Quando Ragnar Lothbrok smette di far parte del mondo di Vikings, qualcosa si spezza nella trama, nel mondo che ha plasmato e nei fan.
La premiere di Vikings “The Departed” accentua proprio questo cambiamento netto tra il passato e il presente. I vichinghi continuano senza Ragnar Lothbrok e senza Travis Fimmel con una premiere di ben due ore che mostra sia il potenziale che le insidie di un mondo in pieno caos senza il controllo e la guida della sua figura predominante.
Questo mondo post-Ragnar in Vikings è stato pensato dal creatore della serie Michael Hirst da molto tempo, stabilendo i personaggi e i conflitti lasciati dopo la caduta della figura più imponente di Vikings. L’azione e il dramma che abbiamo visto in questi primi due episodi, sono stati tutti motivati direttamente da Ragnar: il bisogno di vendicarlo e il modo migliore per portare avanti la sua eredità. Ora, questo mondo senza Ragnar dovrà resistere da solo. “The Departed” si divide in diverse storie, ciascuna esemplificativa di un racconto che una volta era contenuto in un unico grande uomo.
Una premiere di Vikings senza Ragnar, senza Ecbert, senza Rollo, cosa?!
Il gran cuore di Ubbe; la follia e l’intelligenza di Ivar; il savoir fair di Hvitserk
Penso che nella quarta stagione di Vikings il tempo trascorso con Ragnar, abbia portato un qualcosa in più nel personaggio di Ivar. Ha mostrato quel lato di Ivar non fatto solo di follia, ma più profondo e più complesso. Le scene che abbiamo visto in questa premiere di Vikings con Floki erano di una tenerezza disarmante. Ivar era un bambino che ormai ha perso entrambi i suoi genitori e sta per perdere l’ultima figura genitoriale che aveva. Alex Høgh avrà tantissime cose da fare in questa stagione di Vikings, perché Ivar barcolla nel suo ruolo storico di “piaga del mondo”. L’attore è certamente avvincente da guardare, con la sua imprevedibile fisicità, trascinandosi per le foreste, ruggendo durante le battaglie e alla fine dell’episodio di Vikings con i nuovi sostegni in metallo. Ivar rende il tutto più intrigante, è uno dei personaggi meglio scritti. Ma, se l’essenza di Ragnar è divisa tra i suoi figli, allora l’ira di Ivar mostra solo vichinghi più inclini alla violenza, specialmente quando gli altri due figli per il momento, svaniscono in secondo piano.
Se Ivar è la parte violenta e strategica di Ragnar, Ubbe rappresenta quella parte buona e onesta da come abbiamo visto nella scena dell’attacco a York, e Hvitserk è quel Ragnar beffardo e distaccato. I tre fratelli insieme potrebbero raggiungere quella luce che era Ragnar in Vikings, ma separati perdono tutto.
Jonathan Rhys Meyers, recitaci pure la lista della spesa in latino
Per quanto riguarda l’onesto e pio Heahmund, non mi piace. Mi spiego meglio: il magnetismo di Rhys Meyers è promettente, anche se il suo conflitto interiore è qualcosa che Hirst in Vikings, ha già affrontato con Aethelwulf. Il tipico credente che flagella la sua carne perché tentato da essa. Sembra essere tornati indietro, tutti i passi che abbiamo fatto con Ragnar e Re Ecbert, qui vengono completamente dimenticati. Heahmund definisce i nemici vichinghi come “pagani”, “barbari” e “adoratori del diavolo”. C’è una visione troppo unidimensionale dei suoi nemici, non li comprende, non li conosce. Non vedo strategie, non vedo intelligenza, vedo solo odio indiscriminato e violenza.
Floki, magia di Natale
“Questo mondo non mi interessa più da quando è morto Ragnar Lothbrok” Cit.
Per Floki, il bisogno di lasciare questo mondo a cui non appartiene più, abbandonare questa nuova generazione di Vikings, è perfetto. Floki finisce per naufragare in una terra desolata e selvaggia e ho amato guardare quei panorami mozzafiato attraverso gli occhi increduli di Floki. La visione della cascata che sale verso l’alto e un essere al suo interno gli ha fatto credere di essere ad Asgard, nel Valhalla, assieme a tutte le persone che ha perso. E mi sono emozionata con lui. Gustaf è un bravissimo attore, minuti e minuti di assoluto silenzio e recitazione.
Lagertha, che fine hai fatto?
Per me la vecchia Lagertha è morta da qualche parte all’inizio della quarta stagione di Vikings. Questa Lagertha è totalmente una persona differente. Non è un’icona femminista o un modello per le giovani ragazze. Capisco che le persone cambiano, ma di cambiamenti in questa serie ne abbiamo avuti partendo da Athelstan. Abbiamo visto passare Athelstan da un giovane monaco a un vichingo con credenze cristiane. Per non dimenticare la transizione di Ivar dal giovane storpio al capo dell’esercito. Ed entrambi gli archi narrativi sono stati meravigliosamente scritti da Hirst. Ma la stessa cosa non si può dire per i personaggi femminili. Purtroppo, Hirst non fa giustizia alle donne di questa serie.
Alfred e i fantasmi del passato
È piuttosto strano vedere Vikings intersecarsi con The Last Kingdom. Spero che anche questo Alfred di Vikings sia guarito dalla stregoneria. Alfred è già entrato nella top del mio cuore e già immagino scene dolciastre con Ivar. Rivedo in questo ragazzo la purezza di Athelstan, la mente aperta di Ecbert e la bellezza dei suoi genitori.
Considerazioni finali su Vikings
-Ma questi vichinghi viaggiano veramente veloce, eh? Quasi quanto i protagonisti della settima stagione di Game of Thrones.
-Nessuno vuole sposare Harald, la saga.
-E intanto Rollo nella spensierata Parigi viene ancora ceffonato dai francesismi della moglie.
E voi cosa ne pensate di questa lunghissima premiere di Vikings?
Ragnarosamente vostra, Maira.
Per tutte le info su Vikings non dimenticate di mettere mi piace alla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/ItalianVikings/
Potrebbe interessarti di Vikings: Ragnar Lothbrok e l’incredibilità di un personaggio ben scritto