Twin Peaks 3×08: la recensione dell’ottavo episodio del revival
27/06/2017 di Redazione
L’ottavo episodio del revival di Twin Peaks è il più assurdo dell’intera serie, ma potrebbe essere quello che ci fornisce più informazioni.
Twin Peaks non è una serie canonica, non è neanche una serie per tutti. Infatti si tratta di uno show che stuzzica il telespettatore attivo e quello pronto a pazientare per avere una ricompensa nel lungo termine. Sì, perché per una persona abituata alla televisione di oggi: frenetica, piena di cliffhanger e plot twist, Twin Peaks potrebbe essere difficile da digerire. Mentre la serie originale provava a strizzare l’occhio anche al telespettatore medio di una qualsiasi serie tv, il revival non se ne preoccupa minimamente, non gliene frega niente, fa quello che deve fare, è una serie che rimane sé stessa. Ma è proprio questo il bello dello show di Lynch e Frost: non somiglia a niente e questo episodio lo prova più che mai.
L’ottavo episodio è probabilmente il più assurdo, il meno canonico e il più destabilizzante del revival (e della serie). C’è anche una certa difficoltà nel doverlo riassumere, ma è necessario provare a fare un resoconto di quello che è successo per analizzarlo.
La prima parte dell’episodio riguarda EvilCooper, per un attimo ci hanno fatto credere che sarebbe morto, ma non è stato così, le entità (se vogliamo chiamarle così) dalla loggia, incluso Bob, lo hanno riportato in vita o non gli hanno permesso affatto di morire (il tutto è ancora poco chiaro). A dimostrazione del fatto che se qualcuno sta aiutando il vero Dale (Dougie), c’è anche una controparte che aiuta il suo doppelganger.
Il Setting dell’episodio poi si sposta completamente e assistiamo, probabilmente, a parte della nascita della mitologia di Twin Peaks.
Scopriamo cos’è successo:
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