Una giornata a Piazza Vittorio: Emanuele Moretti parla del nuovo documentario di Abel Ferrara

Il produttore Emanuele Moretti ci ha rilasciato un’intervista esclusiva sul nuovo documentario di Abel Ferrarra che racconta una giornata a Piazza Vittorio.

Piazza Vittorio un tempo era una zona in cui vivevano le famiglie facoltose romane, mentre adesso è uno dei più importanti centri di aggregazione multiculturale della Capitale. Da molti ribattezzata chinatown per l’alta densità di esercizi commerciali cinesi è comunque ancora in grado di suscitare un fascino misterioso su abitanti e turisti tanto da richiamare l’attenzione di Abel Ferrara che ha voluto fortemente realizzare questo documentario. Il produttore Emanuele Moretti della Alberini Films, insieme al collega Andrea De Liberato e Kees Kasander con cui sta anche producendo “Walking to Paris” di Peter Greenaway. Il giovane produttore italiano ha parlato di com’è nata l’idea di realizzare un documentario così complesso, del suo rapporto con Willem Dafoe e dell’ultimo anno di produzione in Italia. Una chiacchierata dunque con un produttore molto coraggioso che non ha paura di dare fiducia a registi complessi e spesso di difficile comprensione al grande pubblico come Abel Ferrara, opere di cinema d’autore che ci ricordano qual è l’essenza della settima arte. Leggi l’intervista esclusiva a Emanuele Moretti su Talky.

Quando è nata l’idea di un documentario su Piazza Vittorio?

L’Idea del documentario nasce in un Pranzo tra me Abel ed il nostro avvocato Filomena Cusano, Abel era in procinto di fare un workshop con la scuola di Cinema sentieri Selvaggi e mi ha detto perchè non giriamo un film su Piazza Vittorio con tutti gli abitanti che vivono li? E Così è nato il progetto. Abel ha scelto noi per questo documentario.

In quest’opera ti sei avvalso anche di un attore molto importante a livello internazionale con Willem Dafoe, ci puoi raccontare qualche aneddoto su di lui?

Willem è un abitante di Colle Oppio e quindi molto legato al quartiere e a Piazza Vittorio, ha gentilmente preso parte al Documentario come intervistato. Anedotto, parla molto bene l’italiano

È stato difficoltoso il processo produttivo del film? La collaborazione con Kees Kasander?

Beh ogni film di Abel in quanto molto sperimentale a livello produttivo ovviamente porta alle sue difficoltà però allo stesso tempo è molto stimolante. Io ed il mio Socio Andrea de Liberato che è il produttore di questo film con me abbiamo iniziato a collaborare con Kees da due anni, per Peter Greenaway ed altri film, è molto esperto ed è uno dei produttori arthouse piu importanti d’europa.

All’estero già hanno avuto modo di vederlo?

Abbiamo avuto molte offerte, ma essendo il film ancora in montaggio nessuno ha potuto vedere un primo cut

Cosa ne pensi del cinema italiano nell’ultimo anno a livello produttivo?

Sono stati prodotti film interessanti, penso a Rosi vincitore a Berlino e a “Lo Chiamavano Jeeg Robot”, che è stata una operazione coraggiosa e riuscita. Sicuramente il processo produttivo in Italia guarda poco all’output e quindi ha scarsa attenzione nella richiesta del prodotto, si regge sulla struttura Tax credit interno Tax Credit Esterno, ogni tanto sovvenzioni ministeriali e Film Commissions. In realtà il mercato anche in Italia domanda contenuti, bisogna solo essere più attenti a capire , cosa non facile, quale è la richiesta.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e con quali attori o registi vorresti lavorare?

I miei prossimi progetti sono il Film di Abel che si chiama Roma anno Zero il film di Alberto Sciamma che iniziamo le riprese ad Agosto una commedia sull’immigrazione, poi a fine anno Produrrò Eisenstein in Hollywood di Peter Greenaway con il quale ho gia collaborato ed il prossimo anno il nuovo film di Alejandro Agresti. Un regista che vorrei produrre è Alexander Sokurov, sono stato molto vicino a collaboraci ed Werner Herzog che purtroppo non ho mai avuto modo di conoscere.

Share this article