SuperEnalotto: vuoi sapere chi vince sempre?

Categorie: Cronaca, Italia

Quando il miraggio di una somma che possa cambiare la tua vita arricchisce solo il banco



“Gioca oggi. Diventa milionario”. “Ti piace vincere facile?”. “Sognatori si nasce, milionari si diventa”. “Lasciateci sognare”. “Se non giochi, non vinci”. Queste frasi, a metà tra la vendita di lotti di terreno nelle paludi della Florida e scambi da semplice piazzista identificano il Superenalotto, un “gioco d’azzardo a premi” ideato nel 1997 da Rodolfo Molo, figlio di Geo Molo, inventore del totocalcio.

COME FUNZIONA – Il gioco, fino al 2009, consisteva nell’individuare una sestina vincente, compresa tra 1 e 90, i cui numeri venivano dati dai primi estratti delle ruote di Bari, Firenze, Milano, Roma, Napoli e Palermo. Se poi uno di questi numeri era uguale in una seconda ruota, si contava il secondo estratto della stessa. A questi si aggiungeva il numero “jolly”, ovvero il primo estratto sulla ruota di Venezia, e il numero “Superstar”, il primo estratto sulla ruota nazionale. Tutto cambiò a partire dal 1 luglio 2009. Da quel giorno un’apposita macchina estrae i numeri del Superenalotto, il jolly e il Superstar. Il Superenalotto è un gioco a vincita variabile. Il montepremi di ogni concorso viene diviso nelle cinque categorie di vincita ed è spartito in modo equo tra i vincitori delle singole categorie. Le estrazioni settimanali sono 3. La novità di questi ultimi tempi è il “Si Vince Tutto”: ogni mese c’è un’estrazione in cui viene messo a disposizione tutto il montepremi.



COME SI CALCOLA LA VINCITA – Andando a leggere il regolamento del concorso, si capisce come funziona la ripartizione del montepremi totale, che viene ripartito tra le cinque categorie di premi nelle seguenti proporzioni: Ai 6 va il 20% del montepremi totale; Ai 5 + numero Jolly va il 20% del montepremi totale; Ai 5 va il 15% del montepremi totale; Ai 4 va il 15% del montepremi totale; Ai 3 va il 30% del montepremi totale. Se in un’estrazione non c’è alcuna vincita di prima categoria (il “6”), il relativo montepremi si somma a quello del concorso successivo: per questo, talvolta, il montepremi destinato ai 6 diventa molto alto. Per ciascun concorso, in mancanza di vincite di seconda categoria (il “5+”), il relativo montepremi: per il 50% del suo valore si somma a quello dei premi di prima categoria del concorso successivo (jackpot del “6”); per il restante 50% si somma ad una dotazione che incrementa il montepremi di prima categoria del concorso successivo all’avvenuta assegnazione di un montepremi di prima categoria. È per quanto riportato al secondo punto che una volta uscito il “6”, il jackpot del “6” al concorso successivo non è pari a zero ma è una cifra generalmente già alta.



L’OSCURO CASO SICILIANO – Nel leggere il regolamento, poi, si scoprono cose molto interessanti. L’erario lascia alla Regione Siciliana il 12,25 per cento della raccolta locale. Ne parlammo qualche anno fa. L’articolo 6 della legge 599/93 e del successivo decreto dell’11 giugno 2009 -Misure per la regolamentazione dei flussi fi­nanziari connessi all’Enalotto- specifica che lo Stato deve lasciare il 12,25 per cento delle somme giocate nell’Isola alla Regione. Questo significa che lo Stato, il quale incassa il 53,6 per cento delle somme giocate agli sportelli Sisal di tutta Italia, da Messina in poi riceve “solo” il 41 per cento. La Regione quindi incassa i soldi in aggiunta alla quota di diritto fisso -0,052 euro per ogni colonna giocata- e all’aggio delle ricevitorie, pari all’8 per cento della raccolta. Bella vita? Si. E c’è di più. L’articolo 6 della legge 599/93 riguarda “tutte le riscossioni dei giochi di abilità e dei concorsi pronostici riservati allo Stato a norma dell’articolo 1 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496”. Quindi la Regione Siciliana riceve un ottavo di tutti i giochi di questo genere. Il tutto è confermato dalla AAMS

NE VALE LA PENA? – Dopo aver scoperto che esiste un federalismo all’incontrario rispetto a quanto voluto dalla Lega Nord, con buona pace di Borghezio e compagnia cantante, cerchiamo di parlare di cose autentiche, ovvero di numeri e, possibilmente, di soldi. Questa tabella rappresenta le probabilità di vincita al Superenalotto in relazione ad altri concorsi a premi:

Il miglior commento è di Piergiorgio Odifreddi il quale nel 2008 diede una sua personale interpretazione di questo gioco:

Proviamo allora a calcolare qual è la probabilità di vincita al Super enalotto. Si devono indovinare 6 numeri su 6 ruote da ciascuna delle quali ne viene estratto uno da 1 a 90. La scelta per il primo numero ha 90 possibilità, la scelta per il secondo numero ne ha 89, perché i numeri devono essere tutti diversi. Le possibilità sono dunque 90 per 89, per 88, per 87 … Poiché però l’ordine non conta e ci sono 720 modi di ordinare 6 numeri, si deve dividere il prodotto per 720 e si ottiene 622 milioni circa. La probabilità di fare 6 al Super enalotto è dunque circa 1 su 622 milioni. E’ una probabilità estremamente bassa paragonabile a quella di centrare un numero telefonico che si vuole chiamare facendo 9 cifre a caso sulla tastiera del cellulare. Nessuna persona sana di mente, volendo chiamare qualcuno, farebbe un numero a caso sperando di trovarlo. Eppure è proprio quello che facciamo quando giochiamo al Super enalotto. Per avere un parametro di riferimento, provare a fare a caso il pin del bancomat di 5 cifre equivale a una probabilità di 1 su 100 mila. Ed è quindi circa 6 mila volte più facile che fare un 6 al Super enalotto. Si potreebbe provare a giocare tutte le possibili combinazioni di 6 numeri per essere sicuri di vincere. Questo richiede però di giocare 622 milioni di schedine e di spendere una cifra analoga in euro: poiché la vincita di giovedì era di 100 milioni, rimangono più di 500 milioni che vanno a finire in tasche altrui. Poiché però ogni settimana vengono giocate circa 100 milioni di schedine, in media qualcuno riuscirà a centrare il Super enalotto una volta ogni 6 settimane.

Odifreddi si riferisce al regolamento precedente al 1 luglio 2009, per il quale, come detto sopra, se fosse stato estratto lo stesso numero come primo nelle otto ruote, si sarebbe scalati alla seconda, o alla terza, e così via. Detto questo il risultato non cambia. Tecnicamente si tratta di un gioco irrazionale, dalle probabilità di vincita nulle. Il miraggio di una vincita che potrebbe sistemare sé stessi, i figli, i nipoti e qualche altro personaggio a conguaglio della famiglia, però, porta milioni di persone a inseguire un sogno tecnicamente irrealizzabile. A giocare e sognare sono anche i comuni. Tutti han bisogno di soldi. Pecunia non olet. E se è possibile sognare, si sogna anche in municipio.

CHI VINCE – Dopo la lezione di matematica abbinata al Superenalotto, parliamo di soldi. Su Dillinger venne pubblicato nel 2010 un calcolo molto interessante, nel quale si capiscono come lo Stato vinca sempre, con buona pace degli aspiranti ricchi. Come dicevamo, nel 2007 grazie a Superenalotto sono stati raccolti 1 miliardo e 940 milioni di euro. Di questi, 960 milioni sono finiti nelle tasche di mamma Italia. Nei primi nove mesi del 2008 invece, la raccolta ha raggiunto il miliardo e 460 milioni, di cui 723 allo Stato. Nel 2009 invece i ricavi fecero uno zompo e arrivarono a 3 miliardi e 300 milioni di euro. Di questi soldi, il montepremi rappresenta il 34,648 per cento. L’erario trattiene il 53,6 per cento. Il punto vendita si tiene l’8 per cento, e il 3.73 va alla Sisal. Le vincite in contanti non sono tassate. Quindi nel 2009, i punti vendita hanno guadagnato 264 milioni di euro. Il montepremi totale è stato di 1 milione 143 mila 384 euro, la Sisal si è portata a casa 123 milioni e 90 mila euro, e lo Stato si è intascato 1 miliardo 769 mila e 526 euro. Il banco vince sempre. Non dimenticate.

UNA DIPENDENZA PSICOLOGICA – Casualmente oggi Corrado Zunino scrive su Repubblica accusando il gioco d’azzardo di gettare il fumo negli occhi delle persone. Avete presente il logo “Gioca il giusto”, la campagna di comunicazione con cui Sisal si impegna attivamente nella prevenzione delle forme di gioco a potenziale rischio per il giocatore? Viene riportata una dichiarazione del ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione con delega alle dipendenze Andrea Riccardi, per il quale “il fenomeno del gioco d’azzardo sta assumendo contorni di una vera e propria dipendenza psicologica. In un momento di difficoltà economica il miraggio di una ricchezza facile e immediata ha mandato in rovina molte persone. Particolarmente esposti sono i giovani, i disoccupati e le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, agli anziani soli”. Nel leggere queste parole e pensare a uno spot simile, sinceramente viene difficile restare freddi. Nei confronti del Superenalotto, beninteso.

BASTA PUBBLICITA’ – Sogni. Investimenti. Realizzazione. Esattamente quanto detto dal ministro Riccardi, ma visto dall’altro lato. Uno spottone che invoglia a giocare, scommettere, comprare quote sempre più alte per inseguire un sogno. “Gioca il giusto”. Sembra il monito del padre che regala il motorino al figlio quattordicenne per poi dirgli “mi raccomando, non correre”. Continua Riccardi: “Ho chiesto ai miei uffici di studiare il problema, piuttosto complesso, e il mio obiettivo è quello di arrivare al divieto di pubblicità o alla ferrea regolamentazione degli spot. Lo Stato, che incassa molte risorse da questo settore, non può non occuparsi delle categorie più a rischio e dei drammi sociali e non marginali che il gioco produce”.

SI GRATTA MA NON SI VINCE – E a proposito di giochi, non si possono dimenticare i Gratta e Vinci. “vinci spesso, vinci adesso”. L’altra Agrigento spiega in maniera molto dettagliata come funziona questo mondo e quanti soldi porta alle casse dello Stato. Il 40 per cento dei biglietti Gratta e Vinci messi in vendita in Italia, qualora facesse vincere l’acquirente, lo lascerebbe con lo stesso capitale speso in partenza. Si racconta la storia di un avvocato romano che denunciò i monopoli di Stato chiedendo indietro le somme giocate perché il 40 per cento dei biglietti de il gioco “Mega Miliardario” aveva come premio 10 euro. Il prezzo del biglietto. Come spiega l’avvocato Osvaldo Asteriti, Il Giudice di Pace di Jesi ha dato ragione al legale e l’AAMS ha dovuto pagare 900 euro di multa. 300 di rimborso e 600 di risarcimento danni. Detto questo andiamo a vedere insieme quali sono le percentuali di vincita dei singoli concorsi:

Colpo Vincente – prezzo del gratta e vinci:10 euro; probabilità di vittoria: 18.32%

Mega Miliardario – prezzo del gratta e vinci: 10 euro; probabilità di vittoria: 10.77%

Miliardario – prezzo del gratta e vinci: 5 euro; probabilità di vittoria: 9.79%

Portafortuna – prezzo del gratta e vinci: 1 euro; probabilità di vittoria: 10.82%

Sette e Mezzo – prezzo del gratta e vinci: 1 euro; probabilità di vittoria: 8.36%

Oroscopo – prezzo del gratta e vinci: 2 euro; probabilità di vittoria: 8.30%

Il Mercante in Fiera – prezzo del gratta e vinci: 2 euro; probabilità di vittoria: 11.65%

IL POKER ON LINE – Oppure può capitare come al sottoscritto che una volta ebbe la brillante idea di giocare due euro a Win for Life: ne vinsi 1,81. Nella vincita ho perso 19 centesimi. Ho ancora la schedina. Purtroppo non si tratta di un problema solo del Superenalotto o dei Gratta e Vinci. in Italia esistono, e sono completamente legali lotto, win for life, scommesse sportive, apparecchi da intrattenimento e gratta e vinci. Negli ultimi anni poi, grazie alla diffusione del web, abbiamo assisito anche a videolotteries, skill games, poker on line e casino. Addirittura esiste una televisione, Winga Tv, dove si può giocare alla roulette in tempo reale. Cosa rende avvilente tutto questo? Il fatto che anziché cercare di porre un freno, come auspicato dal ministro Riccardi, lo Stato fa sempre più affidamento a strumenti del genere per poter rimpinguare le sue casse stranamente sempre asfittiche.

BASTA PAGARE – Ad esempio. Il decreto salva-Italia dello scorso 6 dicembre prevede un aumento delle aliquote sulla vincita dal 3 al 6 per cento per una vincita superiore ai 500 euro. E a rendere illegali i tavoli da poker on line non è il fatto che si tratti comunque di un gioco in cui la gente può rischiare di perdere anche la camicia, seppur virtuale. Se non si pagano le tasse, non puoi esercitare. La gente però sembra non aver più voglia di aspettare. I numeri dei giochi classici sono in calo, mentre stanno aumentando in maniera esponenziale le giocate e ricavi derivati dai giochi web, poker on line e videolotteries su tutti. Secondo Repubblica, i primi hanno conosciuto una raccolta nel 2011 di 6 milioni 860 mila euro. I secondi invece di 13 milioni e 900 mila euro. Nel gennaio 2012 invece i primi hanno portato a casa 1 milione di euro, e i secondi 2.216 milioni. A vincere è sempre e solo lo Stato.