Cibo e sprechi, in Italia ogni anno buttiamo 13 miliardi

Categorie: Italia

Repubblica riporta alcuni dati interessanti del Waste Watcher, osservatorio sugli sprechi dell'Università di Bologna

Nelle pattumiere italiane si nasconde un “tesoretto” da 13 miliardi di euro. Ogni famiglia butta via 348 euro l’anno, cui vanno aggiunti altri 5 miliardi di alimenti persi nella filiera alimentare. Caterina Pasolini su Repubblica fornisce alcuni dati ufficiali:



Diciotto miliardi di euro: tanto valgono i 15 milioni di tonnellate di cibo perduto ogni anno. E sotto accusa sono soprattutto i privati cittadini: il 43% del cibo viene buttato via nelle nostre cucine. Secondo un’indagine del Politecnico di Milano, in Italia lo spreco di alimenti avviene infatti per il 21% nella ristorazione; seguono la distribuzione commerciale (15%), l’agricoltura (8%), la trasformazione (2%).

Quasi la metà degli sprechi, avviene quindi in casa nostra e Waste Watcher, l’osservatorio sugli sprechi dell’Università di Bologna ci aiuta a capire meglio chi spreca di più e perchè.



CHI SPRECA DI PIU’?

“Il lavoro di Waste Watcher – riporta Repubblica – racconta un Paese diviso”.

Il record negativo va infatti alle Isole, dove ogni famiglia getta nella spazzatura alimenti per 7.4 euro a settimana. Seguono il Centro con 7.2 euro e il Sud con 6.8 euro. Nel Nord Ovest, ogni nucleo butta via in media cibo per 6.3 euro, e il Nord Est è il più virtuoso con “solo” 6.1 euro. Un trend confermato dal sondaggio di Ipsos per Save the children: tra chi confessa di buttare più spesso i cibi andati a male ci sono infatti i cittadini di Sicilia, Calabria, Umbria. Lombardia, Sardegna e Veneto le regioni più virtuose



PERCHE’ SI SPRECA?

Ma perchè buttiamo via una quantità di cibo che potrebbe sfamare chi ne ha più bisogno? I motivi sono diversi regione per regione. Repubblica cita un sondaggio Lmm-Swg secondo cui:

Abruzzesi, pugliesi, calabresi e campani ammettono di aver cucinato troppo e calcolato male gli acquisti. Le confezioni troppo grandi che invitano a esagerare sono la giustificazione invocata da veneti e umbri. Sardi ed emiliani imputano gli sprechi ad abitudini alimentari e acquisti sbagliati mentre in Liguria a far riempire troppo il carrello è la “paura” di non avere scorte sufficienti. A Roma lo spreco è addebitato a difficoltà organizzative: si fa la spesa una volta a settimana e il cibo non regge.