Torno indietro e cambio vita, non delude il nuovo film dei fratelli Vanzina
18/06/2015 di Alessio Barbati
Torno indietro e cambio vita, il nuovo film dei fratelli Vanzina, arriverà nelle sale giovedì 18 giugno per dimostrare che “il cinema non va in ferie”. «I nostri autori non vogliono uscire nei mesi caldi – ha spiegato Enrico Vanzina – quando, secondo loro, la gente è tutta al mare. Questa è una visione vecchia che non tiene conto dei cambiamenti avvenuti nella nostra società. Il cinema non è un frutto di stagione. È come il pane. Deve essere sempre in tavola».
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LA TRAMA –
Tutto sembra perfetto nella vita di Marco (Raoul Bova), 42 anni, un lavoro soddisfacente, e una bella famiglia. Fino a che sua moglie Giulia (Giulia Michelini) decide di lasciarlo per un altro uomo. Marco è distrutto e cerca conforto nell’amico di una vita Claudio (Ricky Memphis), confidandogli che se potesse tornare indietro non si innamorerebbe mai di Giulia. Nemmeno il tempo di dirlo che i due si ritrovano nel 1990, con la consapevolezza dei 40enni e le sembianze dei maturandi. Claudio ha la possibilità di salvare sua madre (Paola Minaccioni) dall’alcolismo e Marco di evitare le sofferenze inferte da Giulia. Ci riusciranno?
LA RECENSIONE DI TORNO INDIETRO E CAMBIO VITA –
Torno indietro e cambio vita è un film piacevole, se non lo si guarda con l’aspettativa di una versione nostrana di “Ritorno al Futuro”. Scorrevole e leggero si lascia guardare senza mai colpire particolarmente. Prevedibile nella prima metà, recupera nel secondo tempo lasciando lo spettatore piacevolmente sorpreso. Non delude Giulia Michelini, catapultata in un ruolo insolito, anzi, in un doppio ruolo. Sa interpretare con efficacia prima la Giulia quarantenne, poi la diciassettenne, e in entrambi i personaggi si dimostra coinvolta e credibile. Benissimo Max Tortora in un ruolo che sembrava disegnato attorno a Christian De Sica e ottima interpretazione, anche se marginale, di Paola Minaccioni, nei panni della madre alcolizzata di Claudio. Ricky Memphis piace, ma non riesce ad abbandonare un ruolo che è sempre lo stesso da ormai troppo tempo. Non convince Raoul Bova, protagonista nel film, ma non sul set. Interessante il soggetto di Enrico e Carlo Vanzina che offre la possibilità di analizzare due epoche ben distanti. Una regia fluida, attenta e sempre professionale viene forse sminuita da una sceneggiatura meno intrigante che in qualche caso appare un po’ forzata. Chi ha visto “Sapore di Mare” o “Il Cielo in Una Stanza” ne ritroverà il tentativo di allontanarsi dal “cinepanettone” o da un modello comunque simile.
Una buona occasione per i Vanzina, che però poteva essere sfruttata meglio.