Matteo Renzi lo ha ripetuto più volte, anche prima di insediarsi a Palazzo Chigi: dopo la riforma della costituzione i senatori dovrebbero lavorare gratis. Eppure i diretti interessati (o parte di essi) non sembrano intenzionati a tagliarsi lo stipendio.
Da qualche giorno circola un documento interno («Proposte dei collegi dei questori in merito alle integrazioni funzionali tra le amministrazioni del Senato e della Camera») che spiega come «con riferimento allo status dei parlamentari» occorra:
«procedere all’armonizzazione delle discipline vigenti presso i due rami del Parlamento circa le competenze spettanti ai deputati e ai senatori, in carica e cassati dal mandato, nonché ai loro aventi diritto, anche alla luce delle prospettive della riforma costituzionale in itinere».
In altre parole: bisognerebbe salvare indennità e rimborsi dei membri dell’assemblea di Palazzo Madama. Ne parla Sergio Rizzo sul Corriere sella Sera:
Secondo quanto più volte ha ripetuto Renzi, in quanto espressione dei Consigli regionali i futuri senatori si dovrebbero accontentare dell’emolumento legato a quel ruolo: non più di 11.100 euro al mese lordi e onnicomprensivi. Il termine «armonizzazione» significa forse che il compenso dovrà essere adeguato a quello dei parlamentari? E quale in particolare, l’indennità attuale dei deputati o dei senatori? I deputati hanno diritto a un’indennità netta di 5.346,54 euro mensili, più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro, oltre a 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323.70 fino a 3.995.10 euro ogni tre mesi per i trasporti. Oggi ai senatori spetta invece un’indennità mensile netta di 5.304,89 euro, più una diaria di 3.500 euro, più ancora un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro, più 1.650 euro al mese di rimborsi forfettari fra telefoni e trasporti. A conti fatti e senza considerare le eventuali indennità di funzione, i componenti del Senato intascano ogni mese 14.634.89 euro contro 13.971,35 dei deputati. Ovvero, 663 euro di più. Differenze da poco, sulle quali però si continua a discutere, anche se questa volta in un clima surreale: la Costituzione sopprime un’indennità che però a quanto pare si ostina a sopravvivere, magari in altre forme.
(Foto: ANSA / GIUSEPPE LAMI)