La truffa del prosciutto San Daniele: «Suini trattati con la candeggina»

01/08/2017 di Gianmichele Laino

C’è un vero e proprio caso che ha scosso la produzione del prosciutto San Daniele DOP. Al centro delle indagini sono finiti otto tra allevatori e imprenditori che sono stati arrestati con accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode nel commercio, falso, contraffazione dei marchi e truffa ai danni dell’Unione europea. Il prosciutto veniva prodotto a partire da suini che non rispettavano gli standard previsti dal disciplinare.

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TRUFFA PROSCIUTTO SAN DANIELE, IPOCLORITO DI SODIO PER TRATTARE LA CARNE

In alcuni stabilimenti, addirittura, l’installazione delle telecamere di sorveglianza, ottenute dal pubblico ministero Marco Brusegan, hanno permesso di individuare diverse pratiche illecite che venivano applicate per «correggere» le analisi non positive degli animali. In modo particolare, secondo la procura di Pordenone, le carcasse dei suini sarebbero state trattate con ipoclorito di sodio. Una pratica che risulta essere dannosa anche per l’uomo: la carne che recepisce questa sostanza, infatti, non è adatta alla vendita e al consumo.

Inoltre, sempre secondo gli inquirenti, agli animali sarebbero stati somministrati dei vaccini scaduti, vanificando l’effetto della profilassi e l’efficacia della medicina. Il tutto perché i farmaci, secondo gli imprenditori, «non potevano essere buttati perché sarebbe stato un peccato farlo».

TRUFFA PROSCIUTTO SAN DANIELE, OTTO ARRESTI

Gli otto arresti sono stati eseguiti tra le province di Udine e di Pordenone e hanno scosso profondamente l’ambiente del prosciutto San Daniele Dop. L’attività investigativa era partita a febbraio, quando decine di persone erano state indagate, dopo un’approfondita serie di controlli in allevamenti e prosciuttifici, anche al di fuori del Friuli Venezia Giulia.

FOTO ARCHIVIO/ANSA

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