Stadio della Roma, scontro in Comune tra Caudo ed Esposito

Stadio della Roma, scontro in Comune fra gli assessori, e dalla Regione arriva un allarme: “Il piano è incompleto”.

LEGGI ANCHE > STADIO DELLA ROMA, PERCHÈ È GIUSTO FARLO

Dopo l’approvazione dell’Aula Giulio Cesare, è arrivata l’estate e il dossier dello stadio di Tor di Valle è uscito dai riflettori delle cronache; ha iniziato il suo cammino nella Conferenza dei Servizi indetta in sede regionale, o anzi avrebbe voluto iniziarlo con successo: perché è dallo scorso agosto, nel mezzo dell’estate, che la Regione Lazio va ripetendo che il piano consegnato dai proponenti è incompleto.

STADIO DELLA ROMA, SCONTRO IN COMUNE

Ora, sembrano palesarsi alcuni problemi: fra scontri e litigi in Comune e lamentele dalla Regione, gli assessori competenti – Giovanni Caudo, Urbanistica ed Esposito (trasporti) – ammettono: il progetto è fermo. Il Messaggero e la Repubblica nella cronaca di Roma fanno in questi giorni il punto sull’impianto giallorosso. Iniziamo con quanto rilevato dalla Regione Lazio, dove si tiene a norma di legge la Conferenza dei Servizi che ha sei mesi per dare il disco verde al progetto.

Nelle carte presentate dai privati lo scorso 15 giugno al Comune, finite ora alla Regione, ci sono troppe lacune. Mancanze gravi, che sono state segnalate anche dagli uffici della Pisana lo scorso 5 agosto, in una lettera inviata alla Eurnova Srl (la società di Parnasi) e al dipartimento Urbanistica di Roma Capitale. Sono state riscontrate, si legge nella lettera, «alcune carenze che impongono al soggetto proponente, pur in assenza di legittimo affidamento, integrazione e chiarimenti indispensabili per l’indizione della Conferenza dei servizi», l’organismo, convocato dalla Regione, che in teoria avrebbe 6 mesi di tempo per promuovere o bocciare il progetto, come prevede la legge sugli stadi. Ma la conferenza, sempre secondo la legge, può partire solo in presenza di «progetti definitivi». Che a oggi non ci sono. Scrive infatti la Regione: «La documentazione non è sufficiente per l’avvio del provvedimento». Motivo per cui «il soggetto proponente è invitato a completare il progetto definitivo di tutti gli interventi previsti, così come modificati dalla Conferenza preliminare del 4 settembre 2014». La lettera è stata protocollata dalla Eurnova lo scorso 2 settembre. Ma ad oggi il progetto è ancora incompleto.

Così Lorenzo de Cicco sul principale giornale della capitale, mentre da Atac è arrivato il parere negativo al prolungamento della metro B fino a Tor di Valle – uno dei capisaldi del progetto approvato prima dell’estate in Campidoglio. Paolo Boccacci e Valentina Lupia su Repubblica ce ne parlano.

Intanto l’Atac ha dato parere negativo sulla possibilità di realizzare una seconda diramazione della linea B della metro, come invece previsto dalla delibera con cui l’assemblea capitolina ha dato il via libera al progetto. E la palla passa ora alla conferenza dei servizi, che potrebbe prevedere il rafforzamento della Roma-Lido, per sopperire al prolungamento della metro B e quindi accogliere le circa 20mila persone previste. «Se si dovesse prevedere questa opzione» spiega Caudo «la Regione si fa carico di garantire i 16 treni l’ora su quella tratta».

I Sedici treni di cui parla l’assessore Giovanni Caudo, e che sono la pietra del litigio con il suo collega Stefano Esposito, assessore ai Trasporti, sono previsti dal piano approvato dal Campidoglio: il problema è capire da che parte arriveranno.

LEGGI ANCHE: Stadio della Roma, le foto degli interni

Secondo il titolare della mobilità capitolina, pensare e progettare le ipotesi del trasporto pubblico per il prolungamento del Tpl verso Tor di Valle sarebbe irrealistico e, comunque, lontano dalle attuali priorità della Capitale.

«Il progetto Tor di Valle? Non è una priorità, prima pensiamo a far funzionare le corse di bus e metro». A parlare è l’assessore alla Mobilità, Stefano Esposito. La sua è una replica al collega di giunta, con delega all’Urbanistica, Giovanni Caudo, che ieri alla Casa della Città ha inaugurato una serie di incontri sul progetto del nuovo stadio della Roma e ha parlato del piano trasporti per l’impianto sportivo e per il mega-complesso di uffici, negozi e alberghi che dovrebbe nascerci accanto. «Ora dobbiamo far funzionare le corse di tutti i giorni. Lo stadio è un’opportunità, ma ora le priorità sono altre – ha tagliato corto il titolare dei Trasporti – La preoccupazione di tutti ora è quella di avere corse puntuali poi discuteremo nel dettaglio anche della frequenza e dello stadio. Ma ognuno faccia il proprio mestiere»

Così ancora il Messaggero che ricorda: il progetto approvato prevede che il 50% degli spettatori arrivi a Tor di Valle con il trasporto pubblico. O metro o Roma Lido, ci devono essere a disposizione sedici treni, altrimenti lo Stadio non apre. Su tutto poi si abbatte la delega che la procura di Roma ha affidato alla Guardia di Finanza: indagini su tutte le ipotesi di rischio idrogeologico connessi alla costruzione dell’impianto.

Caudo ha ammesso: “Il Comune ha inserito la messa in sicurezza tra le opere finalizzate alla pubblica utilità: quindi se non si realizza, il progetto non può andare avanti“.

Copertina: As Roma

Share this article