Hacksaw Ridge: Mel Gibson omaggia gli eroi silenziosi della guerra (Recensione)
02/02/2017 di Thomas Cardinali
Mel Gibson con il suo nuovo film “Hacksaw Ridge” presentato fuori concorso alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia omaggia gli eroi silenziosi della guerra non disdegnando delle sequenze di battaglia spettacolari. La recensione in anteprima.
Mel Gibson presenta alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia fuori concorso il suo ultimo lavoro “Hacksaw Ridge” (leggi la conferenza stampa). Il premio Oscar per “Braveheart” ha puntato sul rilancio di Andrew Garfield, che dopo il fallimento del franchising di “The Amazing Spiderman” si rimette in gioco ora con un film autoriale sfoggiando una buona prova nei panni del soccorritore Desmond Doss. Da applausi la parte di Hugo Weaving, che interpreta un padre pronto a tutti per aiutare il figlio e in una particolare scena mostra come il proprio paese si dimentichi troppo spesso e presto dei propri eroi. Stranamente a suo agio anche Vince Vaughn, noto soprattutto per le commedie e non per i drammi come ha recentemente dimostrato nel mezzo flop della seconda stagione di “True Detective”. La protagonista femminile è invece Teresa Palmer, che riesce ad entrare con delicatezza all’interno del film ed essere un ottima spalla per il protagonista dando vita ad una coppia credibile.
Un film dalle due facce: la prima delicata e profonda con la decisione di Desmond di combattere la sua guerra con le proprie regole ad ogni costo e la seconda cruda e violenta con delle immagini di guerra che rimandano alla fotografia e regia classica del cinema di Mel Gibson. Nella parte iniziale il regista australiano decide di dare ampio risalto a cosa abbia portato Desmond Doss a rischiare la corte marziale per la propria fede, al difficile rapporto con i genitori e all’obbligo di sentirsi all’altezza di un fratello partito per la guerra come un eroe. La crudeltà delle scene in battaglia viene resa in modo drammatico dalla caoticità, anche se tutto sembra svolgersi seguendo un filo logico rendendo le sequenze splendide.
La similitudine tra Demsond e Gesù Cristo non è azzardata, anzi questo soccorritore che ha salvato decine di compagni durante il conflitto viene ricordato giustamente come uno dei più grandi eroi. La libertà religiosa di un obiettore di coscienza che ha partecipato attivamente alla guerra senza utilizzare un’arma da fuoco è uno dei contrasti più interessanti. Quello di Mel Gibson sembra un omaggio agli eroi silenziosi della guerra, se vogliamo completamente opposto rispetto a quello del cecchino Chris Kyle nell’ “American Sniper” di Clint Eastwood, dato che li ad essere esaltato è stato l’uomo copertina. Mel Gibson ha più volte dichiarato di odiare la guerra ed è per questo che la dipinge senza censure, ricorrendo spesso allo splatter, ma in “Hacksaw Ridge”
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