Per Ofelia: intervista a Stella Egitto e Orazio Cerino

Il teatro Tram di Napoli, ha ospitato giovedì sera “Per Ofelia” una fantastica commedia, che porta la firma di  Mirko De Martino, con protagonisti due fantastici attori: Stella Egitto e Orazio Cerino.

Al suo primo debutto, “Per Ofelia”, ha portato in scena uno spettacolo teatrale dal sapore dolce-amaro, una commedia romantica e drammatica allo stesso tempo, con piccoli assaggi di comicità. Due giovani attori si ritrovano sul palcoscenico per provare le battute il giorno prima del debutto e la loro storia, si intreccia con quella dei personaggi che andranno ad interpretare, nati dalla penna di Shakespeare da cui prende il nome la commedia. Protagonisti di questa opera prima sono i due talentuosi attori: Stella Egitto e  Orazio Cerino, che abbiamo avuto l’opportunità di intervistare.
Per ofelia, stella egitto e orazio cerino
Uno spettacolo con un testo comunque molto moderno, ce ne volete parlare di questo lavoro?
Orazio:“Si è un testo moderno, nel senso la nuova drammaturgia, ovvero un testo che indaga un po tutto quello che è potuto succedere tra Ofelia e Amleto. Un atto d’amore che in in qualche modo secondo me può andare a riscattare la figura di questa povera ragazza, nel senso buono della cosa, che subisce un po le cose di tutti, per poi capire la fine che fa. Però parla dell’amore, dell’immaturità… Fondamentalmente parla dell’amore tra i due attori, di qualcosa che c’è stato tra di loro e che forse è ancora sospeso.”
Stella: “E’ un testo dove entrambi i nostri personaggi sono uni e trini di fatto. Abbiamo all’interno i due attori che si rincontrano in un pre-debutto, perché già avevano lavorato insieme. Scopriamo piano piano  nel testo che loro hanno un incontro successivo ad un periodo in cui è evidente che non si fossero visti, attraverso la metateatralità che è quella che vedrete in scena.
Continua-Ripercorrono un po quella che è stata la loro esperienza, attraverso anche gli specchi e le storie d’amore di  Romeo e Giulietta ed Ofelia e Amleto. Un’ora e un quarto in cui le carte si rimischiano, un po perché entrambi hanno difficoltà a parlare in prima persona e un po perché fanno gli attori e amano inevitabilmente specchiarsi in storie e personaggi così meravigliosamente eterni.”

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