Transformers – L’ultimo cavaliere: la recensione, “Their finest hour of Transformers”
21/06/2017 di Redazione
Transformers – L’ultimo cavaliere, arriva il quinto capitolo della saga dello scontro fra umani e robot che promette nuove rivelazioni sul passato dei Transformers.
Transformers – L’ultimo cavaliere, ovvero their finest hour of Transformers citata dagli stessi protagonisti in un’epica battaglia finale per salvare la terra. La frase pronunciata da Winston Churchill durante la battaglia d’Inghilterra, tradotta letteralmente per quei pochi che ancora non masticano inglese “la nostra ora migliore”, si adatta perfettamente a questo quinto capitolo che inizia proprio nella terra di Albione dalle prime scene e ci porta alla sua conclusione nel misterioso complesso di Stonehenge, diretto come sempre con maestria da Michael Bay .
La parola Azione, nei film dei Transformers diventa “azione, azione e azione!”, un turbinio di immagini che non si fermano, anche se questa volta il regista ci dona qualche momento di pausa con divertenti siparietti dei protagonisti, ma 2 ore trenta di film , la durata minima per un film dei transformers, ci fanno capire che forse si potevano perfino realizzare due capitoli vista la quantità di elementi riversati, novità , personaggi, transformers da vendere nei negozi (in fin dei conti parliamo sempre di una saga che deriva da dei giocattoli ), forse un carico eccessivo per lo spettatore, ma una vera festa per gli occhi per un film girato completamente in 3D che solo pochi fortunati nel nostro paese avranno il piacere di vedere con l’Imax.
La storia viene pescata da una delle tantissime storie dei Transformers tra fumetti serie tv animate e potremmo dire mescolata e forse troppo agitata, ma il cinema di Michael Bay è fatto così, mentre tutti i siti si affannano a dichiarare che non dirigerà il sesto episodio già previsto, in realtà la cosa non comprometterà affatto il futuro dei Transformers e del loro franchise. La scelta questa volta di prendere una delle tante storie del passato degli Autobots e Decepticons e portarla nel fantasioso mondo, ma non troppo dei cavalieri della tavola rotonda, permette tutta l’introduzione di nuovi personaggi e il ritorno di altri.
Questa volta il film di Bay, come già scritto prima poteva anche essere allungato e diviso in due capitoli, talmente è la carne, pardon il metallo, messo a fuoco, nel ritroviamo vecchi e nuovi personaggi dall’agente Simmons (John Turturro), al protagonista Cade Yeager (Mark Wahlberg) orfano di Optimus Prime per gran parte della pellicola cui spetta il compito di condurre tutto il gioco a cui si aggiunge un perfetto Sir Edmund Burton (Antonhy Hopkins), la bella di turno, già vista nella serie tv Agents of Shield, Laura Haddock, nei panni di Vivian Wembley e la giovane Izabella (Isabela Moner) forse un personaggio poco sfruttato in questo quinto capitolo che lascia aperta la strada alla giovane attrice per il sesto, e graditissimo come sempre al comando della forze armata TFR: Josh Duhamel nei panni del capitano Lennox, che non ci fa dimenticare che Bay è un grande amico delle forze armate statunitensi, elemento che a volte gli permette di limitare gli effetti CGI con l’uso di vere navi portaelicotteri e sottomarini usufruendo a costo zero di scene molto realistiche, che cortesemente il dipartimento della difesa gli concede e per quali molto spesso contribuisce girando filmati di propaganda.
Il risultato finale è ottimo, ma ribadiamo meriterebbe una visione Imax (ed è triste pensare che esistono solo 3 sale al momento in Italia ad Afragola nella multisala Happy MaxiCinema, , Pioltello Uci Cinemas la nuovissima sala di Orio sempre della catena Uci che proprio il 24 giugno con Transformers inaugurerà la sala Imax più grande d’Italia https://www.ucicinemas.it/cinema/lombardia/bergamo/uci-cinemas-orio-bergamo/)
La pellicola è nel suo complesso all’altezza dei film del franchise e poco importa se molti, critici compresi, non comprendono determinati passaggi, lo scopo è intrattenere lo spettatore ed è pienamente raggiunto. Forse il vero problema è la mancanza reale dell’esperienza cinematica che Bay vorrebbe offrire, grazie ad un 3d di altissimo livello tecnico, che fa “dell’ora migliore dei Transformers” o meglio le 2 ore e trenta di questo ultimo capitolo una esperienza che se non vi avrà soddisfatto appieno, probabilmente sarà dovuta più al vetusto cinema dove lo avete visionato.
Transformers – L’ultimo cavaliere in finale lascia ben aperta la porta al prossimo capitolo con una grande impronta sulla lunga storia dei Transfomers, che molti hanno conosciuto solo attraverso questa saga cinematografica, ma che in realtà è nata nel 1984 frutto di una coproduzione nippo-americana per una serie animata la quale ha visto negli anni un enorme numero di serie animate e fumetti pubblicati con la creazione di tantissime storie che i film riassumono solo in parte, ma che ovviamente appartengono a quel periodo legato agli anni’80 dove la fantasia creativa continua ad influenzare la generazione dei registi nati negli ’60 come Bay classe 1965 , che non ha mai nascosto la sua passione per i Transformers.
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