Un portavoce delle forze armate Ucraina basate in Crimea, Vladislav Seleznyov, ha detto ad Associated Press che un convoglio di oltre 60 camion militari senza targhe si è diretto dalla città orientale di Feodosia verso la città di Sinferopoli, la capitale regionale. Un giornalista di Associated Press ha visto il convoglio sabato pomeriggio a 40 chilometri a ovest di Fedosia. Nel retro dei veicoli si potevano vedere soldati pesantemente armati, anche se nessuno sembrava avere segnali di identificazione. I soldati hanno espresso disappunto verso i giornalisti che seguivano il convoglio.
I MILITARI RUSSI VERSO SINFEROPOLI – Vladislav Seleznyov ha anche riferito che testimoni hanno visto navi anfibie militari scaricare circa 200 veicoli militari nella Crimea orientale ieri notte, apparentemente dopo aver attraversato lo stretto di Kerch, che separa l’Ucraina dal territorio russo. L’operazione anfibia sembra essere uno dei più grandi movimenti delle forze militari russe da quando sono comparse in Crimea una settimana fa. Selenyov ha detto ad Associated Press: “Né le attrezzature né i soldati hanno insegne che li identificano come russi, ma non abbiamo dubbi circa la loro fedeltà”.
I FIORI DEGLI UCRAINI – I militari ucraini da piu’ di una settimana bloccati nel comando della Marina al centro di Sinferopoli hanno intenzione oggi di distribuire fiori a tutte le donne che passeranno vicino alla base, in via Karl Marx. “Nella giornata della donna vogliamo dimostrare con questo gesto che siamo a favore della pace” ha detto al telefono ad Agi il comandante Igor Vadimovich Mamchur, spiegando che i suoi uomini proveranno per la prima volta, in piu’ di una settimana, ad uscire in strada.
GLI OSSERVATORI INTERNAZIONALI IN CRIMEA – Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Deshitsa ha insistito oggi sull’importanza della presenza di osservatori internazionali in Crimea, una repubblica autonoma che fa parte dell’Ucraina ma che e’ adesso di fatto in mano ai militari russi e dove il 16 marzo e’ previsto un referendum per l’annessione a Mosca. Deshitsa ha comunque precisato che “il referendum e’ illegale e non portera’ a risultati legittimi ne’ per l’Ucraina ne’ per la comunita’ internazionale”.