U-2: l’aereo spia che è stato un affarone

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I documenti declassificati di recente raccontano la storia di un programma poco costoso che ha portato a risparmi incalcolabili

Un aereo mitico, nato da un progetto della CIA e destinato a volare solo per alcuni anni, ma a lasciare un segno nella storia.



U2, UN PROGETTO RICICLATO – A metà degli anni ’50 la guerra fredda era al suo apice e il livello di paranoia altissimo, non deve quindi stupire che a un certo punto la CIA fosse stata autorizzata a dotarsi di un aereo costruito su proprie specifiche per la sorveglianza dello spazio sovietico. L’Agenzia aveva a disposizione un grasso budget segreto, tale da poter commissionare a Lockeed la progettazione e costruzione di 20 esemplari di quello che diventerà l’U-2. Per un miracolo al quale rarissimamente si è assistito nella storia degli appalti statunitensi per la difesa, la spesa finale fu addirittura inferiore al budget, perché l’aereo venne realizzato usando buona parte della fusoliera dell’esistente F-104.



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LE NOVITA’ – L’U-2 era però un aereo di tutt’altra complessità e prestazioni, destinato com’era a volare a 21.000 metri d’altezza, oltre la portata dei radar sovietici, oltre quella dei loro caccia e dei loro missili, per spiarli. La storia delle sue missioni è ora pubblica in tutti i dettagli grazie alla de-classificazione del lavoro di due storici interni all’agenzia, che hanno riassunto il materiale a disposizione in “The Central Intelligence Agency and Overhead Reconnaissance: The U-2 and OXCART Programs, 1954-1974, pubblicato a beneficio della comunità dell’intelligence nel 1992 e trapelato per brani negli anni successivi, ora declassificato su richiesta dei National Security Archives.



INESTIMABILE – L’importanza del programma era già stata ampiamente riconosciuta fin dall’epoca, lo stesso Allen Dulles che disse: ” in termini di affidabilità, precisione, accesso ad istallazioni altimenti inaccessibili, il suo contributo è stato unico. E nell’opinione di scienziati, militari e e ufficiali responsabili per la sicurezza nazionale è stato, per farla breve, inestimabile”.

L’AEREO DELLA CIA – Allen Dulles era anche il capo della Cia che aveva gestito il programma, ma l’evidente conflitto d’interessi non ne ha falsato il giudizio. L’U-2 era un aereo particolare, nel quale i piloti stavano per ore con una tuta d’astronauta mantenendosi a quota 70.000 piedi su una specie d’aliante fragilissimo che volava dovendo mantenere la velocità entro una finestra utile di una ventina di chilometri all’ora, limiti oltre i quali c’era il disastro. Pericoloso persino l’atterraggio, che doveva avere di preferenza l’assistenza di due auto in pista per aiutare i piloti a tenerlo dritto durante atterraggi a velocità vicine allo stallo. Il progetto era stato scartato dai militari, che volevano a tutti i costi qualcosa che potesse anche portare un carico bellico, ma alla CIA che voleva trasportare solo telecamere e sensori andò benissimo e finì tra le mani di una divisione della Lockeed particolarmente estroversa ed efficiente che lo mise insieme a tempo di record.

UN PO’ STRANO – Un incubo per i piloti, si rivelò invece abbastanza affidabile e furono abbastanza rari i casi di abbattimenti o incidenti, da mettere in conto vista la delicatezza delle missioni loro affidate, le più note delle quali furono i sorvoli dello spazio aereo sovietico. L’atmosfera dell’epoca poi  era tale che ai piloti era fornita anche una pillola al cianuro, nel caso avessero preferito suicidarsi alla cattura.

GLI UTILI ALLEATI – Del programma furono resi partecipi i britannici e l’aviazione della Cina Nazionalista, l’attuale Taiwan. Eisenhower vedeva di buon occhio la partecipazione dei britannici, per deflettere le responsabilità e confondere i russi se fosse andata male, dicono i documenti, e infatti dopo i primi esordi sull’Unione Sovietica affidati ai britannici, la collaborazione si estinse nel 1960. L’U-2 inizialmente pensato per coprire il lasso temporale di due/tre anni, restò però in servizio più a lungo. I piloti cinesi erano invece fondamentali per sorvolare la Cina continentale e capirci qualcosa, sono quelli che hanno pagato il prezzo in vite umane più alto, ben 9  piloti.

U-2, TUTTO REGISTRATO – I documenti declassificati tengono traccia di ogni singola missione, le sue basi si trovavano in Alaska, Nevada, Turchia, in Pakistan, ma anche in India e, oltre a volare sull’Unione Sovietica, ha sorvegliato il programma nucleare francese nel Pacifico, il Medioriente, l’Indonesia, il Tibet e ovviamente la Cina, fornendo immagini che poi sarebbero diventate patrimonio dell’osservazione satellitare. In pochi anni gli U-2 hanno fotografato il 15% dell’intero territorio sovietico, fornendo all’amministrazione informazioni fondamentali.

IL RIARMO MANCATO – Proprio grazie agli U-2 Eisenhower si convinse che i sovietici non stavano costruendo una flotta sterminata di bombardieri e successivamente che non stavano producendo missili intercontinentali in massa, sospetti in base ai quali i militari pressavano per “mettersi in pari” con una folle quanto infondata corsa agli armamenti propugnata dai militari. C’era gente che parlava prima di “bomber gap” e poi di “missile gap” a fronte di una sovraproduzione sovietica, gli U-2 dimostrarono che non esisteva nulla del genere. Nulla di nuovo invece sul famoso e ormai indagatissimo incidente che nel 1960 portò alla cosiddetta “crisi degli U-2” tra USA e URSS, quando l’abbattimento dell’aereo costò al pilota Francis Gary Powers,  quasi due anni di permanenza nelle mani dei sovietici e una condanna a dieci anni tra prigione e sette anni di lavori forzati, risoltasi più prosaicamente con il suo scambio con una spia russa nel 1962.

U-2 E L’AREA 51 – La declassificazione di questi documenti ha avuto più eco in quanto ha riguardato anche la pubblicazione di materiale sulla mitica Area 51, luogo segretissimo in quanto base d’elezione per lo sviluppo degli aerei-spia statunitensi, che per le notizie relative al programma U-2 e al suo successore, l’OXCART. Altro aereo opera della divisione Skunk Works della Lockheed e noto come A-12, un gran bel pezzo d’aeronautica che nascerà morto, visto che ormai le riprese satellitari avevano risolto le esigenze dello spionaggio tanto che in tutta la sua breve carriera non volerà mai sull’Unione Sovietica e sarà impiegato principalmente sul Vietnam.