Tutte le figuracce più assurde di Berlusconi intervistato dalla BBC
21/05/2014 di Redazione

Silvio esce maluccio dalla prova del giornalismo anglosassone, Paxman lo torchia e il Washington Post ripropone una selezione dei «momenti più ridicoli» dell’intervista.
IL TORCHIO D’ALBIONE – Jeremy Paxman è un veterano del giornalismo britannico, che con il suo Newsnight ha già torchiato decine di politici nazionali e internazionali, ormai prossimo al pensionamento. Paxman ha già distrutto il nostro povero Frattini ai tempi della guerra in Libia e non ha avuto pietà nemmeno di Berlusconi.Dopo averlo lasciato parlare di crisi a modo suo, Paxman ha affondato subito il coltello nelle piaghe di Silvio, chiedendogli se ha dei problemi con Merkel e se è vero che l’ha chiamata culona inchiavabile. Silvio ci è rimasto un po’ e poi ha detto di non aver mai insultato nessuno e che sicuramente si tratta di un complotto di chi non vuole che vada d’accordo con Merkel.
I COMPLOTTI CONTRO BERLUSCONI – Anche alla successiva domanda sul cucù nelle occasioni ufficiali Silvio ha risposto dando la colpa ad altri, in questo caso a Putin, che glielo avrebbe fatto e insegnato a Sanpietroburgo spuntando da una colonna. E che ovviamente a Merkel è piaciuto tantissimo. A proposito di complotti, Silvio c’infila anche l’accusa a Sarkozy di aver scatenato la guerra in Libia perché l’amicizia tra lui e Gheddafi minacciava di lasciare la Francia senza gas e petrolio.
I GOLPE CONTRO BERLUSCONI – E il complotto ritorna anche in chiave interna, quando Paxman chiede cosa non va nella politica italiana Silvio parte con un «tutto!» dicendo poi che negli ultimi 20 anni in Italia ci sono stati quattro «esempi di colpo di stato» e che gli ultimi tre presidenti del consiglio non sono stati eletti. All’estero pare abbia fatto molto ridere anche la sua opinione su Grillo, i paragoni con Robespierre, Stalin e Pol Pot sono apparsi tanto esagerati da poter essere derubricati a ridicoli. Nemmeno il consueto elenco di processi e udienze è piaciuto, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti conta poco se ti assolvono per qualche denuncia, contano le condanne, che non si pareggiano con le assoluzioni e le condanne cancellano qualsiasi spazio per gridare alla persecuzione.
NON GLI HANNO CREDUTO – Ma per Silvio sono tutte fantasie e calunnie, come quella del Bunga Bunga, che agli angli piace tantissimo, ma che per lui non è mai esistito. Negare l’evidenza però in contesti del genere non è efficace come da noi, e così Silvio è finito alla gogna sul Washington Post, testata per niente comunista e nemmeno un po’ progressista dell’establishment americano. Se c’è stato complotto contro Silvio è perfettamente riuscito, sulle due sponde dell’Atlantico tutti ridono di Berlusconi e nessuno sembra minimamente credere alle sue denunce di complotti ai suoi danni.