Sette minuti dopo la mezzanotte: la recensione, dal romanzo capolavoro il nuovo film J.A. Bayona
18/05/2017 di Redazione
La scelta di adattare il libro di grande successo Sette minuti dopo la mezzanotte ha avuto inizio quando lo sceneggiatore Sergio Sánchez ha consigliato la lettura dell’omonimo romanzo, tradotto in oltre quaranta paesi, al cineasta iberico J.A. Bayona, per il quale aveva curato le sceneggiature di The orphanage e The impossible. Il Romanzo scritto da Patrick Ness, che in realta’ ha completato l’opera lasciata incompiuta a causa della prematura scomparsa Siobhan Dowd, che riuscì scrivere soto mille parole ed impostare la struttura ed alcuni personaggi; personaggi che i trovano come nei precedenti film del regista sempre in quelle situazioni su cui incombe la morte.
Potremmo anche considerare questa terza fatica di Bayona come un completamente di una trilogia che esplora il rapporto umano tra madri e figli collegato alla fantasia e alle favole che spesso permettono ai piu’ giovani di superare i drammatici problemi della vita. La fortuna del regista, come lui stesso ha dichiarato, doppo innumerevoli provini, e’ stato trovare in Lewis McDougall visto in Pan – Viaggio sull’isola che non c’è, il protagonista dodicenne Conor, costretto a vivere insieme alla fredda e disincantata nonna interpretata dalla veterana Sigourney Weaver a causa della malattia della mamma Felicity Jones.
Come in tante storie di formazione il giovane Connor è vittima del bullismo a scuola, e sfugge alla solitudine del mondo reale in maniera piuttosto fantasiosa. Invoca nei propri sogni una creatura alta dodici metri che, nelle fattezze di albero che puo’ ricordare il Barbalbero del Signore Anelli, è stata realizzato non solo in digitale ma anche realizzando in dimensioni naturali con animatronics la figura, e forse Carlo Rambaldi da lassu’ avra’ sorriso, perche’ nonostante l’ottima qualita’ che si puo’ raggiungere con il computer nulla puo’ sostituire anche per gli attori che recitano di avere la figura nelle sue reali dimensioni, alla quale nella lingua originale e’ stata affidata la potente voce Liam Neeson assieme anche una performance capture.
Il risultato come recita il manifesto del film di un favola non destinata al pubblico piu’ giovane e quello di un vero viaggio emotivo che si realizza ogni sera sette minuti dopo la mezzanotte, dove la dove la creatura attraverso il racconto di tre storie, splendidamente illustrate con una tecnica ad acquarello in animazione porta il giovane Connor ad esplorare il dolore dell’imminente perdita.
Tutto nel film lentamente ci porta nella tragedia del piccolo Connor in un crescendo misto anche un po’ all’horror con una degna citazione del King Kong del 1933, e sottolineato dalla splendide musiche di Fernando Velázquez. Il tutto ci porta un opera che ci ricorda molto Guillermo del Toro con il suo labirinto del fauno, un’ opera cupa e al tempo stesso intrisa di sentimenti forti che non lascia indifferenti lo spettatore che magari si aspettava un horror o una favola e si trovera’ invece dentro un piccolo capolavoro che e’ riuscito a portare sullo schermo un libro di grande successo in modo convincente, onore delle armi a Bayona che giustamente si e’ aggiudicato tutti in Spagna tutti i premi Goya possibili (il nostro David di Donatello per fare un debito paragone) e che per ignote ragioni distributive viene un po’ sacrificato nel nostro paese con una uscita al ridosso di una caliente estate, ma non dubitiamo che il pubblico dopo magari un bella giornata al mare sapra’ apprezzare una serata al cinema guardando un bel film.