The Young Pope: in onda sulla HBO, 5 motivi per cui piacerà

Domenica 15 gennaio The Young Pope, la serie scritta e diretta da Paolo Sorrentino, ha debuttato sulla HBO. Vi spieghiamo perché, secondo noi, piacerà agli americani.

Non è difficile fare questa previsione: la stampa statunitense ne è entusiasta. Variety definisce The Young Pope:- un’idea ingegnosa e una struttura narrativa mai vista prima d’ora. L’approccio del regista nella composizione della serie è poetico e pittorico. Anche se sul New York Times si legge che – i caratteri dei personaggi e la narrazione sono frettolosi e poco sviluppati-.
Il controverso Papa Pio XIII
Il controverso Papa Pio XIII

Più che alla stampa, è interessante pensare alle reazioni del pubblico. Per questa ragione ci siamo divertiti ad indicare i cinque motivi per cui, secondo noi, The Young Pope piacerà agli americani e le scene da prendere come esempio.

5. Pio XIII e il suo interprete Jude Law

Pio XIII, al secolo Lenny Belardo, è bellissimo. Questo giudizio non si basa su un puro fattore estetico. Più volte Suor Mary (Diane Keaton) lo paragona a Cristo, ma non basta. Jude Law diventa la rockstar impalpabile descritta dal suo stesso personaggio alla responsabile del marketing del Vaticano. Visibile, ma incomprensibile e, per questo, non riusciamo più a farne a meno.

Scena consigliata:

Pio XIII:
– Chi è lo scrittore più importante degli ultimi 20 anni? Salinger.
Il più importante regista Kubrick. L’artista contemporaneo? Banksy.
Il gruppo di musica elettronica, i Daft Punk. La più grande cantante italiana Mina. Il filo invisibile che lega questi personaggi? Nessuno di loro si lascia fotografare-

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4. Il cast stellare

Tutti in parte, perfetti, sono il meglio degli Stati Uniti e dell’Italia, insieme. Diane Keaton, Silvio Orlando e lui, Jude Law, che torna a splendere come stella di una serie che ha davvero qualcosa da dire. Cosa si può desiderare di più?

Scene cult e corali: la prima e l’ultima omelia.
3. Le ambientazioni e l’opulenza della Santa Sede, con le sue contraddizioni e i giochi di potere

Agli americani, si sa, piacciono i racconti che studiano il potere e mai, prima d’ora, una serie ha osato tanto, andando oltre, arrivando ad esplorare la fede. Dalla ricchezza del Vaticano, con i suoi quadri di inestimabile valore, le gerarchie, il business della Chiesa, gli abiti talari, i preti omosessuali, fino agli scandali sulla pedofilia in cui gli stessi Stati Uniti sono coinvolti. The Young Pope racconta tutto, senza censura, forte della sua dimensione ‘senza tempo’. Potrà mai esistere un Papa come Pio XIII? I geni prevedono il futuro e, se Kubrick profetizzò l’ultraviolenza contemporanea in “Arancia Meccanica”, forse tra vent’anni dalla finestra di San Pietro un Papa si affaccerà e sarà una nuova ‘rockstar’, oscura e inafferrabile, eppure Santa, senza alcuna possibilità di dubbio.
La frase cult sull’argomento viene ripetuta più volte nel corso della serie:

Il gossip in Vaticano si chiama calunnia.

The Young Pope

2. La regia

Paolo Sorrentino è stato incoronato dagli americani con il premio più importante, l’Oscar vinto per il miglior film straniero con “La grande bellezza”. Prima c’era stato lo splendido “This must be the place” con Sean Penn e dopo “Youth”. Gli americani lo amano, forse più degli italiani. Sorrentino è uno dei pochi a fare regia nel vero senso della parola. Il suo stile, che piaccia o no, è originale. Un artista si distingue perché è capace di portare avanti la sua idea fino in fondo, indipendentemente dall’opinione altrui. Come Sorrentino, così Lenny Belardo, ci avevate pensato?
Non si può scegliere una sequenza in particolare, ma vogliamo sottolineare l’insistenza del regista su dettagli insignificanti, eppure chiarificatori: il mappamondo nello studio del Papa, le suore, la piscina…

  1. La sospensione della realtà

La serie e il suo protagonista sono assolutamente, e volutamente, irreali. Dalla scrittura alla recitazione, ciò che Papa Pio XIII e compagni fanno risulta in più momenti esilarante, per il paradosso che creano. Dal Papa che ‘costringe’ il Signore a fare ciò che gli chiede ai suoi momenti ‘fitness’ passando per la cieca certezza del Pontefice in sé e in dio seguiti dalla sensazione che Lenny si perda in un bicchiere di acqua santa. Questo giovane papa è un personaggio così perfetto nelle sue imperfezioni e contraddizioni che non si può non amarlo. E che dire della sua ‘corte dei miracoli’? Il Cardinale Voiello (Silvio Orlando) con le sue ‘strane voglie’ verso un’opera d’arte e la mania per il calcio e Maradona si è meritato uno striscione al San Paolo in cui i tifosi azzurri lo indicavano come ‘uno di noi’. Ancora, Suor Mary (Diane Keaton) dorme con una maglietta con tanto di scritta “I’m a virgin… but this is an old t-shirt”. Tutti questi dettagli rendono The Young Pope originale, un prodotto diverso da tutto ciò che si è visto, eppure vicino a quei futuri ‘alternativi’ e impossibili che le serie statunitensi tanto amano raccontare.
Emblema di questo aspetto sono la sigla e la frase pronunciata da Pio XIII:

Io sono una contraddizione, come dio uno e trino, trino e uno, come la Madonna vergine e madre, come l’uomo buono e cattivo

The young Pope

Non ci resta che attendere le reazioni degli Stati Uniti. Abbiamo amato odiarlo e adorarlo e così sarà per gli americani: noi scommettiamo ancora su The Young Pope.
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