodiani dell’incontro tra i due paesi, da sempre amici. Ma in verità il viaggio turistico  e gastronomico e sicuramente la parte più divertente e interessante della pellicola dove i due protagonisti perfettamente a loro agio  nei loro ruoli assegnati letteralmente giocano dietro la macchina da presa. La seduzione francese di Jacques, che candidamente confessa che i suoi momenti più belli li ha sempre trascorsi a tavola, conduce Ann  in un continuo viaggio di fragranze culinarie, odori di vino e ad un certo punto tante rose, tanto che perfino gli spettatori potrebbero coglierne l’odore.

Chi spera prima o poi esploda la rovente passione tra l’inedita coppia dovrà accontentarsi solo di un bacio, che l’impenitente cacciatore di femmine  dopo aver sfoggiato tutto il suo repertorio per conquistare la moglie trascurata (anche se il marito la cerca preoccupato al telefono) tenta come ultima carta  nella speranza di restare con la donna che lui considera decisamente più affascinante delle ventenni presenti al festival di Cannes (e nota personale del redattore ha perfettamente ragione).

In un finale perfetto che non vogliamo anticiparvi, la Coppola chiude la pellicola, che in soli 90 minuti, se siete di cattivo umore o preoccupati per le vostre cose,  riuscirà totalmente a rapirvi e a farvi dimenticare per un breve lasso di tempo tutti i vostri problemi mettendovi di buon umore e sicuramente molto affamati. Forse è anche questa la magia del cinema quella di poter fare evadere chiunque dalla sua triste routine quotidiana e portarlo in giro nel sud della Francia ad assaggiare i piaceri della vita, che possono essere un semplice bicchiere di vino o un  dolce al cioccolato.  Un bel messaggio per chi in questi tempi cupi vive angosciato da tante brutte notizie o peggio è schiavo dei social, dove posta in maniera compulsiva i suoi status, dimenticandosi di vivere in realtà la propria vita.

[yasr_overall_rating size=”medium”]

Share this article