Twin Peaks: David Lynch parla del ritorno della serie

Twin Peaks è tornato, ma cosa ne pensa David Lynch? Scopriamo cosa ha detto l’attore e regista in una recente intervista 

Twin-Peaks
 
Twin Peaks è finalmente tornata dopo ben ventisette anni, e dopo solo quattro episodi i fan hanno iniziato a pensare a fare supposizioni riguardo ciò che potrebbe accedere in questa nuova stagione. Una cosa però è certa: tutti vogliono sapere cosa ne pensa David Lynch – creatore, regista e interprete di questa serie TV fenomeno degli anni ’90. In parecchie occasioni, Lynch ha sottolineato di odiare profondamente i dispositivi elettronici quali tablet e smartphone, in quanto rovinano totalmente l’esperienza di guardare una delle sue creazioni, come farà anche nell’intervista che vi rilasceremo qui sotto (***Intervista Spoiler-free***) :
Quando sei sul set, sei quel tipo di regista che vuole riprodurre esattamente ciò che immagina? 

Sì.

Cerchi (e scegli) gli attori che collaborino con te pensando che essi possano seguire perfettamente ciò che pensi?

Non proprio. Loro agiscono per quello che c’è scritto sullo script e se penso che non vada bene, spiego rapidamente ciò che intendo ed è fatta. Ci sono alcuni attori molto bravi a migliorare ed altri altrettanto bravi a capire cosa voglia da loro in quel momento.

Kyle MacLachlan ha detto che avete un rapporto lavorativo così profondo che a volte non avete bisogno nemmeno di parlare. E’ qualcosa che si è sviluppata col tempo?

Sì, assolutamente. Ma penso di aver conosciuto un sacco di persone da così tanto tempo come conosco Kyle. Siamo davvero vicini. Quindi, se ho qualche dubbio, ci penserà su e saprà come risolverlo. Ad un certo punto, quando lo avrà risolto, viene da me e mi dice “Beh, proviamo di nuovo.” Non dobbiamo dirci assolutamente nulla.

Quando lavorate siete quindi in sintonia?

Sì. Il personaggio è creato in un determinato modo e Kyle sa in che modo, quindi lui sa se si sta allontanando in qualche momento.

Quando hai immaginato il ritorno di Twin Peaks, sono state le immagini a “venire da te” oppure ci hai pensato un po’?

No. Un’idea tiene insieme tutto, se l’analizzi. Un’idea arriva e se ti fermi e ci pensi un attimo, essa ha un suono, un’immagine, un’indicazione di come debba essere il guardaroba, come il personaggio debba parlare e cosa debba dire. Un mucchio di idee possono arrivare in un attimo.

Quando hai incominciato a pensare al ritorno di “Twin Peaks”, hai ricevuto questi “flash” e poi è servito semplicemente trovare il modo di unirli tutti insieme?

Si. Lavoro con Mark Frost, quindi parliamo e otteniamo delle altre idee. Prendiamo per buone queste idee e diventano sempre più specifiche e qualcosa inizia a parlarci, sanno come vogliamo che siano, quindi vanno benissimo.

Quando dici “sanno come vogliamo che siano” intendi che gli attori lo sanno?

No, le idee. Prendi il modo in cui vogliono essere. Questo è quello che dico sempre, è come pesce. Non fai il pesce, prendi il pesce. È come se quell’idea esistesse prima che tu l’abbia catturata, quindi in qualche modo strano, noi esseri umani, non facciamo davvero nulla. Traduciamo solo le idee. Le idee vengono avanti e le traduciamo.

E le trasmetti alla gente.

Sì. Puoi costruire qualcosa e quando sarà finita, la mostrerai.

Quali sono state le lezioni apprese dalle prime due stagioni di “Twin Peaks” che volevi portare avanti con questa nuova esperienza?

Volevo essere coinvolto con tutta la scrittura e volevo dirigere tutti. Non che altri registi non abbiano fatto un ottimo lavoro, ma la serie è passata attraverso persone diverse, è naturale che finisca con qualcosa di diverso da quello che ho realizzato io. Questo è quello che ho imparato.

In un mondo perfetto, avresti adorato poter dirigere entrambe le vecchie stagioni?

Assolutamente sì.

Showtime ha annunciato questo progetto nel 2014, ora siamo nel 2017, quindi direi che è passato…

Molto tempo. E pensa che scrivevamo già da prima (per esempio Mark Frost ha iniziato a scrivere nel 2012).

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