Tutte le rogne che aspettano i nuovi sindaci del Movimento 5 stelle
10/06/2014 di Stefania Carboni
Non sarà facile. I comuni che hanno deciso di cambiare scegliendo un sindaco 5 stelle non navigano in buone acque. Così come Federico Pizzarotti ereditò una Parma con 800 milioni di debiti, c’è chi si dovrà battere per rilanciare l’occupazione, evitare inceneritori e dissesti finanziari. Sarà una sfida che comporterà scelte (anche impopolari) in nome della sopravvivenza (e di una rinascita) del comune pentastellato.
I GIOVANI DISOCCUPATI DI LIVORNO – Filippo Nogarin è il nuovo sindaco di Livorno del Movimento Cinque Stelle. Il 44enne ingegnere aerospaziale toscano, è nato a Castiglioncello, in provincia di Livorno, è laureato in ingegneria aerospaziale a Pisa ed è libero professionista nel settore ICT. Ha occupato la “roccaforte rossa” del Pd che dal dopoguerra in poi ha sempre votato a sinistra. Livorno ha diversi problemi che non si risolvono da anni. Il primo è l’alto tasso di disoccupazione che sale al 26.2 per cento tra i ragazzi fra i 15 e 29 anni. La situazione ha raggiunto picchi altissimi tra il 2010 e 2012, con centinaia di aziende chiuse l’anno: e ancora non riparte. Stavolta la base della sinistra livornese (fabbriche, voto sindacale) ha preferito votare altro in cabina elettorale (o non votare affatto). Nogarin dovrà trovare una soluzione utile per il rilancio del porto e metter mano al piano regolatore portuale (e urbano). Non servirà solo aprire la “Venezia della toscana” come una scatoletta di tonno, ma occorrerà risollevarla in un “pantano” che stavolta ha punito con una croce sulla scheda il Pd di Matteo Renzi.
guarda i tre sindaci M5S:
CIVITAVECCHIA E LA PAURA DELL’INCENERITORE – A Civitavecchia ha vinto l’ingegnere M5S Antonio Cozzolino che ha ottenuto il 66,57 per cento delle preferenze, staccandosi dal democratico Pietro Tidei, già tre volte sindaco e due deputato. Il grillino Cozzolino dovrà però affrontare uno spettro, l’ennesimo, nella terra del carbone: un ossidatore termico all’interno del Centro Chimico di Santa Lucia. Dentro si fonderanno le armi chimiche della seconda guerra mondiale e la struttura, essendo di piccola capacità, non necessiterà né di Aia né del VIA. Poco importa se a febbraio l’assemblea della Pisana ha approvato una mozione di Porrello (M5S) sull’utilizzo di carbone con un contenuto di zolfo conforme ai limiti regionali nella centrale di Tvn. La guardia del neosindaco dovrà esser alta e a stretto contatto sia con i grillini che faranno opposizione alla giunta Zingaretti che con la deputata Marta Grande che già si interessò alla questione di Santa Lucia.
BAGHERIA E IL DISSESTO FINANZIARIO – Gli arresti dell’operazione Reset che decapitavano l’ultimo mandamento mafioso in città forse non basteranno. Bagheria, covo di Provenzano, è il comune più indebitato della Sicilia. Lo scorso 20 maggio è stato siglato il suo dissesto finanziario. I debiti delle casse comunali hanno raggiunto quota 43 milioni di euro. Il giovane Patrizio Cinque, nuovo sindaco a 5 Stelle, non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse comunali, ma dovrà tagliare il tagliabile (esuberi inclusi). Come ben spiega Live Sicilia l’eletto non sarà solo nell’impresa:
Il Comune sarà costretto aumentare le tasse al massimo per cinque anni, non potrà contrarre mutui, dovrà tagliare i precari e dichiarare eventuali esuberi tra il personale (massimo un dipendente ogni 144 abitanti), aumentare le tariffe per i servizi a domanda individuale, tagliare tutto il tagliabile. Una commissione di tre alti magistrati in pensione affiancherà sindaco e consiglio comunale nel processo di risanamento dell’ente. Toccherà alla Corte dei Conti individuare eventuali responsabili tra gli amministratori comunali, per cui scatterebbero le dovute conseguenze tra cui l’incandidabilità.
Anche a Parma all’inizio furono tutti contenti… i nuovi sindaci m5s saranno sempre obbedienti allo staff? Comunque sia buon lavoro
— Lorenzo Battista (@lor_bat) 9 Giugno 2014
I RISCHI DI ESSER PIZZAROTTI – Insomma il rischio di fare o incappare in scelte “ribelli” è alto. Un sindaco, pur di salvare il comune, dovrebbe prendere decisioni anche in barba alle “linee” 5 stelle. Ne è dimostrazione l’amministrazione di Federico Pizzarotti che tiene le redini di un comune emiliano. La città è uscita da enormi difficoltà economiche ma ha incassato la sconfitta sull’inceneritore tanto sbandierato durante la campagna elettorale. Eppure Parma è recentemente entrata nei comuni più virtuosi d’Italia: ma non basta. Ora ci sono i primi malumori, a distanza di due anni dall’elezione, nel Movimento 5 Stelle locale. Una lunga nota a firma degli “Amici di Beppe Grillo di Parma e provincia” si dissocia infatti dall’operato della giunta comunale accusata di essere chiusa in sé stessa, scollata dalla base, troppo aderente alle logiche politiche del passato, e disinteressata alle Europee e al candidato parmigiano a 5 stelle, risultato poi non eletto. Un testo durissimo dove viene messo sotto accusa Pizzarotti e il suo M5S con i suoi “personalismi”.
«Ho letto un comunicato scritto da persone che non hanno neanche avuto il coraggio di palesarsi, le quali incolpano l’amministrazione di Parma per la non elezione di Francesco Rossi al Parlamento Europeo – questi sono i livelli – o per aver scritto un libro, ma non trovo critiche concrete se non solo opinioni personali», ha replicato il capogruppo dei 5 stelle in Comune Marco Bosi. «Non c’è sostanza – ha aggiunto – non c’è concretezza né verità nel comunicato che ho letto. Solo opinioni di chi non conosce i confini del realizzabile e dell’irrealizzabile». «Amministrare – ha spiegato Bosi – è quel confine. Esprimere opinioni nascondendosi dietro un comunicato è invece facilissimo. Amministrare, al contrario, vuol dire scontrarsi con la realtà». Pizzarotti docet. E in nuovi sindaci a 5 stelle di realtà ne dovranno affrontare tanta.