Un Medico in Famiglia: Andrea Fabiano conferma “Chiusura possibile” (ESCLUSIVA)
29/07/2017 di Thomas Cardinali
Il diretto di Rai 1 Andrea Fabiano conferma ai nostri microfoni la possibile chiusura della storia fiction “Un Medico in Famiglia” alle Giornate del Cinema Lucano di Maratea.
Capodanno a Maratea con conduzione di Amadeus, cosa ci puoi dire? Sarà l’unico conduttore?
“No avremo altre persone con lui, ci sarà la musica”.
Per il 2019 avete idee sulla location?
“Abbiamo ancora due edizioni di contratto con la Basilicata quindi ci penseremo dal 2020”.
Giletti è fuori dalla Rai?
“Ha parlato il direttore generale della Rai, ha detto alcune cose e quella è la nostra voce”.
Ci puoi dire un programma su cui punti molto per la prossima stagione?
“Guarda ne dico due perché sono molto diversi tra loro: Sotto copertura sull’impegno civile e Sirene perché è qualcosa sia per la storia che per il linguaggio mai visto prima su Rai 1”.
Nel cambio del direttore generale cambia qualcosa per un direttore di rete? O lavori come lavoravi prima?
“La quantità e la qualità del lavoro è sempre uguale, cambia l’interlocutore perché ogni persona ha il suo stile. Si lavora con l’abituale tranquillità, non c’è un cambio effettivo. C’è una persona magari con linee diverse”.
“Chiusura possibile”, sarà addio ad Un Medico in Famiglia?
Rai 1 è la rete delle grandi fiction, ora sono in corso le riprese di Don Matteo, ma le fiction storiche come Un Medico in Famiglia di cui non si sa niente?
“Sui sequel c’è sempre un lavoro attento di studio sulla possibilità che possa andare avanti e non è un caso che ci siano pochi prodotti che sono arrivati alla decima/undicesima stagione. Questa stagione sarà caratterizzata da nuove storie anche perché ogni volta che quest’anno abbiamo proposto qualcosa di nuovo il pubblico ha risposto con entusiasmo. Dobbiamo capire se Un Medico in Famiglia ha un potenziale sviluppo”.
È plausibile quindi che possa chiudere Un Medico in Famiglia?
“Come tutte le esperienze più consolidate è un lavoro più importante rispetto anche alle nuove storie. Bisogna capire il potenziale narrativo futuro ed è quello che stiamo facendo”.