Stupro di Firenze, la procura smentisce altri reati sessuali dei due carabinieri
12/09/2017 di Redazione
I due carabinieri accusati dello stupro di Firenze non sono sospettati di aver commesso altre violenze sessuali. La smentita è arrivata direttamente dal procuratore capo del capoluogo toscano, che ha ripetuto dichiarazioni effettuate ieri ma travisate da alcuni organi di stampa. Il sospetto che l’appuntato cinquantenne e il suo collega di vent’anni più giovani abbiano molestato altre donne durante la loro attività descritto da alcuni articoli è senza alcun fondamento.
LA BUFALA DEI DUE CARABINIERI DELLO STUPRO DI FIRENZE SOSPETTATI DI ALTRE VIOLENZE SESSUALI
«Con riferimento a titoli di stampa che mi attribuiscono dichiarazioni sulla circostanza che i carabinieri indagati possano aver commesso anche in precedenza reati simili a quelli per i quali sono accusati, smentisco radicalmente di aver fatto tali esternazioni. Ieri, incontrando numerosi giornalisti, a loro specifica domanda ho anzi dichiarato esattamente il contrario, e cioè che non risultano al mio ufficio fatti simili commessi in precedenza dai medesimi carabinieri o da altri appartenenti alle forze dell’ordine», così la smentita di Giuseppe Creazzo, procurato capo della procura di Firenze, ripresa dal sito dell’ANSA. Una presa di posizione molto netta, che rappresenta l’ennesimo intervento dei magistrati fiorentini in merito a un caso che ha generato un’enorme attenzione e già una discreta produzione di finte notizie.
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LE BUFALE LEGATE ALLO STUPRO DI FIRENZE
Prima c’era stata la falsa descrizione dell’assicurazione contro le violenze stipulata dalle studentesse, che sembrava ipotizzare un’accusa di stupro motivata da un inesistente interesse economico delle due due giovani americane. Ieri la procura di Firenze aveva dovuto precisare come il video presente in uno smartphone di una studentessa non abbia ripreso il momento della ancora presunta violenza sessuale, con tanto di urlo “bastard” lanciato durante lo stupro. Il filmato esiste ma è stato probabilmente effettuato per errore in discoteca, e la sua durata così come le immagini non consentono alcun utilizzo per le indagini.
Foto copertina: ANSA/MAURIZIO DEGL’INNOCENTI