Swat: le squadre anti terrorismo che colpiscono i bambini

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Dalle grandi città ai piccoli villaggi, sembra che nessuna amministrazione negli Stati Uniti possa fare a meno di un proprio Swat team. Costose. Spesso inopportune. Provocano incidenti. Non sarebbe meglio usare la polizia?

Una tendenza già preoccupante ora riceve un nuovo impulso in direzione del delirio. Uno Swat Team (Special Weapons And Tactics) è un’unità specializzata in interventi di polizia ad alto rischio, le più comuni delle quali sono il salvataggio di ostaggi, operazioni anti-terrorismo, l’esecuzione di arresti rischiosi e l’affrontare criminali pesantemente armati. Concepite a Los Angeles nel 1967, queste squadre sono diventate molto popolari e hanno avuto un boom davvero incredibile, se si pensa alla loro ragion d’essere razionale, ma non se si mettono insieme i pezzi e si seguono i soldi.



A COSA SERVONO – Nonostante la grande diffusione di armi negli Stati Uniti, gli interventi che richiedano l’impiego di una SWAT si contano sulle dita di una mano e in tutta evidenza non ci sarebbe alcuna necessità d’addestrare e tenere a far niente, in attesa di minacce inesistenti da sventare, migliaia di uomini in tutti gli Stati Uniti. Tanto per rendere un’idea, è del 2008 il primo caduto della prima e più famosa SWAT del paese, quella del LAPD, a 41 anni dalla sua istituzione.

IL BOOM CON LA GUERRA ALLA DROGA – Verso la fine degli anni ’90 le Swat si erano già moltiplicate in maniera impressionante sull’onda della fallimentare guerra alla droga. Se infatti è rarissimo che possano essere impiegate per liberare ostaggi o rispondere a terroristi, è altrettanto vero che rappresentano pur sempre una risorsa costosa per ogni dipartimento o sceriffo, che quindi cercano di rientrare dalle spese impegnandole per di più nelle perquisizioni e negli arresti in supporto all’antidroga.





IL CAMBIAMENTO DI FILOSOFIA – L’introduzione di queste squadre ha però rappresentato un significativo cambiamento nella concezione stessa dell’esercizio dell’ordine pubblico negli Stati Uniti, dove l’antico Posse Comitatu Act proibisce l’impiego di militari in funzioni di polizia, ma dove oggi di fatto esistono migliaia di squadre militarizzate e pesantemente armate con le insegne della polizia. Un cambiamento non solo formale, perché l’addestramento decisamente militare di queste squadre si allontana dal dovere di “to serve and protect” imposto ai tutori dell’ordine per atterrare dalle parti della mentalità bellica, che impone prima di sparare e poi di andare a vedere che è successo. Applicato alla realtà significa che le SWAT sono state impiegate quasi esclusivamente nell’esecuzione di mandati d’arresto o perquisizione per droga e che, dove non ci sono nemmeno quelli, alla fine sono stati mandati di pattuglia bardati come per la guerra o addirittura in servizi di ordine pubblico, com’è accaduto di vederle schierate contro il movimento di Occupy.

LE GENEROSA WAR ON TERROR – Con l’avvento della war on terror il loro numero è poi ulteriormente aumentato, una recente indagine condotta su 690 dipartimenti e agenzie che servono città con più di 50.000 abitanti ha rivelato che il 50% di questa ha una SWAT. Negli anni ’90 erano il 60%, ma c’è di peggio, perché ora anche due su tre dei dipartimenti o degli sceriffi delle città più piccole e remote hanno una Swat, anche villaggi con appena 5.000 abitanti, dove il crimine è episodico e si conoscono tutti.

iL CRIMINE DA ANNI IN CALO – Gli Stati Uniti tra l’altro segnano da anni una drastica riduzione del crimine, alla quale ora si è perfettamente sposata la necessità di tagliare la spesa pubblica e anche quella per la polizia, ma non quella per le SWAT, che anzi è in vertiginoso aumento. Non si tratta però di un complotto per mobilitare di nascosto un esercito contro gli americani, quanto piuttosto di un sottoprodotto delle due guerre e più guerre in via di liquidazione.

IL PENTAGONO PORTA DONI – Il Babbo Natale per le SWAT si chiama Pentagono, che di ritorno dall’Iraq e dall’Afghanistan ha un’enorme quantità di mezzi e armi costose da stoccare e da mantenere in efficienza. Il Pentagono spende cifre stellari ogni anno semplicemente per combattere la ruggine e tenere in efficienza armi e macchine, circa 23 miliardi di dollari all’anno solo per combattere la corrosione e quindi conti alla mano ha deciso che gli conviene di più regalare alle amministrazioni civili parte del surplus, che conservarlo per anni prima che sia il tempo di rottamare tutto. L’idea è venuta dopo che al segretario della Difesa Gates che proponeva tagli di spesa al Pentagono per (solo) 78 miliardi di dollari in cinque anni, hanno fatto presente che in quel periodo solo per combattere la corrosione ne sarebbero stati spesi più di 114.

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IL SUPERMARKET DI GUERRA – L’idea è piaciuta molto anche alle amministrazioni civili, 50 stato e 17.000 agenzie federali, statali e locali hanno risposto positivamente e si sono portati a casa equipaggiamenti per più di 2.6 miliardi di dollari di valore al listino dell’usato. La lista della spesa prevede fucili d’assalto M4, droni e persino mezzi blindati, come il desideratissimo BearCat G3, che porta 10 persone, pesa oltre 7 tonnellate e può arrivare a quasi 130 chilometri all’ora. Una cosuccia che i contribuenti americani hanno pagato 300.000 dollari a pezzo e che ora insieme agli Humvee finirà per lo più a decorare le main street dell’America profonda.

COSTANO UNA CIFRA – Una SWAT diventa così molto onerosa da sostenere per le amministrazioni, che per di più si devno far carico del mantenimento di un gran numero di mezzi stravaganti , una cittadina di nemmeno 30.000 come Johnston, nel Rhode Island può mettere in campo otto elementi (256.250 $ all’anno l’uno), dotati di due trattori stradali, 12 Humvee (1.5 a testa), 30 fucili M4, 18.500 munizioni, visori notturni, attrezzatura da cecchino, 44 baionette per scopi cerimoniali, 5 generatori del tipo impiegato dal carri armati M1 e 23 turbine spazzaneve (?). Tutta roba gentilmente scaricata dal Pentagono, che secondo la polizia di Johnston permetterà alla SWAT di diventare un “world-class hostage rescue team.”

SOLDI BUTTATI – Peccato solo che Johnston gli ostaggi li vedano solo in televisione, così come accade alla quasi totalità delle Swat, alcune delle quali “servono” comunità che non arrivano a 5.000 abitanti, ma più o meno con le stesse dotazioni. Il bello è con un’azione perfettamente coordinata anche le leggi federali considerano queste dotazioni come indispensabili, anche a dispetto delle obiezioni delle agenzie più pragmatiche, che preferirebbero avere più poliziotti e più automobili che gli scarti del Pentagono, perché anche i Predator sono un lusso se costano oltre 3.000 dollari per ora di volo a un’agenzia che con quei soldi ci pagherebbe una decina di agenti in più.

LA CRISI E I TAGLI – Ancora di più se si pensa che il 51% dei dipartimenti di polizia ha tagliato le spese anche nel 2012, il 58% ha eliminato o ridotto gli aumenti e c’è un 3% del calo degli effettivi dovuto ai risparmi, più che come adeguamento al calo del crimine, tanto che comunque il 47% dei dipartimenti ha ridotto le attività e che l’8/9% di questi non indaga o reprime i furti d’auto e non risponde agli allarmi antifurto.

UN SACCO D’INCIDENTI – Oltre al danno economico c’è però un altro problema determinato dal proliferare delle SWAT ed è rappresentato dal fatto che l’approccio militaresco mal si adatta alle operazioni di polizia in ambienti densamente popolati come quelli urbani, tanto che sono ricorrenti gli “incidenti” nei quali adulti e bambini finiscono crivellati di colpi per errore, così sono molteplici i casi l’uso e le modalità d’intervento delle SWAT si risolvono nell’assurdo. Dalla famiglia alla quale hanno sfondato la porta e ammanettato il padre perché un cretino aveva scritto minacce al dipartimento di polizia su un forum collegandosi al WI-FI aperto di quell’abitazione, a tutti quanti vengono aggrediti e maltrattati da questi specialisti, non c’è davvero ragione che giustifichi modalità d’intervento che prevedono normalmente la devastazione dei domicili, il lancio di granate fumogene e stordenti dentro le case e arresti decisamente violenti anche quando non c’è alcuna minaccia per gli agenti.

NON SERVONO A NIENTE  – To serve and protect, ma le SWAT non proteggono e e offrono un pessimo servizio, oltre ad essere difficilmente impiegabili contro i veri terroristi e gli autori delle sparatorie o dei massacri alla Columbine per questioni di tempestività, perché una cosa è recarsi al domicilio di un presunto spacciatore, un’altra è riuscire ad arrivare là dove si manifesta un terrorista o un folle in tempo utile ad evitare che spari tutto quello che si è portato dietro . Proprio il massacro nel college spinse le autorità a rivedere l’approccio a casi del genere, prima la polizia doveva “circoscrivere il perimetro” e attendere la SWAT, ma da allora si preferisce invece sollecitare la risposta armata dei primi agenti che arrivano sul posto.

PIU’ ARMI PER TUTTI – Un cambio di strategia che illumina l’effettiva inutilità delle squadre SWAT o almeno l’inutilità di averne una per ogni campanile, tanto più che il cambio di strategia si è risolto nel dotare i poliziotti di pattuglia di armi che offrano loro una maggiore potenza di fuoco. Una soluzione tipicamente americana, ancora di più di fronte al ricordato calo del crimine e dei crimini violenti in particolare, che non ha spinto a ripensare l’esistenza di un tale numero di SWAT, ma che semmai ha spinto proprio in direzione dell’adozione di armi e mezzi da guerra da parte di queste squadre, che ora possono esibire dotazioni superiori a quelle dei normali agenti e sfilare sulle main street come se pattugliassero Sadr City a Baghdad.

 

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