Arrival – Recensione: Amy Adams linguista d’autore per Denis Villeneuve

Amy Adams è la protagonista insieme a Jeremy Renner dello splendido film fantascientifico ” Arrival ”  di Denis Villeneuve che ci mostra la forza della comunicazione.

Denis Villeneuve ha disertato il Lido perché impegnato sul set di Blade Runner 2, ma il suo “ Arrival ” ha già conquistato la critica a Venezia 73. Applausi sinceri alla fine della proiezione stampa per un’opera fantascientifica diversa da quelle degli ultimi anni e paragonabile al “Contact” con Jodie Foster. Il regista è assente, ma la sua mano si vede in ogni minuto di questo film che sa giostrare in modo stupendo tra passato e futuro analizzando nel profondo la psiche dei protagonisti interpretati in modo perfetto da Amy Adams, che ha trovato una spalla ideale in Jeremy Renner.
Arrival
Amy Adams in ” Arrival ” sfoggia una grandissima interpretazione regalandoci una madre forte e una linguista di straordinaria intelligenza ed intuizione. Questo film di fantascienza non ha niente a che vedere con “Indipendence Day” o con la catastrofe de “La Guerra dei mondi” ed è una lezione di vita sotto molti aspetti. La protagonista è Louise Banks, una delle più famose linguiste della terra che viene contattata dal colonnello Weber (Forest Whitaker) per risolvere l’emergenza di un’invasione aliena. Le astronavi hanno un design particolare e diverso dal solito e questo già può risultare interessante.
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Lo è anche il rapporto che si viene a creare immediatamente con il fisico Ian Donnelly (Jeremy Renner) che rappresenta esattamente la perfetta metà della studiosa. Al primo contatto con gli alieni, anch’essi molto particolari ed originali diventa evidente un ennesimo paradosso: in un film sulla comunicazione le scene più significative sono quelle con i simboli e gli scambi di sguardi. Nel continuo gioco tra passato e futuro il dramma familiare di Louise assume dei caratteri sempre più chiari, man mano che anche la comunicazione con gli alieni.
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La comunicazione diventa così il fine, l’unico modo in cui gli esseri umani possono andare avanti è collaborare. “ Arrival ” in un primo momento può sembrare un invito al dialogo per risolvere le controversie che attanagliano i nostri tempi con la lotta al terrorismo, ma in realtà la minaccia di guerra è soltanto un pretesto. Gli alieni sono soltanto un utile strumento con cui Villeneuve ha voluto dare un tocco fantascientifico originale alle vicende riuscendoci a pieno. Può sembrare a tratti prolisso, ma è la drammaticità ed il messaggio profondo a renderlo tale. Fortunatamente c’è Amy Adams che non annoia mai tirando fuori l’ennesima grande performance di una carriera variegata quanto le lingue conosciute dalla protagonista.
Voto finale:
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