Un Re allo sbando: il Re del Belgio specchio della crisi europea
10/02/2017 di Redazione

Un Re allo sbando, cosa succede quando il Re del Belgio in viaggio diplomatico scopre che nel suo paese la Vallonia si è dichiarata indipendente? Da Peter Brosens e Jessica Woodworth un film sulla crisi europea terribilmente divertente.
Peter Brosens e Jessica Woodworth sono noti per i loro documentari , grazie al successo di critica e in parte del pubblico con i tre lungometraggi diretti e prodotti insieme: Khadak (vincitore del Leone del Futuro 2006), Altiplano (Settimana della critica a Cannes 2009) e La quinta stagione – The Fifth Season (in concorso al Festival di Venezia 2012). I loro film sono stati proiettati in centinaia di festival e hanno vinto dozzine di premi.
Ma diciamo la verità, come ci ha confermato la stessa Jessica Woodworth intervenuta a Roma per presentare il film, il grande pubblico ignora i loro lavori che vengono distribuiti su circuiti minori. Ma con Un Re allo sbando – King of the Belgians, già presentato a Venezia Orizzonti 2016, ricevendo l’ennesimo consenso della critica forse le cose cambieranno. Con la scelta di realizzare un film, con il taglio del mockumentary, il falso documentario, ci troviamo a seguire le peripezie del Re del Belgio Nicola III (interpretato magistralmente da Peter van den Begin), che in visita diplomatica ad Istanbul, si trova improvvisamente bloccato nel paese mentre nel suo la Vallonia si dichiara indipendente creando una crisi (il paese è effettivamente diviso tra Vallonia e Fiandre, dove al sud troviamo i Valloni di lingua francese al nord i Fiamminghi con la loro lingua, da sempre in contrasto).

Una tempesta solare impedisce agli aerei di volare, il viaggio via terra nella pericolosa zona dei balcani è sconsigliato dal capo della sicurezza turca, deve solo aspettare. Ma il Re non può aspettare, deve salvare il suo paese e allora con una rocambolesca fuga attraverso il Bosforo, Bulgaria, Serbia, Montenegro e Albania i paese meno sviluppati dell’ Europa, fugge con il suo piccolo gruppo di collaboratori e il fedele documentarista (interpretato da Pieter van den Houwen) a cui era affidato all’inizio il compito di realizzare un semplice documentario sulle attività reali, che suo malgrado si ritrova a riprendere e a testimoniare tutto il viaggio. Da qui i due registi ci conducono in un viaggio Omerico, attraverso le zone dell’Europa meno conosciute affrontando tutti i problemi con ironia e al tempo stesso dando una vera e propria piccola lezione di storia sui martoriati Balcani. Il risultato della pellicola è un divertimento estremo, cosa sorprendente per dei Belgi, ma in realtà i due autori tengono sempre presente i contrasti europei dove portando l’esempio del Belgio, un paese piccolissimo nel centro dell’Europa che non riesce a stare unito e che che ricordiamo è stato senza un governo a causa dei dissidi tra valloni fiamminghi per oltre 500 giorni.

La definizione più bella che viene data è quella del Belgio come: “il bottone della camicia dell Europa” che rischia saltare, e se pensiamo che il bottone della manica della camicia, per fare un gioco di parole, ovvero la Brexit inglese è già saltato il film risulta fin troppo attuale. Girato in Bulgaria. Turchia e Belgio, con l’utilizzo di tantissimi attori non professionisti il film brilla di originalità anche per la scelta di luoghi cinematografici mai visti . Tutti i problemi affrontati nel lungo viaggio on the road sono il semplice specchio di quelli europei, dal cecchino dell’ex Jugoslavia che li ospita (amico del documentarista testimone dell’assedio di Sarajevo) che si chiede quando la Serbia potrà entrare a far parte della comunità Europea, alla validità dell’istituzione della monarchia. Il nostro Re allo sbando non è uno stupido o uno sprovveduto, lui sa bene che deve affrontare problemi reali e cercare di salvare il suo paese da una assurda divisione, affronta le difficoltà in modo sempre dignitoso cercando di non perdere il suo aplomb. Tutta la pellicola intrisa di sarcasmo e ironia, ci presenta una Europa davvero sconosciuta, il Re allo sbando è ovviamente l’Europa stessa con tutti i suoi contrasti e divisioni, mai affrontati dai burocrati del Parlamento Europeo. Di conseguenza tanto di cappello o meglio di corona a due registi che ci donano uno di quei film che devono essere visti , non solo per intrattenerci.
Il film distribuito nel nostro paese da Officine UBU in oltre quaranta copie, cerca di superare quel limite invalicabile in cui certe opere vengono relegate, ma se per una volta potete fare a meno dei mattoncini o delle sfumature, Un Re allo sbando vi regalerà autentici momenti di divertimento con tante perle di saggezza , e vi assicuriamo che per una piccola pellicola è davvero tanto, un vero e proprio dono che ci arriva dal Belgio, buono come la sua cioccolata.
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