Viola, Franca: Recensione del cortometraggio con Claudia Gusmano presentato al Tribeca di New York
23/04/2017 di Thomas Cardinali
“ Viola, Franca ” è un cortometraggio di Marta Savina, scritto da Marta Savina e Andrea Busa, con: Claudia Gusmano, Carlo Calderone, Ninni Bruschetta, Maurizio Puglisi. In Anteprima Mondiale e in Concorso al Tribeca Film Festival di New York dal 22 aprile 2017
(A cura di Roberto Sapienza) – Tutti invocano, almeno a parole, una normativa più stringente e incisiva sulla violenza sulle donne e soprattutto pene certe per gli autori di questi terribili azioni. In Italia però il tasso di morte femminile a causa di femminicidio è in costante e tragico aumento. Violenza chiama violenza senza essere capaci di porre un freno a questa brutalità e ferocia. Pochi, però sanno, che nel nostro Bel Paese fino al 1981 esisteva la possibilità di sanare, legalmente, la violenza su una donna, compiendo “il nobile” atto del matrimonio riparatore. No, cari lettori avete letto bene, è solamente l’incredibile e sincera verità. Come sovente capita nell’arco della storia, è il coraggio di uomo a cambiare lo stato delle cose e riportare la luce dove esiste l’ombra, anche all’interno di uno Stato di diritto. Nella storia di ” Viola, Franca ” che voglio raccontarvi adesso, la protagonista è una donna siciliana: Franca Viola. Torniamo indietro nel tempo fino al 1965, in Sicilia, precisamente ad Alcamo.
Franca (Claudia Gusmano) ha 17 anni, vive con il padre (Ninni Bruschetta) aiutandolo nel umile lavoro di campo, trascorrendo le sue giornate in semplicità, andando in chiesa e senza particolari grilli per la testa. Franca ha un solo difetto: è una bella ragazza. Una bellezza che le provoca essere al centro delle indesiderate avances dell’arrogante e violento signorotto locale Filippo Melodia (Carlo Calderone), che non accetta un no come risposta. Siamo nella Sicilia in cui la donna è un oggetto a disposizione dei desideri ed istinti dell’uomo, padre e padrone. Filippo desidera Franca, non per amore, ma come trofeo da esibire agli amici, e quando Franca rifiuta la sua corte, viene brutalmente e vigliaccamente stuprata, approfittando dell’assenza del padre. Franca non è più pura, anzi è proprio “svergognata”, e come le suggerisce pure il parroco del paese non ha altra scelta se non accettare di sposare Filippo, chiudendo così “la questione”. È in questo momento che Franca Viola assorge a simbolo di libertà e coraggio dicendo no al matrimonio riparatore, alla tradizione e all’omertà denunciando alla polizia il suo violentatore e facendolo processare e condannare ad 11 anni di carcere. Basterebbe la cruda e semplice storia di ” Viola, Franca ” a scuotervi e farvi riflettere sulla civiltà e modernità della nostra società e dello Stato.
La regista Marta Savina ha il merito insieme all’altro sceneggiatore di raccontare in ” Viola, Franca ” una storia, in vero, poca conosciuta alle nuove generazioni, usando uno stile semplice, diretto e allo stesso tempo forte, incisivo e spiazzante. Savina porta lo spettatore indietro nel tempo conducendolo in una Sicilia chiusa in una bolla, dove tempo e spazio sembrano inesistenti. Una Sicilia dove l’umiliazione della donna è all’ordine del giorno e in cui sembra che non ci sia modo di riscatto e di libertà. Invece la forza e il coraggio di Franca Viola sono magistralmente e splendidamente interpretati e mostrati da Claudia Gusmano, che forte del suo talento ed esperienza accumulata con successo in teatro, regala una performance vibrante, intensa e coinvolgente, nonostante sia scandita più da silenzi e sguardi che dalle parole. Claudia si fonde con il personaggio di Franca, donandole anima, corpo e determinazione. Il resto del cast in ” Viola, Franca ” è altrettanto apprezzabile e valido sul piano del talento, esperienza e credibilità nei rispettivi ruoli. “ Viola, Franca ” è un corto da vedere, soprattutto nelle scuole, per insegnare fin da piccoli l’importanza di non piegare mai la testa di fronte agli abusi e all’arroganza dei più forti.
Share this article