Gli studenti in gita alle foibe a suon di negazionismo

Categorie: Cronaca, Italia

In Toscana polemica per un progetto della Regione supervisionato dall'Istituto storico della Resistenza

Alcuni studenti andranno in gita alle foibe sotto la guida dell’Istituto della Resistenza per una visita che ha il sapore del revisionismo. È quanto racconta oggi il quotidiano Il Giornale in un articolo a firma Jacopo Granzotta su una singolare iniziativa della Regione Toscana, quella di affidare ai partigiani anziché alle associazioni di esuli, fiumani e dalmati la storia degli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Il progetto regionale prevede una summer school per 25 docenti e, a febbraio, una gita in loco con gli allievi.



 

LEGGI ANCHE > E c’è chi denuncia la Boldrini per un tweet sull’Europa: «Attentato alla Costituzione»

 



LA GITA DEGLI STUDENTI ALLE FOIBE CON RICOSTRUZIONI TENDENZIOSE

A generare una polemica è stata la supervisione dell’Istituto storico della Resistenza. Il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia ha affermato che «organizzare un evento del genere senza coinvolgere associazioni di riferimento è grottesco, oltre che evidentemente strumentale». E ancora: «La Regione ha il dovere di onorare la memoria delle Foibe, fatto storico che ha provocato l’occultamento di migliaia di cadaveri italiani, militari e civili, trucidati dall’esercito e dai partigiani comunisti. Aprire la porta delle istituzioni a ricordi faziosi sul ‘900 è gravissimo». Nel mirino, come racconta ancora Il Giornale, è finita soprattutto Alessandra Kersevani, incaricata di curare l’agenda del progetto, nota anche per aver fornito ricostruzioni false e tendenziose su alcuni massacri dell’esercito fascista in Jugoslavia. Per lei «nelle foibe non sono finite donne e bambini, i profili di coloro che risultano infoibati sono quasi tutti di adulti compromesse con il fascismo», e dunque, casi di donne infoibate sono legati a fatti particolari, vendette personali, che non possono essere attribuiti al movimento di liberazione». Ma non solo: «Commemorare i morti nelle foibe significa sostanzialmente commemorare i rastrellatori fascisti e i collaboratori dei nazisti. Per gli altri morti, quelli vittime di rese dei conti o vendette, c’è il 2 novembre».