Tredici: Pensando ad Hannah, ignorammo i segnali di Alex – La Teoria
15/09/2017 di Redazione
Secondo una teoria web, l’obiettivo di Tredici era quello di farci comprendere il malessere di Alex mentre venivamo distratti dal suicidio di Hannah.
Tredici, la popolarissima serie Netflix che in questo 2017 è divenuta vero e proprio fenomeno mediatico, è stata rinnovata per una seconda stagione; una season 2 che appare a molti come superflua, in quanto tutti gli obiettivi sono già stati raggiunti da Brian Yorkey nel corso dei tredici episodi. Tredici parla di suicidio adolescenziale, una tematica affrontata con forza dalla serie, che ha destato numerose polemiche: secondo una parte del pubblico insegnerebbe a badare agli altri e a se stessi, secondo un’altra indurrebbe al suicidio per simulazione.
Le teorie su Tredici sono molte e oggi ve ne mostriamo una che coinvolge Alex Standall, uno dei personaggi più amati della serie. In base a questa teoria web, gli obiettivi di Tredici sarebbero quelli di illuderci che la protagonista sia Hannah Baker, mentre il celato carattere principale in realtà è proprio Alex. A quale scopo? Farci comprendere come sia difficile imparare dai propri errori, renderci conto delle cause di certe azioni, tenere d’occhio le cose e le persone davvero importanti.
Tredici (13 Reasons Why) porta il pubblico a ragionare sulle cause della morte di Hannah (violenza, indifferenza, bassa autostima), che, una volta comprese, dovrebbero servire come strumenti d’aiuto verso chi ha più bisogno di attenzioni. I motivi del suicidio di Hannah Baker si deducono sin dalle prime battute della serie, che ci urla “sta’ attento al prossimo, trattalo come merita..”, e ciò dovrebbe bastare per farci concentrare sul malessere di Alex, eppure non lo fa.
Eppure, Alex Standall di segnali ne ha lanciati molti. Si tratta sicuramente del personaggio più buono e genuino di Tredici, che ha compiuto l’errore di fidarsi troppo di una generazione maschilista, che discrimina ancora le donne se hanno un bel lato B: Alex, infatti, ha semplicemente fatto un complimento un po’ “spinto” ad Hannah per farla cadere nel baratro e per diventare uno dei tredici motivi per cui si è uccisa.
Le conseguenze delle sue azioni e della sua vita insoddisfacente li abbiamo sotto gli occhi durante tutto lo svolgimento di Tredici, senza accorgercene. Da quanto Hannah è morta, Alex si sente in colpa più di ogni altro all’interno del gruppo, eppure non possiamo dire lui abbia compiuto errori, non è molto strano? Si tratta di un ragazzo sensibile ed emotivo, che si lascia condizionare in maniera esagerata dagli avvenimenti.
In Tredici Alex Standall è vittima dei bulli e, per quanto provi a reagire, fa parte di un gruppo nel quale si sente obbligato a stare: non ha veri amici, l’unica persona che conosce davvero all’interno dell’High School è Jessica, peccato sia la sua ex. Ha un rapporto negativo con il padre, dal quale si sente prevaricato e sottomesso. Il suo stress imperturbabile ha dei tratti inquietanti ed è quasi impossibile non accorgersene.
Come saprete, la prima stagione di Tredici si conclude con un incidente che coinvolge Alex, che è in condizioni gravi. Si pensa abbia tentato il suicidio: chi se lo aspettava? Il pubblico avrebbe dovuto aspettarselo visti i segnali lanciati dal ragazzo, ma probabilmente era troppo concentrato su Hannah. Conclusione? Ognuno di noi è un po’ responsabile del gesto compiuto da Alex Standall.
In Tredici, alcuni segnali sono visibili durante un dialogo avvenuto tra Alex e Justin, dove il primo chiede “Se mi uccido, anche tu muori?”, una dichiarazione sicuramente da non sottovalutare; quando Alex si butta in piscina quasi come un corpo morto, ricordando la morte di Hannah Baker nella vasca da bagno; quando, prima dell’incidente, Alex ordina accuratamente la sua stanza come Hannah aveva fatto prima di uccidersi; in tutte le scene in cui appare spiazzato, tra le nuvole, pensieroso e in crisi. Come abbiamo potuto non vedere?
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