Terrorismo razzista a Minneapolis, 5 feriti a una manifestazione

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Un gruppo di suprematisti bianchi ha aperto il fuoco su quanti manifestavano contro l'uccisione di Jamar Clark

Una manifestazione indetta a un isolato di distanza dal 4° distretto di polizia di Minneapolis è stata attaccata ieri sera da 3 suprematisti bianchi armati, che hanno sparato sulla folla ferendo cinque persone.



 



 



 5 FERITI NELL’ATTACCO RAZZISTA DI MINNEAPOLIS –

Due persone sono state portate all’Hennepin County Medical Center di Minneapolis e 2 al North Memorial Medical Center di Robbinsdale, nessuno dei 5 era fortunatamente in pericolo di morte. A ferirle, ieri sere dopo le 22 locali, sono stati tre uomini che nei giorni scorsi avevano già disturbato le manifestazioni contro l’uccisione di Jamar Clark, un giovane nero di 24 anni ucciso dalla polizia del distretto in circostanze che hanno destato scandalo.

LE PROVOCAZIONI DEI SUPREMATISTI –

I tre non facevano nulla di strano, almeno per gli standard americani. Molti come loro si sono presentati alle manifestazioni di «Black Lives Matter», indette per protestare contro le uccisioni arbitrarie di giovani neri da parte delle forze dell’ordine. E molti come loro lo hanno fatto presentandosi armati e dotati di elmetti e giubbotti antiproiettili, senza che la polizia trovasse nulla da ridire. Così facendo esercitano il loro diritto a girare armati e dicono, ma è chiaro che si tratti di pericolose provocazioni e che solo il caso abbia impedito finora alla situazione di degenerare. Il caso e il fatto che invece i manifestanti per i diritti civili non si presentano alle manifestazioni armati come se andassero alla guerra.

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L’ATTACCO RAZZISTA A MINNEAPOLIS –

Ieri sera la situazione è degenerata dopo che i 3 erano stati allontanati da una decina di manifestanti, prima hanno finto d’allontanarsi e poi hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che li stavano accompagnando per qualche metro lontano dal gruppo. Ne hanno feriti 5 e poi si sono dati alla fuga. Secondo i presenti si tratterebbe di 3 persone del luogo già viste in occasione delle manifestazioni dei giorni precedenti. Ora sono ricercati dalla polizia, che sembra non li abbia neppure identificati in precedenza, preferendo come spesso accade dedicare la sua curiosità ai manifestanti. Il fratello di Jamal Clark, Eddie Sutton, è intervenuto pubblicamente per chiedere la fine delle manifestazioni, temendo per la sicurezza dei manifestanti. Un chiaro e gravissimo episodio di terrorismo razzista, ma come spesso accade questo tipo di terrorismo allarma meno di altri, anche se nel caso degli Stati Uniti questo colpisce ovunque nel paese e con un’inquietante frequenza.