Torna a Torino, dopo la vittoria, tre anni fa, del Premio speciale della Giuria con Noi non siamo come James Bond. Mario Balsamo, tra i nostri migliori documentaristi e ora nel pieno di una riscrizione della grammatica del genere, con un racconto personale e introspettivo proiettato in un cinema ironico e (melo)drammatico, dopo averci proposto un on the road con il miglior amico, a cui lo accomunava, in quel momento, una grave malattia, ora in Mia madre fa l’attrice affronta l’ingombrante figura di un genitore particolarissimo e affascinante, come il sodale del film precedente, ma allo stesso tempo mamma complessa sul set e, scopriamo, anche fuori.
Riesce ancora l’on the road di un cineasta che non ha paura di mettersi a nudo e che qui al dialogo e al “duello” tra i protagonisti – anche qui, da attore, il cineasta si ritaglia il ruolo di spalla-vittima – predilige un lavoro visivo più approfondito e fantasioso, forse anche per segnare un momento della vita più dolce, pur nelle sue difficoltà. E promette già una trilogia: forse, chissà, con quella moglie che non ha ancora trovato e che Silvana Stefanini, la sua supermamma, vorrebbe tanto.