Trucco, parrucco e paillettes: chi ha ucciso la mini beauty queen?
05/10/2010 di Viola Afrifa
A 14 anni dalla morte della piccola JonBenet Ramsey la polizia riapre le indagini e con queste l’annosa questione: i concorsi di bellezza per bambini giovano all’autostima delle baby miss o le mettono in pericolo?
È di ieri la notizia che il caso di JonBenet Ramsey, la baby miss americana picchiata e strangolata alla tenera età di sei anni a Boulder, Colorado, è stato riaperto a distanza di 14 anni. Gli investigatori ritengono infatti che con le moderne tecniche investigative di cui ora dispongono il mistero del brutale omicidio della reginetta di bellezza potrebbe finalmente essere risolto. La polizia per adesso ha formalmente richiesto un colloquio con il fratello della vittima, Burk, che all’epoca aveva solo 9 anni, sperando in un qualche ricordo che possa dare una svolta all’indagine appena riaperta.
COME IN UN FILM – Inizialmente era stata proprio la famiglia di JonBenet ad essere stata messa sotto accusa da parte di investigatori e giornalisti. Quest’ultimi poi, trascinati dal potere mediatico della vicenda che teneva col fiato sospeso milioni di lettori, si lasciarono andare a libere interpretazioni talvolta anche molto azzardate e corroborate da nessun tipo di prova. Cinicamente parlando la storia e tutte le sue varie versioni, vendevano alla grande. JonBenet Ramsey è una bambina dalle fattezze di una bambola. La madre, a sua volta ex beauty queen, si aggrappa con le unghie e con i denti alla sua perduta giovinezza agghindando la figlia di pizzi e merletti e facendola partecipare a decine di concorsi di bellezza fin dai primi anni di vita. Il portamento, l’eleganza, il sorriso cementato sul visino, sono un must e solo se la bimba saprà raggiungere la perfezione sarà una vincente nella vita. La notte di Natale del 1996 JonBenet sta dormendo nel suo lettino quando si accorge di aver bagnato il letto. Va dalla madre che presa da un raptus di follia la uccide. Il padre John, facoltoso manager e self-made-man, per proteggere la donna e la facciata perfetta della propria famiglia, inscena un rapimento con tanto di due pagine di lettera di riscatto. La polizia invece fin dall’inizio avevano sospettato proprio che fosse stato lui. Il padre mostro che molesta e infine ammazza la figlioletta. Uno sceneggiatore hollywodiano non avrebbe saputo fare di meglio. L’unico, piccolo dettaglio è che secondo l’esame del DNA le cose non erano andate affatto così. La famiglia è stata indagata a lungo e le accuse sono state ritirate a suo tempo. La madre poi, scomparsa nel 2006 per un cancro alle ovaie, non è più neanche nel “quadretto”. I media, dopo averla accusata del più terribile dei reati, l’hanno messa da parte. La storia di una madre innocente non vendeva più. Un’ultima versione gettonata vedeva invece la piccola vittima di un pedofilo ossessionato dall’aspetto bambolesco di JonBenet, trasformata dalla madre in una mini Barbie ammiccante e plastificata.
L’INFANZIA RUBATA – L’ossessione della madre per la grazia e il portamento della figlia sembra a questo punto totalmente la causa della tragedia. Negli anni scorsi molti hanno puntato il dito contro questo aspetto della vita della piccola JonBenet. Una bimba derubata della propria infanzia e del proprio diritto alla spontaneità. Una creatura artificiosa nelle mani di una madre superficiale e frivola che preferiva spendere e spandere in concorsi, trucco e parrucco piuttosto che portare la figlia a divertirsi come tutti i bambini di 6 anni. Quanto questo aspetto sia rilevante al fine di dipanare il mistero dell’omicidio non è dato sapere. La cosa certa è che quella che è stata uccisa era una bambina dalla vita verosimilmente complessa.
CANZONI, BALLETTI E DEFILE’ – Il fenomeno dei “beauty pageant” per bambini è nato negli USA negli anni Sessanta. All’epoca bastava un vestitino elegante e un fiocco di seta tra i capelli per sentirsi agghindata a festa. Attualmente sono circa 3 milioni le iscrizioni che ogni anno pervengono ai concorsi di bellezza riservati alle aspiranti reginette e ad oggi non è raro che queste sfoggino meches, estensions, trucco pesante e “flippers” ovvero capsule per coprire i dentini caduti. Le concorrenti si sfidano a colpi di sorrisi, canzoni, balletti e defilé e si contendono premi in denaro e titoli regionali, statali e nazionali. In un articolo uscito nel febbraio di quest’anno su ABC News, April Brilliance, Miss Maryland in carica e direttrice di un circuito di concorsi nello stesso stato, afferma che per le bambine è come “giocare ad essere Cenerentola per un giorno”. Quello che però bisogna tenere a mente è che per arrivare a quel giorno, le aspiranti principessine passano ore e ore a perfezionare esibizioni e coreografie, provando vestiti e acconciature sempre sotto lo scrutinio implacabile di un esercito di mamme e nonne con un passato da beauty queen mediocri o da brutti anatroccoli frustrati e che proprio per questo vedono nelle loro piccole un’occasione di rivalsa. A cinque anni sfilare in abiti di paillettes da 2000 dollari, con la faccia impiastricciata di fondotinta arancione e ciglia finte, davanti ad una commissione che toglie punti per un dentino sporgente, una camminata impacciata o una nota stonata non è come giocare a Cenerentola. Perché il bello del gioco è proprio il divertimento fine a se stesso che niente ha a che vedere con i voti, i premi in denaro, la copertura televisiva e le aspettative di un genitore.
MAMME ECCESSIVE – In Italia concorsi del genere non esistono. Esistono i talent show per bambini, non veri e propri concorsi di bellezza. Ma curiosando nei forum frequentati dalle mamme nostrane ci si può imbattere in messaggi come questo:
Ieri pomeriggio, prima di uscire, mi sono vista in tv un documentario assai particolare, fatto in America, sui concorsi di bellezza per bambine. All’inizio ero un po’ meravigliata poi mi sono lasciata decisamente coinvolgere ! Che mondo meraviglioso! cioè, vi spiego .. Innanzitutto queste mamme non si vergognavano di essere così eccessive. questa cosa mi è piaciuta un sacco, perchè anche io stravedo per l’universo della Bellezza, anche io sono portata ad essere così esagerata, per me la Bellezza è come una religione, è un modo di essere e di vivere. In modo totale ed appassionato. in Italia c’è ancora molta ipocrisia e una certa condanna per la vanità.
Senza entrare nel merito del post, la domanda nasce spontanea: perché gli eccessi, le passioni e la vanità delle mamme ossessionate dalla “Bellezza” con la B maiuscola si dovrebbero in qualche modo ripercuotere sulle attività imposte alle figlie?
AUTOSTIMA O AUTODISTRUZIONE? – Syd Brown, psicologo dello sviluppo e della fase adolscenziale di stanza in Maryland, interpellato dalle reporter di ABC News afferma che questo tipo di concorsi ha sicuramente un effetto negativo sullo sviluppo psicologico delle giovani concorrenti che fin dai primi anni di età iniziano ad essere giudicate per il loro aspetto fisico, abbigliamento e portamento. Un rischio concreto è che la bambina non riesca poi ad accettare i cambiamenti del proprio corpo in fase di sviluppo come ad esempio l’aumento di peso o l’eventuale comparsa dell’acne giovanile. Le mamme invece ritengono che partecipare a queste gare non faccia che rafforzare l’autostima delle figlie. Quando vincono, aggiungeremmo noi, perché che una mamma spenda migliaia di dollari tra vestiti, iscrizione, make-up e lezioni di danza solo per il gusto di partecipare pare piuttosto inverosimile. Brown sottolinea inoltre che vestire una bambina di 6 anni come un’adolescente e farla esibire sul palco in coreografie ammiccanti oltre a rappresentare una totale forzatura di quelli che sono i tempi di sviluppo fisiologico del corpo e della mente rischia anche di esporre le bambine alle pericolose attenzioni di individui malintenzionati.