Westworld: 10 motivi per cui è un capolavoro

Westworld sarà ricordata come una delle serie più belle e innovative del 2016. Ecco 10 motivi che la rendono un capolavoro.
A poco meno di una settimana dalla fine della prima stagione e a poche ore dall’arrivo dell’ultima puntata in italiano siamo ancora qui a parlare di uno dei più grandi capolavori seriali del 2016, “Westworld“. La conclusione della serie ha messo il punto su un prodotto di altissimo valore e qualità, una scommessa complicata che per fortuna è stata vinta. Un progetto complesso e gigantesco non a prova di errore ma mastodontico sotto ogni punto di vista. Quelli che abbiamo visto sono stati 10 episodi ricchi e potenti, manifesto di una HBO pronta a riprendersi lo scettro di miglior network televisivo dopo qualche fallimento di troppo. Nelle prossime pagine troverete i 10 motivi per cui amare la prima stagione.

1. Qualità estetica e realizzativa
Sin da subito è stata la prima cosa che è balzata all’occhio. “Westworld”, come tutti i prodotti HBO, è stato costruito con una cura certosina nei dettagli, quelli che fanno la differenza tra un prodotto tv normale e uno ad altissismo budget. Pur mancando la spettacolarità della massima eccellenza televisiva del nostro tempo, Game of Thrones, è palpabile la differenza tra Westworld e la maggior parte delle altre serie tv. Grandi ambientazioni, fotografia profonda, scene d’azione ben realizzate, ottimi effetti speciali e tutto un contorno di caratteristiche che avvicinano questa serie a un vero e proprio film. Ennesimo e decisivo passo di avvicinamento tra i due medium.


2. Sceneggiatura
Jonathan Nolan e Lisa Joy hanno costruito una grande storia. Il film di Michael Crichton ha dato il giusto spunto a tematiche ed elementi base ma loro ci hanno costruito intorno un macrocosmo di suggestioni ben definito sul quale hanno poi ricamato una serie di sottotrame e intrecci che sono stati la linfa vitale della serie sin dalla sua prima puntata. Merito di un progetto ben definito sin dall’inizio che sapeva che direzione prendere sin dall’inizio e di una sceneggiatura spesso complicata ma scritta benissimo. Ottimi infatti i dialoghi, le suggestioni e le riflessioni dei personaggi, corollario perfetto di una vicenda “alta” e quasi mai banale.


3. Misteri e domande
Con una storia ben scritta e una sceneggiatura così solida è stato facile costruire in poco tempo una mitologia complessa e una serie di misteri che hanno nutrito “Westworld” in tutti i suoi 10 episodi. La produzione è stata brava a spingere sui punti giusti della storia, a costruire dei misteri complicati ma non impossibili, appassionanti e non stancanti ma, soprattutto, è stata brava a dare una risposta a tutte le domande poste. Nolan è stato arguto a evitare la “sindrome di Lost” e a sciogliere con i tempi giusti tutte le questioni sollevate ma lasciando comunque aperte numerose porte per il futuro. Le domande lasciate insolute non pesano ma faranno da base all’attesa dei fan per la seconda stagione.


4. Ha coinvolto il pubblico
Da tempo non vedevamo una serie che coinvolgesse il pubblico in maniera così attiva e partecipativa. Un po’ come era accaduto per Lost, la serie HBO ha beneficiato della programmazione settimanale. Tra un episodio e l’altro il pubblico ha avuto sempre modo di riflettere sulla puntata precedente e di pensare a quella successiva, scatenandosi nel web e sui social con teorie, ragionamenti e punti di vista. Erano in tanti a fare previsioni, ancora di più quelli che analizzavano ogni dettaglio per provare a capire le verità nascoste e il gioco degli autori. Numerose le comunità nate in rete intorno a questa serie per un livello di partecipazione più unico che raro in un’epoca in cui il bingewatching e la fruizione rapida di contenuti sembra farla da padrone.


5. Ha avuto coraggio
È dai punti precedenti che si capisce il coraggio di questa serie. Fuori dagli schemi e dalle logiche moderne “Westworld” ha puntato tutta sulla qualità e sulla forza della sua storia, infischiandosene delle regole non scritte della serialità. Intendiamoci, la serie è facilmente ascrivibile a tutti gli stilemi del suo genere, ma ha comunque avuto la forza di distinguersi e di aver costruite le sue fortune su discorsi astratti, dialoghi e riflessività, fatto più unico che raro di questi tempi. L’unicità avrebbe potuto estraniare e destabilizzare lo spettatore che invece ha apprezzato ed è rimasto ammaliato.

Una scena dal finale di Westworld


6. Attori e personaggi
Una grande storia non può non avere dei grandi personaggi e una serie corale come “Westworld” non poteva non curare sin nei minimi dettagli i suoi protagonisti. Cast d’eccezione quello della serie HBO con volti più o meno noti della tv e del cinema (su tutti Anthony Hopkins e Ed Harris) e attori capaci di dare credibilità e forza empatica alle loro interpretazioni. In una serie dai toni cupi, asettici e freddi come questa era difficile dare spessore emozionale ai protagonisti, soprattutto agli androidi, ma gli attori sono quasi tutti riusciti nel loro intento, regalandoci quel tocco piacevolmente straniante di cui la serie aveva bisogno per elevarsi.
Le immagini del settimo episodio di Westworld


7. Complessità
Chi ha detto che i temi complicati stancano il pubblico? Il viaggio creato dagli autori di “Westworld” è stato uno dei più complicati mai visti sul piccolo schermo. La storia, dalla base molto semplice, è stata complicata e intrecciata su stessa, scorporata in mille e più parti, spalmata su timeline multiple sovrapposte e infarcita di misteri e problematiche apparentemente inestricabili. Tutto questo, se all’inizio poteva scoraggiare, si è invece rivelato uno dei punti di forza della serie che ha proprio fondato le sue fortuna sul suo essere complicata e imperscrutabile. Il fatto che tutto sia stato alla fine districato è inoltre valore aggiunto di non poco conto.
La timeline dettagliata di tutti gli eventi di Westworld


8. Temi importanti
La fantascienza è da sempre uno dei generi più profondi e delicati della settima arte. Affrontarlo senza cadere in facili banalità è sempre complicato e spesso “Westworld” ha utilizzato gli stilemi del genere per portare avanti la storia. Eppure nel gioco di Jonathan Nolan c’è sempre stato molto di più, in un continuo rimando a chiavi di lettura diverse e tematiche davvero profondo. Al centro di tutto alcune delle teorie psicologiche più interessanti e misteriose di sempre e dei quesiti di non facile risposta sulla natura umana, la follia, la scienza, il creazionismo e dio. Tutto in una sola serie tv.
Le foto promo della prima puntata di Westworld


9. Il finale
Parliamoci chiaro, “Westworld” non sarebbe mai diventata quello che è senza il suo finale. Come vi abbiamo mostrato nella nostra recensione tutto negli ultimi 90 minuti della prima stagione è stato messo perfettamente a fuoco. Senza dilungarci troppo non possiamo non notare la profonda maestria con cui il cerchio è stato chiuso, con cui temi, tematiche e misteri hanno raggiunto il loro apice per esplodere in un epilogo potente e drammatico, capace di esaltare la giovane mitologia della serie e di elevare tutti i personaggi, unificando storie separate dal tempo in un’unità tematica di grande impatto. 90 minuti che hanno chiuso tante storie ma che hanno aperto enormi prospettive per il futuro.


10. Colonna sonora
Sigla iniziale a parte, perfetta nel suo incedere organico e misterioso, a colpire in questa serie sono state anche le scelte musicali. Non solo temi originali scritti per l’occasione dal compositore di “Game of Thrones” Ramin Djawadi, ma rifacimenti totali di brani della musica rock/pop/alternativa della nostra epoca. A guidare il tutto quel misterioso piano da saloon capace di suonarsi da solo, vero filtro di collegamento tra il mondo esterno e il parco. Puntata dopo puntata è stato un piacere andare alla ricerca dei continui riferimenti musicali scelti per dare un corpo reale alla serie: un altro tocco di classe per un prodotto capace di sorprendere anche nel più piccolo dei suoi dettagli.

Continuate a seguire i nostri aggiornamenti sulle pagine Westworld Italia FanPage e Talky Series e cliccate mi piace sulla pagina James Mardsen Italia.