Smetto Quando Voglio – Masterclass: Recensione del film di Sidney Sibilia

Smetto Quando Voglio è tornato con una Masterclass diretta in modo magistrale da Sidney Sibilia e con la banda dei ricercatori guidata da Edoardo Leo, la recensione in anteprima.

 
Alzi la mano chi ha mai visto tanti sequel migliori del primo film? Ne vedrete davvero poche, perché è davvero difficile riuscire a realizzare un prodotto migliore del primo specie se è un successo travolgente com’è stata la opera prima di Sidney Sibilia “Smetto Quando Voglio”. Con la sua Masterclass il regista riunisce la banda dei ricercatori al gran completo e con un espediente narrativo molto diverso che coniuga la commedia all’italiana con l’action movie americano di una banda che entrerà in una saga che, con le dovute proporzioni, è sempre più un “Breaking Bad all’italiana”.
Smetto Quando Voglio 2 Masterclass
In “Smetto Quando Voglio – Masterclass” Edoardo Leo ricomincia da un colloquio nel carcere con il suo bambino e la ormai quasi ex compagna Valeria Solarino davanti e sembra quasi di rivedere in alcuni momenti “Ritorno al Futuro” per il modo in cui la storia si svolge e viene raccontata. Fa piacere notare come un fenomeno locale come Luigi Di Capua apprezzato nei The Pills sia riuscito ad emergere e a collaborare ad una sceneggiatura di così alto livello. La risposta a come si arrivi al parlatorio del carcere arriva puntuale con un flashback che ci riporta al passato, alla notte in cui Alberto (Stefano Fresi) strafatto ha rovinato la banda più pazza, ma allo stesso tempo più riuscita degli ultimi anni. Il modo in cui si fa commedia sulle difficoltà delle nostre eccellenze ad esprimersi continua in questo secondo capitolo mostrando cosa si può fare se si uniscono queste con le forze dell’ordine.
Smetto Quando Voglio Masterclass
La banda che creava pasticche ora le ritrova grazie a una geniale idea dell’ispettore Coletti (Greta Scarano) in una storia che unisce action con momenti di grandi risate. L’espediente narrativo è dunque l’opposto del primo film e quindi forse per questo motivo può stupire di meno rispetto al primo Smetto Quando Voglio, anche perché sembra l’unica linea possibile da seguire a mente fredda. Come ogni bel film che si rispetti però è attraverso la bella scrittura su cui vengono sapientemente amalgamate le immagini che si arriva a un grandissimo prodotto finale. L’abilità del regista è nello gestire le scene corali in cui ogni personaggio ha il suo spazio, oltre naturalmente con un capo d’accusa.
Smetto Quando Voglio Masterclass
Alcune scene sono davvero spettacolari ed inusuali per il cinema italiano contemporaneo, basti pensare alla scazzottata sul treno tra Edoardo Leo e Luigi Lo Cascio, che potremmo definire tranquillamente come lo spannung narrativo. Continui gli omaggi in ” Smetto Quando Voglio – Masterclass”al cinema italiano anni ’70 amato da Sidney Sibilia che i più attenti noteranno in particolare su alcune scritte di giornale, ma c’è anche spazio per una rivisitazione di Indiana Jones con dei sidecar nazisti. Non si può far altro che lodare questa banda ultra accessoriata alla James Bond, perché alla fine viene esaltata proprio la scienza e la qualità dei cervelli nostrani costretti a reinventarsi.
Smetto Quando Voglio Masterclass
 
Smetto Quando Voglio è una saga tutta italiana, un prodotto di cui andare fieri ed orgogliosi e che può veramente riconciliare soprattutto i più giovani con il bel cinema perché comunque non serve un budget illimitato all’americana per intrattenere con dei tratti quasi fumettistici e delle sequenze davvero spettacolari. Sidney Sibilia ci riesce ed in attesa della sua laurea ad Honorem con il terzo capitolo ci lascia con un finale molto dolce amaro come quello del primo capitolo, un momento di grande riflessione collettiva su quanto lo Stato chieda senza a volte dare. Invece questo film lascia e dà davvero tanto al pubblico.
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