Venezia 73: James Franco presenta il suo “In dobious battle”

Presentato nella sezione Cinema nel Giardino della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia  In Dubious Battle, il nuovo film diretto e interpretato da James Franco.

Un’incredibile lotta del’uomo contro se stesso

James Franco, polivalente star del cinema americano, artista, critico, scrittore, professore universitario, regista nonchè attore stamane ha presentato il suo nuovo lavoro In Dubious battle, tratto dall’omonimo romanzo scritto dal Premio Pulitzer John Steinbeck nel 1936 e pubblicato in Italia tradotto da Eugenio Montale con il titolo La Battaglia.

Il titolo è una citazione di un passaggio del Paradiso perduto di Milton:

Innumerable force of Spirits armed,
That durst dislike his reign, and, me preferring,
His utmost power with adverse power opposed
In dubious battle on the plains of Heaven,
And shook His throne.
In Dubious Battle racconta la storia di un uomo che cerca di organizzare uno sciopero dei raccoglitori di frutta nel sud della California. Nei campi di mele del sud della California, nei primi del Novecento, i lavoratori immigrati insorgono contro i proprietari terrieri dopo essere stati pagati solo una frazione dei compensi concordati. Il gruppo si anima di una vita propria, più potente dei suoi singoli membri, e più spaventosa. Capeggiati dallo sventurato Jim Nolan (James Franco), lo sciopero si basa sul suo tragico idealismo, sul “coraggio di non sottomettersi mai, di non cedere”. Lo scioperò si rivelerà fallimentare ma servirà a illustrare le posizioni radicali tenute dai capi sindacali per arringare i braccianti in sciopero.  Doc Burton, un medico che aiuta gli scioperanti e cerca di vedere le cose come realmente sono, senza giudicare e attribuire etichette di buono e cattivo.
https://www.youtube.com/watch?v=JLJM9uTS8Nw

Nel film, prodotto dallitaliana Ambi Pictures di Andrea Iervolino e Monica Biscardi, un cast stellare che annovera: Nat Wolff, Vincent D’Onofrio, Selena Gomez, Robert Duvall, Bryan Cranston, Ed Harris, Josh Hutcherson, Sam Shepard e Zach Braff.
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Alla conferenza stampa James Franco, i protagonisti Ashley Greene e Ashton Stowell, e i produttori del film, hanno risposto alle domande della stampa internazionale:
James, come mai sei così ossessionato da John Steinbeck e i suoi romanzi ? A teatro hai già portato il suo Uomini e topi, ora stai presentando In dubious battle, un altro suo testo.  Puoi dirci qualcosa a riguardo?
James Franco: sono cresciuto in California, proprio vicino alla contea dove viveva Steinbeck. Lo scrittore ha vissuto nella mia stessa città quando ero uno studente all’università di Stanford. La mia ossessione per la sua scrittura è iniziata non appena ho imparato a leggere, è parte del tessuto della mia infanzia; sono cresciuto con i romanzi di John Steinbeck, li ho trovati sin da subito a casa mia, li avevano letti i miei genitori e, leggendoli anche io me ne sono innamorato, parlavano delle storia del mio paese, di dove ero nato e vissuto; ho subito pensato di avere una connessione speciale con loro, avevano qualcosa che non riuscivo a spiegarmi. É stato parte integrante della mia vita per oltre 20 anni, lo sentivo molto

Come ha deciso di realizzare un film partendo dal romanzo In Indubious battle? Perchè ha deciso proprio questo testo?
James Franco: Il romanzo è un racconto straordinario di lotta dell’uomo contro se stesso un argomento incredibilmente vivo durante la Grande Depressione, e ancora oggi estremamente pertinente. Avevo già adattato a teatro Uomini e Topi (Of mice and man, distribuito in italia dalla Nexo) a teatro, ma due anni fa decisi che volevo fare un lungometraggio a partire da una delle sue opere meno conosciute, dalla quale non era stato fatto nessun adattamento cinematografico eche più mi appassionano ancora oggi; così ho deciso di realizzare In indobious battle. Ho trovato poi nella Ambi Pictures piena collaborazione e il progetto si è potuto concretizzare al meglio. Il forte conflitto che si instaura tra i protagonisti della protesta, le loro rimostranze, il loro confrontarsi quotidiano e il muro a muro con i proprietari terrieri, avrebbe reso l’opera epica e memorabile. Una vera storia americana.
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Ashton, Ashley, com’è stato lavorare con James, che, ovviamente, conosce alla perfezione Steinbeck e i suoi romanzi?
Ashton Stowell: Ho ricevuto una telefonata da james che mi chiedeva se avessi voluto prender parte al film e ovviamente, conoscendo già i suoi precedenti lavori, ho subito accettato fortemente intrigato dal suo progetto. Successivamente ho letto del cast stellare che si stava definendo: Sam Shepard, Robert Duvall, certamente Ashley e James anche loro, e questa per me era una più che solida garanzia. Ho capito poi, sebbene trattasse di uno scenario che si è sempre ripetuto nei secoli; queste persone avevano perso tutto, non avevano cibo, non avevano prospettive di futuro e l’unica cosa che gli rimaneva era unirsi e combattere fino alla fine per un ideale, andava raccontata per far comprendere al mondo contemporaneo che, se ci troviamo quasi nella medesima situazione, dobbiamo anche noi fare qualcosa per cambiarlo. Lavorare con james è particolare, anche se il set è pronto, non si sa mai come andrà a finire, cosa ha in testa al momento e le strategie che adotterà per portare a casa la scena; all afine tutto fila lisci e il lavoro viene al meglio.
Ashley Green: Si, bene, semplicemente ho ricevuto la chiamata e mi hanno chiesto se volevo annch’io far parte del processo e istintivamente ho detto si ancor prima di aver letto la scenegiatura, poichè il cast che aveva aderito al progetto era così incredibile e di talento che non potevo e dovevo rifiutare. Sapevo che c’era james al timone, avevo visto i suoi precedenti lavori e volevo assolutamente far parte di un progetto in cui la tematica della lotta contro i poteri forti, della battaglia dei più pveri fosse d’insegnamento per chi, come loho ha combattuto per un ideale. Una battaglia quotidiana, fortissima avvenuta durante la depressione degli anni ’30, una situazione economica e socio-politica che noi, al giorno d’oggi non possiamo nemmeno immaginare. Anche se ho una piccola parte nel film, ciò a me interessava poco, volevo solo far parte del progetto e, naturalmente mi eccitava la sola idea di interpretare la figlia di Robert Duvall. Lavorare con James è una cosa particolare, speciale, ti da quella libertà di recitazione, di fare in scena quelo che ti chiede che non ho riscontrato in nessun altro regista. Sul set metti in scena delle cose che non avevi mai fatto prima.
Domanda al produttore Vince Jolivette : com’è lavorare con James Franco dal punto di vista della realizzazione delle sue opere?
Vince Jolivette: Lavoro con James da circa 20 anni e conosco a pieno come lui inteder fare il suo cinema. Non relizza mai film a grosso budget così per questa volta abbiamo deciso, assieme alla Ambi Pictures, di offrirgli le migliori condizioni per poter lavorare in tranquillità.
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Il film finisce molto diversamente da come lo potremmo immaginare, ora cosa pensi direbbe l’autore del romanzo del finale del film?
James Franco: É sempre è molto difficile non avere un effetto “collaterale”politico e politicizzante in una trasposizione di un suo racconto, ma questa volta credo che il mio obbiettivo fosse un altro; ho realizzato il film cercando di ricreare l’esperienza che si ha leggendo il libro di Steinbeck, ricreando una storia epica che fosse un parallelo con la situazione che vivono alcuni lavoratori oggi. Ci vorrebbero più storie come queste.
Lei non si ferma mai, regia, teatro, scrive libri, è un artista visivo, vede la sua opera come un qualcosa animato da un obbiettivo comune oppure le sue opere nascono dalla necessità di lavorare? 
James Franco: Niente, io faccio un sacco di cose, non sto mai fermo, tutto quello che faccio lo considero una specie di progetto comune, così come mi ha insegnato il mio amico Harmony Korine (il direttore di Spring Breakers) che mi ha insegnato che se veramente vuoi realizzare qualcosa di fuori dall’ordinario, devi esser te stesso che in prima persona ti devi mettere in gioco.
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Una domanda per i produttori italiani della Ambi Pictures Andrea Iervolino e Monica Biscardi. Cosa vi ha spinto nel lavorare con James ? Cosa vi attrae più di lui?
Andrea Iervolino: Noi consideriamo James un grandissimo artista a tutto tondo. Già abbiamo fatto con lui nel giro di 2 anni 3 film, due che ci sono stati proposti da lui e uno proposto a lui da noi e ora ne abbiamo altri 5 in pre-produzione. James è uno che lavora non stop; Fino a mezzanotte lo vedi impegnato in un film, da mezzanotte e un minuto ne gira un altro e dalle 7 parte con un altro progetto. Consideriamo questo film la prova  che lui è un grande artista non solo un attore.
Monica Biscardi:Lo ringraziamo per averci messo a disposizione il suo talento, per aver adattato alla perfezione il bel romando di Steinbeck e per averci fornito un’altra grande prova attoriale.

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