Twin Peaks 3: la recensione dei primi due episodi del revival
22/05/2017 di Redazione
Sky, non sappiamo se a causa di un errore, ha rilasciato anticipatamente – e per un periodo di tempo limitato – la doppia premiere del revival di Twin Peaks, ecco la recensione (sia spoiler free-che spoiler) ai primi due episodi.
Twin Peaks ha cambiato il modo di fare televisione: ha dato alla serialità americana la possibilità di essere un prodotto più impegnato, quasi vicino al cinema e alcune volte superiore. David Lynch e Mark Frost hanno creato qualcosa che è difficile da spiegare. Twin Peaks, ai tempi, non era simile a niente. Aveva elementi di una primetime soap opera, aveva elementi di drama, comedy di murder mystery legato al whodunit? e aveva anche un potente elemento sovrannaturale. Ha inciampato per strada qualche volta, specialmente nella seconda stagione che – a detta dello stesso Lynch – “ha fatto schifo” (non sono d’accordo, ha i suoi momenti), ma è sempre rimasto un prodotto di ottima qualità.
Essendo Twin Peaks un precursore dei suoi tempi ed avendo sdoganato il concetto di “serie tv impegnata,” ci aspettavamo sicuramente molto dal revival. David Lynch ha dichiarato che questa nuova serie limitata è un lungo film di 18 ore. Infatti ama chiamare gli episodi “parti.” Prima di iniziare il revival non mi era chiaro il perché, ma addentrandomi nelle prime due ore di questo “nuovo” Twin Peaks, ho perfettamente capito cosa intendesse il buon caro David.
In questa prima pagina troverete delle considerazioni generali sui primi due episodi, quindi non ci saranno spoiler. A pagina due la recensione diventerà spoilerosa. Quindi è una vostra scelta.
Le prime due ore del nuovo Twin Peaks sono confuse, inspiegabili, assurde, oniriche e fuori da questo mondo. Sono le prime impressioni. Ed è tutto ciò che mi aspettavo da Twin Peaks.
La prima parte, pur avendo numerosi riferimenti alla serie madre, si distanzia abbastanza dalla trama che conosciamo bene, mentre la seconda ci fa immergere completamente di nuovo nella storia dell’Agente Cooper.
Mentre lo show originale, pur iniziando in medias res, aveva il suo filone principale a cui si attaccavano le storie subordinate, stiamo parlando dell’omicidio di Laura Palmer, qui la struttura della storia è diversa.
Una cosa che ho notato e che non mi sono riuscito a spiegare è che c’è una grossa mancanza di score, di colonna sonora strumentale, l’originale era pieno dei meravigliosi pezzi di Badalamenti, mentre il nuovo Twin Peaks si concentra sul realismo delle scene, sui rumori della natura, degli ambienti. Una cosa di cui ero preoccupato inizialmente era proprio il fatto che ci fosse troppa differenza di stile tra la serie originale e il revival, lo show degli anni ’90 aveva colori caldi e sembrava ambientato in un sogno, il revival, nella sua assurdità, è decisamente più realistico, pur mantenendo quelle scene “oniriche” e deliranti, in pieno stile Lynch, della serie madre.
Andando avanti con il primo episodio, mi stavo godendo la storia in modo piacevole. Non ero del tutto entusiasta, ma ero preso. Poi è successo. Una scena che gli inglesi chiamerebbero “pivotal.” Una scena chiave, importante, che ti fa capire dove la storia vuole andare. E mi sono innamorato nuovamente di Twin Peaks.
Da lì, da quella scena, vieni trasportato di nuovo nel mondo di Lynch e Frost e vieni catturato da qualcosa di “strano” e meraviglioso.
Ora, miei cari, è impossibile proseguire senza spoiler, quindi se non volete anticipazioni, non andate a pagina 2.
Se invece volete continuare il viaggio e scoprire cosa succede, la pagina 2 sarà la vostra loggia nera.
Share this article