Tutti gli scandali delle Olimpiadi

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Dalla Corea con la bandiera sbagliata a quelli che vogliono perdere a badminton, i giochi della discordia

Quelli di Londra, per tanti versi, sono i giochi della discordia: certo, probabilmente non più di altri. Nel senso che ogni tornata di olimpiadi si inserisce in un contesto politico e sociale, e qualcosa finisce sempre per succedere. Certo, i giochi londinesi non sono ancora terminati e già molto è successo: alterne vicende politiche, problemi di sportività, sospetti di doping poi rivelatisi insussistenti.



 

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POLITICA E SPORT – L’Atlantic ci ricorda come i problemi fra stati si siano ripetuti sui campi da gioco olimpici. La vicenda più eclatante è stata quella della gaffe sulla Corea del Nord: l’organizzazione, nell’ambito della partita di calcio femminile fra la delegazione di Pyongyang e quella della Colombia, ha accostato per errore la squadra nordcoreana alla bandiera della Corea del Sud. Apriti cielo: i due paesi sono ancora “formalmente in guerra” e così la delegazione nordcoreana si è rifiutata di scendere in campo per un’ora. Che succederà quando le due coree si sfideranno sul tavolo da ping pong?



C’è poi la questione mediorientale che si ripete con tutta la sua potenza sui campi di gioco olimpici. Nessun atleta proveniente da paese arabo vede di buon occhio l’allenarsi e il competere fianco a fianco con un atleta israeliano. Fra i meno contenti ci sono sicuramente gli iraniani: il loro campione di Judo,  Javad Mahjoub, si è rifiutato di presentarsi all’evento in cui competeva un atleta israeliano, adducendo problemi di stomaco. Il team libanese di Judo si è presentato a Londra ma l’organizzazione ha dovuto installare un separé fra le due delegazioni, altrimenti non ci sarebbe stato alcun allenamento.

BISCOTTO CINESE – E il badminton? Ne abbiamo parlato: la delegazione cinese ha volutamente perso la partita contro quella sudcoreana. Questo per evitare, nella successiva fase dei giochi, lo scontro diretto con l’altra coppia cinese, molto forte. Le atlete sono state squalificate, e la federazione di badminton cinese – sport molto seguito nel sudest asiatico – ha aperto un’inchiesta interna dopo le lamentele dell’associazione sportiva internazionale. Intanto le atlete sono state cacciate – non da sole: anche la delegazione indonesiana è stata ritenuta coinvolta nelle combine e nell’antisportività.

Ye Shiwen ha fatto discutere il mondo. Il suo tempo “da marziana” – 4’28”43 nei 400 misti, record del mondo – a soli sedici anni, meglio di veterani del nuoto suoi colleghi maschili come il grande Michael Phelps e Ryan Lochte, che ha scalzato il primato dello squalo, hanno fatto gridare al doping. Ma i test hanno dimostrato che Ye “è pulita” e dunque nuota così veloce perché è così brava. Ma c’è chi ha avanzato un’altra tesi: “È un risultato che chiede spiegazioni”, ha detto la World Swimming Coach Association: “La manipolazione genetica ha dato agli animali più forza e ossigeno. Chi dice che non si possa fare con gli esseri umani?”. Insomma, Ye Shiwen è un Ogm? Sembra difficile, anche se tutto è possibile.

HOME RULE – Alle olimpiadi di Londra è stato possibile anche osservare il ritorno del Team Great Britain: la nazionale di calcio del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Come è noto, a partecipare ai campionati di calcio Fifa sono, separatamente, le quattro squadre: Inghilterra, Scozia, Galles e Nord Irlanda. Ma il Comitato Olimpico Internazionale parla solo con il Comitato Olimpico del Regno Unito e perciò esige la partecipazione del team della Corona, che si è ricostituito e qualificato di diritto ai giochi di Londra: il Team GB non partecipava ad un’olimpiade dal 1960, i giochi di Roma.

 

Foto:  Getty Images e Times of Israel 

 

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