11 settembre 2001: la Versione Ufficiale

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Le tesi dei complottisti italiani e stranieri non reggono alla prova dei fatti. Questi parlano chiaro, mostrando una una realtà storica documentata da migliaia di fonti indipendenti tra loro e tutte inesorabilmente concordanti, che li smentisce in maniera inequivocabile.



Questa rubrica tratterà serialmente il debunking di miti internettiani e non. A tenerla, il “terribile” John di crono911

Si avvicina il mese di settembre e la ricorrenza annuale del più devastante attentato terroristico della storia, che ha provocato direttamente circa 3000 morti e in seguito al quale sono scoppiate due guerre (in Afghanistan ed in Iraq) che stanno falciando altre decine di migliaia di vite umane. Puntualmente, si ravvivano le contestazioni e le teorie che mettono in dubbio la “Versione Ufficiale” dei fatti, proponendo variegate “versioni alternative“. Il fenomeno prende il nome di “complottismo” o “cospirazionismo” perché i sostenitori di queste “versioni alternative” negano che gli attentati siano stati opera di Osama Bin Laden e della sua organizzazione terroristica denominata Al Qaeda e affermano che siano stati un gigantesco complotto ordito dai servizi segreti americani o israeliani o entrambi. Qualcuno si spinge anche un po’ più in là, per accusare una razza aliena (“I Rettiliani“) che vivrebbe in mezzo a noi assumendo sembianze umane e occupando i vertici del potere economico, politico e militare. Poiché è prevedibile che sentiremo parlare parecchio di queste teorie nelle prossime settimane e vedremo i “complottisti” contrapposti in mille salse ai “debunker” (coloro che si dedicano a smentire le teorie dei complottisti), vediamo di chiarire uno dei termini essenziali della questione: “la versione ufficiale”. Chi sono i complottisti italiani? In Italia il complottismo sull’11 settembre ruota attorno a tre soggetti principali: Giulietto Chiesa (giornalista, europarlamentare, politicamente collocato a sinistra), Maurizio Blondet (giornalista, scrittore, politicamente collocato a destra) e Massimo Mazzucco (regista e fotografo).



I COMPLOTTISTI ITALIANI E LA VERSIONE UFFICIALE – Scrive Giulietto Chiesa, nella sua introduzione al libro “Zero – perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso”: “…la versione ufficiale non solo non ci ha detto la verità, ma è stata dettata da una ferrea ragion di stato […] Non è stato Osama bin Laden a scrivere il rapporto finale della Commissione del Congresso degli Stati Uniti d’America. David Ray Griffin dimostra impeccabilmente, in queste pagine, di quali e quante bugie quel rapporto sia farcito….
Maurizio Blondet, in un suo articolo di recensione a un libro sull’11 settembre: “La vera domanda da porre è come mai – dopo sei anni buoni, due guerre, due occupazioni  in corso e distruzioni infinite – resista ancora la versione ufficiale. E ciò nonostante  il 63% degli americani, secondo un sondaggio MSNBC, ritenga che le tesi dei «cospirazionisti» abbiano fondamento”. Massimo Mazzucco: “…è assolutamente necessario stabilire con grande chiarezza perchè la versione ufficiale sia una montagna di baggianate inaccettabili”. Il bersaglio dei cospirazionisti, quindi, è la “Versione Ufficiale” che essi identificano nel 9-11 Commission Report, il corposo rapporto (585 pagine) pubblicato nel 2004 da una commissione di inchiesta indipendente istituita per volontà del Congresso americano. È interamente e gratuitamente disponibile sul Web, ma non è mai stato tradotto in italiano. Per abbreviazione si è soliti chiamarlo semplicemente 9/11 Report.

IL REPORT – Il 9/11 Report è una ricostruzione degli antefatti e dei fatti dell’11 settembre 2001. Descrive la storia di Al-Qaeda, l’organizzazione degli attentati, i fatti di quella tragica mattina, l’operato dei soccorsi, le ragioni per cui i servizi anti-terrorismo fallirono nel riuscire a prevenire l’attacco e le ragioni per cui il sistema di difesa aerea non riuscì a intervenire efficacemente. Non è una velina governativa, ma la conclusione di una complessa inchiesta ed è corredata da centinaia di riferimenti alle fonti su cui è basata. Non impone una ricostruzione, ma la descrive, spiegando e citando passo dopo passo quali sono gli elementi, le testimonianze ed i documenti che portano a tale ricostruzione. Nel 2004, buona parte di questi elementi erano ancora “classificati”: non erano liberamente accessibili. Dopo la conclusione del processo “Moussaoui” (un affiliato ad Al-Qaeda arrestato e condannato per aver tentato di prendere parte agli attentati) nel 2006, tutta questa documentazione è stata resa pubblica.

NON ESISTE UNA VERITÀ UFFICIALE – E’ davvero difficile pensare al 9/11 Report come a una “versione ufficiale”. Chiunque può leggere e ascoltare le testimonianze raccolte dalla Commissione, può analizzare ogni singola fonte citata e può verificare ogni affermazione del Report. Il 9/11 Report, quindi, non è una fonte primaria in senso stretto: è solo una fonte secondaria, che si basa su centinaia di altre fonti, quelle sì primarie. Sgombriamo però ogni dubbio, e facciamo una bella operazione: eliminiamo il 9/11 Report. Fingiamo che non esista e non sia mai esistito. Cancelliamo la presunta “versione ufficiale” e vediamo su cos’altro si può basare la conoscenza dei fatti dell’11 settembre del 2001.

LA VERITÀ STA NEI FATTI – L’arrivo e lo schianto del volo American 11 contro la Torre Nord è stato ripreso da tre telecamere di privati. L’attacco del volo United 175 alla Torre Sud è stato ripreso da decine di telecamere di emittenti televisive accorse nel frattempo. L’attacco al Pentagono è stato ripreso da due telecamere di sicurezza dell’edificio. Un’altra telecamera di una stazione di rifornimento carburanti ha invece inquadrato l’ombra del velivolo che l’ha sorvolata pochi istanti prima dell’impatto. Un centinaio di testimoni hanno visto l’aereo colpire il Pentagono. Centinaia di fotografie documentano i danni provocati dal volo American 77 prima e dopo l’impatto, nonché i numerosi rottami disseminati dentro e fuori l’edificio. Lo schianto al suolo del volo United 93 a Shanksville è stato visto da una mezza dozzina di testimoni. Numerose fotografie mostrano i rottami disseminati nel cratere d’impatto e nei dintorni. Questi video, testimonianze e fotografie sono pubblici. Le distruzioni degli edifici del World Trade Center sono state analizzate dagli ingegneri e ricercatori di due grandi enti indipendenti: la FEMA e il NIST. Altri studi ingegneristici americani e stranieri, altamente qualificati, hanno prodotto ulteriori ricerche e analisi. I danni al Pentagono sono stati esaminati dagli ingegneri dell’ASCE e della FEMA.

PER CHI VUOL VEDERE – Anche tutti questi rapporti e analisi sono pubblici. La NTSB (l’ente indipendente che indaga sui disastri aerei) ha diffuso i suoi rapporti sulle analisi e indagini espletate sui voli dirottati. Altrettanto ha fatto la FAA, l’ente che controlla il traffico aereo. I dati contenuti nelle scatole nere recuperate, i dati radar sui quattro voli, le registrazioni audio delle radiocomunicazioni e persino quelle delle conversazioni telefoniche dei militari della difesa aerea e dei controllori di volo civili, sono liberamente disponibili al pubblico. I resoconti dei familiari che hanno ricevuto decine di telefonate da bordo dei velivoli dirottati, sono stati pubblicati da decine di media. Nel 2002, il giornalista arabo Fouda è riuscito a intervistare Khalid Sheikh Mohammed, organizzatore degli attentati, che ha spiegato per e per segno ogni particolare di quella “operazione”. Fouda ci ha scritto un libro.

È GIÀ STORIA – Giornalisti investigativi come Wright, Coll, Lance, hanno scritto libri-inchiesta in cui hanno ricostruito tutti gli antefatti di quegli attacchi, vincendo vari premi Pulitzer. Il network televisivo americano PBS Frontline e quello arabo Al-Jazeera hanno svolto dettagliate inchieste giornalistiche intervistando centinaia di testimoni e familiari dei dirottatori. Numerosi video girati da Al-Qaeda mostrano Bin Laden che si vanta degli attacchi e ne spiega l’organizzazione, nonché i dirottatori suicidi durante l’addestramento e la lettura di proclami in vista del martirio. Tre processi giudiziari in USA, in Germania e in Spagna, condotti con il pieno rispetto di ogni garanzia difensiva, hanno sentenziato lo svolgersi dei fatti e la responsabilità dei dirottatori e di Al-Qaeda: in USA contro Zacarias Moussaoui (aspirante pilota suicida), in Spagna contro i terroristi che fornirono appoggio logistico agli incontri operativi e in Germania contro gli appartenenti alla cellula terroristica da cui furono scelti tre dei quattro piloti suicidi. Tutti gli atti e le prove utilizzati nel processo Moussaoui sono stati pubblicati sul Web. Tutto questo materiale è solo una parte di quello oggi disponibile, non proviene dal governo americano e permette di ricostruire in ogni dettaglio tutto ciò che è successo l’11 settembre 2001, il percorso organizzativo ed ideologico che ha portato agli attentati e persino le attività svolte dai vari servizi anti-terrorismo americani e internazionali. Qualcuno potrebbe definirlo una “versione ufficiale”? Tenete bene a mente la risposta che vi siete dati, quando sentirete sostenere che “la versione ufficiale non regge alla prova dei fatti”. Perché i fatti sono questi: non esiste una versione ufficiale, ma esiste una realtà storica documentata da migliaia di fonti indipendenti tra loro e tutte inesorabilmente concordanti.

Per saperne di più:  Crono911.org e Undicisettembre.info.