Westworld come Lost, perché è la serie perfetta per le teorie
21/10/2016 di Redazione
Era accaduto per Lost, è proseguito con Mr. Robot e sta succedendo con Westworld. La serie HBO è terreno fertile per l’amore dei fan verso le teorie.
Come si costruisce il pubblico di una serie tv? Con la qualità, con le belle storie, coi grandi attori ma, soprattutto, con il passaparola. Se un prodotto televisivo genera discussione vuol dire che gli autori, in un modo o nell’altro, hanno costruito qualcosa di buono. La rete è diventata il terreno perfetto per confrontarsi e scambiarsi opinioni, per fantasticare sul futuro, lanciare speculazioni e anticipare idee e teorie come degli sceneggiatori provetti. Un gioco geniale e divertente cui si prestano solo pochi e selezionatissimi prodotti. Si tratta di storie capaci di costruire mistero, di creare mondi complessi e ricchi di significati e sfaccettature, di costruire eventi che non trovano spiegazione e che innescano discussione andando oltre il sadico piacere per lo spoiler. In principio fu “Lost“, ora è tempo di “Westworld“.
La serie di Nolan e Joy è perfetta incarnazione della moderna fascinazione del pubblico verso teorie e speculazioni. Come Lost, “Westworld” è un vero iceberg di misteri e segreti: il pubblico riesce a vederne solo la superficie, ma è nei metri sommersi sotto il livello dell’acqua che si cela la vera essenza della storia. In tre puntate la serie HBO è riuscita a creare più domande di chiunque altro, stimolando la voglia degli appassionati di teorizzare sul futuro e di provare a dare spiegazioni su ciò che è stato mostrato. Basta fare un giro in rete per leggere un numero spropositato di teorie sugli argomenti più disparati.
Chi è L’Uomo in Nero? Cosa è il labirinto? Che fine ha fatto Arnold? Cosa nasconde il Dr. Ford? Quando e dove è ambientata la storia? Bernard è un robot? Chi ha dato la pistola a Dolores? Di chi è la foto trovata dal “padre” di Dolores? Sono solo alcune delle domande cui tanti stanno provando, invano, a rispondere, interrogativi che stanno alzando sempre di più il livello di discussione e che potrebbero essere l’arma vincente su cui si fonderà il successo di “Westworld” in futuro.
Tanti anni sono passati da Lost e tante altre serie tv hanno catturato la nostra attenzione. Seppur con un pubblico di nicchia anche “Mr. Robot” ha costruito un mondo fatto di incomprensioni, misteri, teorie e discussioni tra fan. “Westworld” potrebbe fare tesoro di tutte queste lezioni e divenire il viatico perfetto per la voglia di confronto degli appassionati. Dovrà però prestare attenzione a non sovraccaricarsi di teorie e misteri ingestibili, capaci da soli di mandare in corto circuito la storia e di farla crollare su se stessa come un castello di sabbia.
Jonathan Nolan, abile prestigiatore in “Memento” e “Interstellar“, dovrà tenere in mano le redini della storia ed evitare che diventi meno importante delle teorie che la riguardano. A suo tempo, “Lost” si era sgretolato sotto il peso della troppa carne messa a fuoco e anche “Mr. Robot” ha mostrato le prime crepe di esagerazione nella seconda stagione. Accontentare tutti sarà impossibile, costruire una storia infallibile anche, ma le carte in gioco per rendere il tutto credibile e coerente ci sono ancora tutte. Noi ci crediamo ma, comunque vada, siamo sicuri che se ne continuerà a parlare parecchio.
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