Venezia 73: L’incontro con Chris Meledandri e 30′ in anteprima di “Sing” (Reportage)

La Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ha deciso di premiare Chris Meledandri per il suo lavoro nel mondo dell’animazione e a margine di un dibattito aperto al pubblico abbiamo potuto assistere a 25’ in anteprima mondiale del nuovo film “Sing”.

La Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia rende ancora una volta omaggio al mondo dell’animazione e dopo i riconoscimenti del passato al maestro fondatore dello Studio Ghibli Hayao Miyazaki quest’anno è la volta di Chris Meledandri che con la sua Illumination Entertainment ha rivoluzionato il mondo di fare animazione con successi come “Cattivissimo Me” e “Minions” e al Lido abbiamo potuto assistere all’anteprima italiana di “Pets – La vita segreta degli animali” (leggi la recensione) che si prepara a battere nuovi record al box-office. A presentare l’incontro il direttore artistico Alberto Barbera:

“Da bambino ho visto molti film animati: Disney, Looney Toons. All’università li ho snobbati, pensavo non fossero paragonabili ai lungometraggi non animati. Mi ha aperto gli occhi Enzo Ungari, un giovane critico che ha contribuito a reinventare la Mostra del Cinema di Venezia. Invitato ad un festival del cinema di animazione, aveva scoperto qualcosa di cui ignorava l’esistenza. Anche l’animazione era fatta da grandi artisti, era necessaria ancora più creatività e non c’era motivo per snobbarla.Dagli anni 70 in poi alla creatività si è aggiunto il botteghino con Miyazaki, Lasseter (Pixar) già premiati da Venezia. Il nostro ospite di oggi ama stare dietro le quinte. Tra i suoi maggiori successi, Minions, Pets, che hanno portato la Illumination ad avere 950 dipendenti con la sede a Parigi contribuendo a realizzare i sogni e le visioni di Chris Meledandri poi affidate a registi. La capacità di Chris Meledandri di rinnovare il linguaggio del cinema di animazione apportando una propria visione ed è per questo che lo premiamo oggi tributo speciale”.

Il testo dell’incontro con il produttore Chris Meledandri moderato da Emanuele Rauco.
Il suo cognome è di origine italiana?

“Si, dal padre di mio padre. Sappiamo poco, ma parte della famiglia viene da Firenze. La madre di mio padre di cognome faceva Di Benedetto ed era siciliana. Nonno e nonna erano immigrati e si sono conosciuti a New York. Comunità italiana molto forte nel Bronx quindi si conservavano le proprie origini”.

Il suo primo rapporto con il cinema, è da sempre un appassionato di animazione?

“L’ho scoperto in tarda età grazie a mio figlio. Da piccolo non lo vedevo per niente, i miei genitori erano cinefili e avevamo solo Antonioni, De Sica Truffaut, Allen. Non c’erano i cartoni animati in tv. Ci sono arrivato negli anni 90, con la Disney e Miyazaki”.

Ti ispiri alla commedia classica americana?

“Mio padre mi mostrava il lavoro dei fratelli Marx. Amava Peter Sellers che trovava fisicamente e verbalmente divertente. Per chi produce film comici, io sono poco comico, ma ho scelto bene i collaboratori. Il regista di Pets e il co regista sono molto influenzati dall’animazione tradizionale perché sono cresciuti con questa, ma anche con la comicità di Sellers e Tati. Noi scegliamo le persone con cui lavorare e verifichiamo che abbiano sensibilità. La comicità fisica dei film è dovuta agli artisti che lavorano con noi. Ero un cinefilo e volevo diventare un produttore sin da quando sono arrivato a Hollywood. Lavoravo con la 20th c Fox e mi è stato chiesto di collaborare ad Anastacia. All’inizio non volevo lavorare in questo ambito, poi ho iniziato un film chiamato Ice Age. Lì è iniziata la mia passione”

Ice Age è stato un punto di svolta?

“Sono legato alla storytelling perché si lega al mio lavoro. Per la prima volta nella mia vita ero convinto dalla storia, dai dialoghi e da artisti. Eravamo un piccolo gruppo di persone che non avevano mai fatto un film in CG. La Fox con Blue Sky erano interessati al digitale, ma avevano fatto poche cose, corti e quindi il processo è stato lento. Abbiamo iniziato come gruppo di poche persone. Alla Fox non c’era nessuno che volesse fare questi film, quindi noi siamo andati per la nostra strada e dopo due anni abbiamo presentato un prodotto che piaceva a noi, ma non sapevamo se sarebbe piaciuto agli altri. Dopo questi film sono usciti uno dopo l’altro. Andavano bene al botteghino ed erano belli”.

Come nasce l’idea dell’Illumination?

“Io iniziai a pensare a costruire qualcosa di nuovo e, essendo stato tanti anni alla Fox, volevo cambiare, non perché stessi male (avevamo successo), ma volevo iniziare una nuova avventura. La Universal si propose di supportarmi in una nuova compagnia, ma mi resi conto che stavo per lasciare la Fox dopo tanto successo e avevo paura. Qualcosa mi disse che però stavo facendo la scelta giusta e fondai la Illumination”.

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Quali furono le prime idee?

“Quando inizia Illumination, una delle idee era di differenziare la compagnia dalla Fox cercando di trasformarla nel primo vero animation studio americano. Deciso che la prima settimana, meno di 10 anni fa, l’avrei trascorsa a Tokyo cercando di ottenere una prospettiva internazionale incontrando registi, visitando gli studios e con loro abbiamo ancora importanti rapporti, anche se non abbiamo mai realizzato dei film in Giappone”.

Cattivissimo Me e Minions, come nasce idea?

“Il concept era la breve linea di demarcazione con un cattivo che adotta tre ragazze. Iniziammo, ma all’inizio l’idea era di cattivi troppi tradizionali. Lavorando con Eric Guillon ci chiedemmo come creare personaggi diversi che andassero bene per la storia e fossero originali. In Ice Age avevamo Scrat, qui dovevamo trovare qualcosa di altrettanto originale. Minions è nato da un processo artistico di squadra con tre collaboratori e sembra stran. Il film d’animazione è molto diverso dal live action, da noi lavora un grande team ed è bello essere parte del gruppo anche solo per vederne la realizzazione”.

In che modo ha influenzato il processo creativo?

“Il processo iniziò dallo storytelling e dalla creazione del film , dall’idea fino al film stesso. Le idee iniziali vengono da me o dai membri del team molto vicini a me. La scelta delle persone ci guida verso la scelta giusta. Noi cerchiamo talenti. Chris Wedge era alla sua prima volta come regista per Ice Age e così anche Chris Renaud per Cattivissimo me. È mia la responsabilità della scelta e io mi fido di loro. Le cose che il pubblico ama di più sono quelle a cui io non riesco a dare credito creativo, sono momenti, spazi tra i dialoghi. Questo è il lavoro d’artista ed è la parte del processo che amo di più, quelle parti che emergono e che io non avrei considerato. Come fare un assolo dopo aver preso un sassofono senza saperlo suonare. La continuità nel lavoro: anche per Pets ciò che tocca di più è il lavoro d’artista”.

Pets, come sono nate le caratterizzazione dei personaggi?

“L’idea del film, quella grezza, era nella mia testa da anni: cosa fanno gli animali quando non siamo a casa? Noi che amiamo gli animali, immaginiamo una vita molto frenetica che passa per un amore incondizionato che loro hanno per noi, anche i gatti che fingono di no. Qual è la vita nascosta? Come ci si sente tornando a casa e trovando un animale così felice ad aspettarti? La caratterizzazione viene da Eric Guillon, Janet e Chris. Guillon iniziò a disegnare le prime tavole. Ognuno aveva tante idee, io avevo ricordi di animali domestici della mia infanzia. Ancora una volta la collaborazione ha funzionato e noi abbiamo cercato di far condividere a tutti coloro che lavoravano le proprie idee. Il film nasce da un concetto, non da una storia. Pensammo a questa mentre pensavamo anche a Cattivissimo Me”.

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Com’ è nato Sing?

“Anche all’idea di Sing ho pensato per anni, sotto diverse forme. Questo genere di film portava a creare un musical, ma poi ha prevalso un’altra linea di produzione. Gli animali lavorano, guidano, mangiano. Il personaggio di Buster Moon (doppiato da Matthew McConaughey) ha un teatro e fa il produttore. Le qualità di un produttore solo l’illusione, l’ ottimismo, ma se sei un produttore devi considerare quello che hai in testa come reale, altrimenti avrai tempi duri. Lui gestisce un teatro dove la gente non va e deve capire come richiamare gente. Il teatro è il posto in cui il padre l’ha portato da piccolo e in cui ha provato sentimenti. Quindi decide di farsi pubblicità con una competizione canora. Il suo amico John non è d’accordo, ma lui vuole dimostrare di avere ragione”.

Qual è il tuo animale preferito?

“La maggior parte delle persone è da cane o a gatto. Io amo l’idea dei gatti, ma preferisco i cani e mi piace l’amore incondizionato e non nascosto che hanno. Questo è ciò di cui ho bisogno nella mia vita. Mi è piaciuta molto Chloe e ne sono contento”.

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Al termine dell’incontro con Chris Meledandri abbiamo assistito a 25’ in anteprima mondiale del film “Sing” e la prima impressione è stata incredibilmente positiva: ci troviamo davanti ad un vero e proprio musical, dove però non è la musica ad essere protagonista ma bensì la voglia di ridare vita al teatro. L’immagine della decadenza di questa storica location è purtroppo molto spesso attuale ed è quasi paradossale che sia il cinema a lanciare l’allarme. La voglia e l’amore per l’arte di Buster Moon permettono di dare il via ad una gara canora che, per un banale errore di battitura, diventa un vero e proprio evento mediatico in città. Le risate sono assolutamente garantite e la caratterizzazione dei personaggi, su tutti proprio Buster Moon e il topolino John è davvero stupenda. Ottimo il lavoro al doppiaggio di Reese Whiterspoon e Scarlett Johansson per quello che si prospetta come il “Zootropolis” del 2017, anche perché dopo l’invasione dei giocattoli degli anni ’90 sembra proprio che la stagione degli animali inaugurata quest’anno sia destinata a continuare per la gioia di tutti gli amanti degli amici a quattro zampe.

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